Читать книгу Lo Scricciolo - Kristy McCaffrey - Страница 14

Capitolo Sette

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L’urlo la strappò al sonno. Immobile per un attimo, Molly fissò la stanza buia… quella di Matt… poi ricordò il grido femminile. Claire.

Gettò indietro le coperte, saltò fuori dal letto e corse nel corridoio, fermandosi di scatto alla vista di un uomo alto, muscoloso e… mezzo nudo. Claire, in piedi accanto al vano della porta, indossava una delle lunghe camicie da notte di Susanna e si stringeva al petto una coperta. I capelli biondi ricadevano sulle spalle e incorniciavano un viso paonazzo, con gli occhi fissi sull’uomo che aveva di fianco.

Molly lo riconobbe all’istante: Logan, il fratello minore di Matt. Appariva meno alto di lui, ma i capelli scuri e i tratti marcati del viso lo contraddistinguevano senza ombra di dubbio come un Ryan.

«Matt, me lo dici che ci fa una ragazza nel mio letto?» sbottò lui in tono sommesso e irritato.

Non essendosi accorta della sua presenza alle spalle, Molly trasalì. Col fiato in gola si girò a guardarlo e il polso già impazzito accelerò i battiti. Seminudo anche lui, Matt indossava un paio di pantaloni tirati su in fretta, anzi troppo in fretta visto che erano ancora sbottonati. Tuttavia, se la nudità di Logan l’aveva semplicemente sorpresa, quella di Matt la mise in assoluta agitazione.

Il corpo non presentava un filo di grasso neanche a cercarlo, i muscoli tonici delle spalle erano leggermente tesi e la scura peluria del petto si assottigliava a formare una “V” che scendeva sullo stomaco piatto e sodo e scompariva oltre il bottone slacciato. Torreggiando su di lei, le stava così vicino che nell’abbassare la pistola, estratta con evidente rapidità, le sfiorò il braccio, procurandole un brivido.

«Mamma non si aspettava che tornassi stasera» rispose. Persino il timbro della voce riusciva a turbarla. «Questa è Claire Waters. Claire, ti presento mio fratello, Logan.»

«Claire, tutto bene?» intervenne Molly, ritrovando finalmente la voce.

«Sì. Mi ha solo svegliata di soprassalto» rispose l’amica, con un’occhiataccia all’indirizzo di Logan.

«Si direbbe ce ne sia una anche nel tuo» commentò lui. «È così che intende combinare matrimoni nostra madre?» Ma il tono di voce era più dolce mentre ricambiava lo sguardo di Claire.

«È una storia lunga» ribatté Matt. «Prendi il rotolo di coperte. Noi due si dorme sul pavimento.»

Molly era fin troppo consapevole della vicinanza di Matt. Le stava proprio accanto. Quasi addosso. Sebbene il corridoio non fosse illuminato, aveva l’impressione che tra Logan e Claire passasse almeno il quintuplo della distanza che c’era tra loro due e d’un tratto provò grande imbarazzo per la propria nudità sotto la sottile camicia che indossava.

«Scusa» disse Matt rivolto a Claire. «Molly, torna pure a letto. Spiegherò tutto io a Logan» concluse, muovendo finalmente un passo indietro. Lei ne approfittò per guardarlo ancora una volta.

Nei suoi occhi c’era una luce curiosa che neanche l’oscurità riusciva a mascherare. Al tempo stesso, però, il viso e l’atteggiamento esprimevano ferma determinazione. Il potente autocontrollo che esercitava era quasi tangibile, pensò Molly.

Spostò lievemente il peso del corpo e le ampie spalle s’irrigidirono. Nell’intima oscurità del corridoio, la sua figura appariva pericolosa. Molly rabbrividì, con le gambe d’un tratto pesanti.

Sapeva che se non ci fossero stati anche Logan e Claire lo avrebbe toccato. Eppure fu necessaria tutta la forza di volontà di cui disponeva per impedirsi di sfiorargli il petto. Non sapeva come spiegarlo, ma era sicura che le sue mani sarebbero riuscite ad alleviare la tensione di quel corpo.

Controvoglia, annuì e si congedò con un «buonanotte» appena sussurrato, quindi tornò nella camera di Matt e chiuse la porta. L’ultima cosa che vide fu il suo sguardo concentrato su di lei.

