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Imparare o soffrire

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Abbiamo sostanzialmente due possibilità per affrontare la vita e gli eventi quotidiani: prendersela a male e soffrire perché non abbiamo la vita che vorremmo, oppure vedere le cose da un punto di vista obiettivo. Questo non significa, quindi, prestare attenzione alle nostre emozioni, ma al messaggio interiore racchiuso negli eventi.

In questo modo, ci renderemo conto che ogni avvenimento contiene una storia, un messaggio e un obiettivo. Se continuiamo a prendere di persona i fatti della vita, prolungheremo la nostra sofferenza e ci ostineremo a tentare di cambiare la verità in base ai bisogni del nostro ego, i quali, sicuramente, non ci renderanno più felici una volta soddisfatti, poiché essi non hanno origine dal nostro cuore, bensì da emozioni e stati d'animo superficiali. Troviamo la felicità solo esaudendo i desideri che provengono dal cuore, poiché questi non rappresentano sofferenza o dolore per noi e per le persone che ci circondano, ma ci rendono più forti e felici. Soddisfare i bisogni del nostro ego ci rende, al contrario, soli e infelici. Più siamo egoisti, più soffriamo. Diventiamo sempre più egocentrici, vale a dire che la nostra persona diventa l'unico punto di riferimento, e il nostro ego diventa l'unica unità di misura per valutare i fatti quotidiani. Soffriamo perché il nostro comportamento egoistico ci isola sempre più da coloro che ci sono vicini e perdiamo il contatto con la realtà, inventandoci un mondo su misura in cui vivere.

Tuttavia, se non consideriamo i fatti quotidiani in modo soggettivo e accettiamo il fatto che questi in realtà ci stiano trasmettendo contenuti e messaggi, non vedremo più i nostri problemi come dei nemici da eliminare, ma degli amici che vogliono comunicarci qualcosa.

Soffriamo solo quando non vogliamo imparare e diamo ad altri la colpa della nostra infelicità.

A questo punto, va anche detto che l'essere davvero pronti a imparare potrebbe causare problemi, conflitti, malattie e sofferenza, poiché, così facendo, decidiamo di lasciarci alle spalle il vecchio e l'antiquato per incontrare apertamente il nuovo. Questo passaggio dalla vecchia alla nuova vita porta con sé molte trasformazioni, che talvolta possono rivelarsi spiacevoli. Per esempio, potrebbe cambiare il gruppo di amici, il rapporto con la propria famiglia oppure la relazione con il proprio coniuge potrebbe incrinarsi, se non addirittura finire. Queste sono solo alcune delle possibili conseguenze provocate dalla trasformazione della coscienza.

Chi inizia a pensare, sentire e comportarsi diversamente andrà sempre meno d'accordo con le persone del passato.

Queste esperienze, per la maggior parte spiacevoli e tristi, costituiscono una breve fase della vita. Sono il risultato del passaggio dal vecchio al nuovo. Chi adotta un approccio veritiero e onesto nei confronti della propria esistenza, si lascerà alle spalle il passato giorno dopo giorno e proverà sempre più gioia nei confronti della vita e della propria persona. Per questo è importante non perdere il coraggio. Chi segue il sentiero della verità non deve lasciarsi scoraggiare o perdere fiducia in sé.

Nulla è perduto, ma lascia posto a qualcosa di nuovo, migliore, indispensabile o inevitabile.

È molto importante essere pronti a imparare. Questo può risultare particolarmente difficile quando altri ci fanno notare i nostri difetti, ma è inutile sentirsi, in tal caso, attaccati. Ci sono persone che subito si difendono con le seguenti parole: "Finora nessuno si è mai lamentato!". Il fatto che nessuno abbia ancora espresso il proprio malcontento non prova un comportamento impeccabile da parte nostra. Un simile atteggiamento è molto superficiale e pericoloso, alcune persone arrivano addirittura ad affermare: "Non cambiamo niente e continuiamo così, fino a quando succede qualcosa. Solo allora, forse, ci impegneremo a cambiare".

Quando qualcuno si impegna a farci notare con coraggio e affetto alcuni atteggiamenti o errori, ci dimostra attaccamento e amore. Un simile gesto di bontà dovrebbe indurci a essere riconoscenti e a lavorare sul nostro spirito critico. Non ha importanza il motivo per cui una persona ci fa notare qualcosa, ma se le sue affermazioni sono vere, ed è sua responsabilità che lo siano. La capacità di apprendere è una nostra responsabilità e dovremmo focalizzarci esclusivamente sui nostri errori, invece di andare a guardare quelli degli altri. I veri amici ci fanno notare i nostri sbagli perché ci vogliono bene e vogliono vederci felici, contribuiscono a costruire la nostra autostima e fiducia in noi stessi e ci aiutano a risolvere i problemi. I falsi amici, invece, abusano delle nostre debolezze per deriderci, mettersi in mostra e distruggere la fiducia in noi stessi. Non per questo, però, dobbiamo allontanarci dalla verità ed essere turbati dai fini di queste persone. Chi ama davvero la verità, impara dai veri e dai falsi amici.

Chi ama la verità col cuore impara sempre e ovunque.

Il trionfo dell'amore sull'ego

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