Tremante si appoggiò contro lo stipite, il respiro irregolare. L’intera faccenda l’aveva disorientata. E il modo in cui l’aveva guardata Matt? Lo aveva immaginato? Non aveva idea di come fosse accaduto, ma si sentiva fortemente attratta da lui. Non era più il diciassettenne che aveva conosciuto da bambina. Era più maturo, più distante e molto, molto più affascinante.

No, non lo aveva immaginato; Matt era stato fortemente consapevole della sua presenza nel corridoio: manifesta e inequivocabile, la sua reazione aveva riempito lo spazio tra loro come una tempesta pronta a scatenarsi e inondare la terra, risvegliando in lei qualcosa di mai conosciuto prima, un desiderio tanto intenso da far quasi male.

Ma tutto quanto riguardava donne e femminilità non l’aveva neanche sfiorata negli ultimi anni –

Elijah non era certo stato un modello di comportamento – e adesso quel digiuno la lasciava davvero confusa su come gestire la situazione con Matt.

Si rimise a letto, tutt’altro che sorpresa quando il sonno non arrivò.


Matt tornò nell’ampio salotto in cui aveva provato ad addormentarsi. Rinfoderò l’arma, poi si lasciò cadere sul divano, stropicciandosi gli occhi con il palmo destro. Il breve contatto con la guancia gli ricordò che avrebbe dovuto radersi, ma ancor più che necessitava di una sana immersione in un torrente ghiacciato. Una disdetta che il Red River fosse a dieci miglia a nord da lì.

E in ogni caso sapeva benissimo che la lunga cavalcata e una nuotata in acqua fredda non avrebbero cancellato dalla mente l’immagine di Molly che usciva di corsa dalla sua camera da letto vestita solo di una delle sue camicie e dei capelli scuri e arruffati a incorniciarle il viso meravigliosamente femminile.

Gli occhi appannati e la voce roca lo avevano quasi steso, ma era stato nel vederla girarsi che si era trovato sul punto di gettare al vento anche l’ultimo briciolo di determinazione. La risposta di quel corpo alla sua vicinanza era stata fin troppo apparente sotto il tessuto sottile. Nella mente vedeva ancora nitido il contorno scuro dei seni attraverso il candore della camicia. Solo la presenza degli altri due gli aveva impedito, a stento, di toccarla.

Si sforzò di evocare un’immagine della piccola Molly – dolce, innocente e vivace – qualcosa che risvegliasse solo dei sentimenti fraterni. Niente. Continuava a vedere gambe lunghe e tornite e più su il resto di un corpo, che ben poco aveva a che fare con una bambina di nove anni, celato da un semplice strato di sottile tessuto bianco.

«E perché mai il divano spetterebbe a te?» Logan entrò nella stanza e gettò il rotolo di coperte per terra.

«Perché sono arrivato prima, tu fai amicizia col pavimento, su. Domani ti racconto il resto.»

«Domani un corno. Ormai mi hai incuriosito. E poi, dopo Claire, ci metterò un po’ a riprendermi.»

Matt si accigliò. «Non le hai mancato di rispetto, vero?»

Logan rise. «No… sempre che non le sia dispiaciuto vedermi in tutto il mio splendore.»

«Accidenti a te» ribatté Matt stanco. «Non avevi niente addosso.»

«Neanche una pezza.» Con quel sorrisino stampato sul viso, Logan appariva molto più giovane dei suoi venticinque anni. «Non credo Claire abbia grande esperienza in fatto di uomini, ma non si è rannicchiata in un angolo né è svenuta, bisogna dargliene atto. Anzi, non ho mai visto una donna tanto agile. Ha girato di colpo le gambe e con le piante dei suoi graziosi, delicati piedini mi ha quasi fracassato il petto. Un po’ più in basso e con tutta probabilità non riuscirei ancora a camminare.»

Con una lieve smorfia di dolore, sedette su una delle poltrone e si toccò cauto il torace.

«Vacci piano con lei» lo ammonì Matt. «Temo abbia passato un brutto momento.»

«Come mai?»

«Non so granché, tranne che qualche mese fa Molly l’ha trovata massacrata di botte poco fuori Albuquerque.»

Logan rimase assorto per qualche istante, il contegno improvvisamente serio.

«Li hanno presi, i bastardi?» chiese in tono gelido.

«Non lo so.»

Matt guardò suo fratello minore e comprese che dietro quella personalità tanto affabile c’era un uomo determinato. Mai gli era capitato d’incontrare qualcuno con lo stesso innato senso di giustizia di Logan; per forza era diventato vicesceriffo. E la sua reputazione era ben nota: faceva con successo quel che doveva a prescindere dalle avversità. Matt si fidava delle sue doti da segugio quanto di quelle di Nathan o delle proprie.

Sia lui che Logan avevano imparato tecniche di sopravvivenza e caccia dal vecchio Joseph Orso Che Corre, un permaloso Kiowa che aveva lavorato presso il ranch dei Ryan sin dagli inizi del loro insediamento nel Texas. Quanto zio Joe aveva insegnato a entrambi sulla terra e le creature che la abitano, essere umano incluso, era molto più di quello che Matt aveva imparato negli ultimi dieci anni da solo.

Perdere il vecchio indiano qualche anno prima era stato quasi come perdere un padre. Non capitava tutti i giorni d’incontrare uomini simili. Chissà perché aveva abbandonato i Kiowa – Matt se lo chiedeva ancora – ma Joe si era sempre rifiutato di parlarne e lui sospettava che la ragione fosse legata a una qualche tragedia. Chi prima chi dopo, la sventura colpiva un po’ tutti da quelle parti.

Lanciò un’altra occhiata a suo fratello. Era improvvisamente tornato da Virginia City l’anno prima, annunciando che intendeva restare al ranch a dare una mano. Matt non gli aveva mai chiesto perché, tuttavia aveva la sensazione che dovesse essergli accaduto qualcosa di serio per indurlo a lasciare la posizione di vicesceriffo così su due piedi.

Solo negli ultimi mesi, dopo parecchi anni di separazione, erano finalmente riusciti a trascorrere del tempo insieme, il che gli aveva dato modo di accorgersi che Logan poteva anche apparire accattivante, ma sotto quel fascino celava il fermo proposito di lavorare sodo e non permettere a nessuno di avvicinarsi troppo. Un aspetto, quest’ultimo, che li accomunava.

Non ricordava di aver mai incontrato alcuna donna per cui suo fratello avesse espresso interesse. D’altro canto, però, non restando mai in un solo posto abbastanza a lungo da formare un legame serio, Logan non ne aveva mai portata a casa nessuna.

A differenza sua che oggi ne aveva portate ben due, una delle quali gli era entrata nel sangue come non gli succedeva da tempo. Meglio mettersi l’anima in pace, però: il suo compito, infatti, era proteggere Molly proprio dai tipi come lui, non farne una preda da cacciare.

«Chi è l’altra?» chiese Logan. «Come ci sono finite qui lei e Claire?»

«Non ci crederai» rispose piano Matt «ma Molly è… Molly Hart.»

«Molly Hart?» ripeté Logan, visibilmente confuso. «La stessa che fu uccisa anni fa?»

Matt annuì con fare lento.

«E come diamine è possibile?» insistette Logan incredulo.

«Ti dirò ciò che so ma tienilo per te. Dubito Molly voglia che il passato continui a ronzarle intorno.»

Matt aveva raccontato tutto a suo padre a inizio serata perché sentiva che fosse necessario informarlo e adesso ne avrebbe parlato con Logan perché sapeva che di lui poteva fidarsi, che avrebbe tenuto la bocca chiusa. Nonostante i Comanche e i Kiowa non fossero più una minaccia, il sentimento di odio verso gli indiani era ancora profondo in quella zona del Texas, al punto che, talvolta, il senso di disgusto veniva esteso anche agli ex prigionieri bianchi che cercavano di tornare a vivere tra la propria gente.

Un fatto che proprio non riusciva a comprendere. Quei poverini erano spesso malridotti, tanto nel corpo quanto nella mente, e non aiutava che familiari e amici che avevano disperatamente agognato il loro ritorno non riuscissero poi a scendere a patti con quanto gli era accaduto. In particolar modo, se le vittime erano donne.

Quando Matt ebbe finito di raccontargli del ritorno di Molly tra i vivi, Logan scosse la testa, allibito.

«Meglio una sella vuota che un cattivo padrone» disse.

Matt lo guardò, confuso.

«È quello che ho sempre pensato di Davis Walker» spiegò suo fratello. «Trattava sempre da schifo i suoi cavalli. Qualcuno avrebbe dovuto dirglielo anni fa. Ma immagino che Cale, Joey e T.J. avessero di meglio da fare che rimettere il padre in riga.»

«Concordo sul fatto che Walker non sia il più irreprensibile dei cittadini, ma nessuno di noi è uno stinco di santo da queste parti.»

«Tu parla per te» ribatté Logan con un sorrisino.

«E certo, in fatto di santi tu sei decisamente il primo della lista» lo punzecchiò Matt. «Il grosso interrogativo è perché?» continuò, poi, in tono più serio. «Perché Davis Walker avrebbe assoldato una banda per attaccare gli Hart, ucciderli e portare via Molly? L’unico motivo di cui sappiamo noi è che sembrava avere un debole per la madre.»

«Direi che è sufficiente. Ho visto crimini peggiori commessi per molto meno.»

«Già» replicò Matt in tono stanco. «Anch’io.» Ma detestava il pensiero che Walker si fosse macchiato di quell’azione. E sapeva che la possibilità gravava anche su suo padre.

«Ne hai già parlato con papà?» chiese Logan.

«Prima. Non è riuscito a darsi spiegazioni. Voleva discuterne con mamma perché pensava che potesse ricordare qualcosa, però ha detto che dalla morte di parto della moglie Davis non è più stato lo stesso.»

«Quello di T.J.?» chiese Logan, inarcando un sopracciglio.

Matt annuì.

«Immagino questo spieghi la sua inclinazione ai piaceri. La madre non era lì a farlo rigare diritto.»

«L’intemperanza è quasi una delle migliori qualità di T.J.» commentò Matt, torvo.

«Beh, sei riuscito davvero a lasciarmi a bocca aperta, e non si verifica spesso ultimamente.»

«Dormiamo un po’, adesso.» Matt si allungò sul divano. «Penseremo al da farsi domani.»

«Qualcosa mi dice che resterò su questo pavimento per un bel pezzo. Forse dovremmo trasferirci nella casa dei mandriani finché mamma non avrà finito di ridecorare le stanze sull’altro piano.»

«Che c’è, l’età ti sta rammollendo?»

«No, sono semplicemente realista. Non dirmi che non hai notato le due donne, giovani e graziose, che in questo istante dormono nei nostri letti…»

«Sta’ alla larga da Molly.» La voce di Matt era sommessa ma velata di una tacita minaccia. Fu solo dopo aver pronunciato quelle parole che si accorse di quanto possessivo si sentisse nei suoi confronti. Respirando a fondo per calmarsi, aggiunse: «Scusa, mi sono espresso male. Penso solo che dovremmo prendercene cura finché non si sarà sistemata in qualche modo. Dovrà pur esserci un marito adatto a lei tra i giovani aiutanti che circolano da queste parti.»

Logan sollevò un sopracciglio. «Le stai cercando marito?» Rise. «E quando saresti diventato il suo angelo custode? Perché devo proprio dirtelo, Matt, il modo in cui la guardavi qualche minuto fa di angelico non aveva un bel niente.» La pronuncia strascicata di suo fratello era sempre accentuata quando pur rivolgendo complimenti assestava colpi nei posti più impensati.

«Che cosa vorresti dire?»

«Niente» rispose Logan con un’alzata di spalle. «Però non sono cieco, e so che ci vedi fin troppo bene anche tu. Ho notato, sai, che indossava solo una delle tue camicie. Vuoi trovarle un marito? Non credo che sarà un problema. Ma ti converrà essere davvero sicuro di quello che vuoi tu prima di provare a prendere il controllo della sua vita.»

«Ciò che voglio io non conta. Molly ha patito le pene dell’inferno. E io intendo assicurarmi che d’ora in avanti la sua vita sia migliore.»

«Penso che mi divertirò» rispose Logan, allungandosi sul pavimento.

«A far cosa?»

Un’altra risata. «A guardare te che fai da sensale.»

«Dormi.»

Suo fratello rispose con l’ennesima risatina, quindi ci fu silenzio.

Lo Scricciolo

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