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2. Elementi della coscienza di Socrate.

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Indice

Cerchiamo ora di riassumere in breve i motivi ed i risultati di quel processo, che poc'anzi abbiamo indicato.

1. Socrate visse tutta la vita in un'epoca d'illuminati[69], e quando già si tentava per la prima volta di costituire delle scienze speciali, e di subordinare a delle regole costanti la pratica dalla vita e l'esercizio tecnico delle arti. Il principio del sapere, quantunque non fosse ancora espresso in una determinazione logica esplicitamente formulata, esercitava già negli animi la sua influenza, ed era una forza che spingeva lo spirito in una direzione determinata. A prescindere dalle ricerche nel campo della natura, che cominciavano ad avere la consistenza di una metodica osservazione, la lingua offriva già materia a delle indagini grammaticali, e l'oratoria assumeva la forma di un'arte costituita mediante precetti. La nuova esigenza del sapere non si era invero isolata dalla pratica della vita, ed era ancora tutt'una cosa con l'esercizio effettivo delle arti, cui si riferiva. La vita pubblica stessa risentiva gli effetti della nuova tendenza, e fino il teatro comico ne traeva argomento per mettere a raffronto, nella vivacità di un personale contrasto, i nuovi elementi di coltura, e l'antica semplicità. Socrate è uno dei rappresentanti di questo movimento; ma le speciali condizioni dell'animo suo lo tennero lungi dal fare della ricerca, nel suo puro valore teoretico, lo scopo esclusivo della vita: sicchè, mentre il sapere, la conoscenza, la consapevolezza sono elementi necessari della sua intuizione religiosa e filosofica, appariscono sempre come coordinati al fine pratico e da esso governati.

2. Le immagini della vita etica, che erano espresse nel mito e nella leggenda, e poste in una relazione tipica con certi nomi e certe tradizioni, non erano più capaci di soddisfare la coscienza, e s'era costretti ad introdurvi una nuova motivazione (per es. Euripide[70]). Il contrasto era palese, ma non assumeva il carattere di una riforma, perchè mancava la chiesa ed il domma. A questa tendenza partecipava anche Socrate, che, secondo il costume d'allora, sotto il simbolo di una leggenda religiosa, o di un racconto poetico esponeva una sua convinzione, che esprimesse, per via di una situazione o di un paragone, un principio etico. Di qui procedeva ancora, che l'interpetrazione degli antichi poeti era fatta nell'intento di scovrirvi le nuove idee, e questa alterazione del senso preciso delle antiche opinioni avea luogo in tutta la buona fede dell'interpetre[71].

3. Nella pratica della vita le tendenze degl'individui, delle classi e dei partiti aveano preso a seguire direzioni divergenti, e di tale una intrinseca differenza ed opposizione, da presentare il triste spettacolo di una morale pubblica, che precipita pel declivio di una sicura rovina[72]. Tutto piglia una piega arbitraria, ed in una sfera più alta assume il carattere di una ricerca, che non mira ad altro che alla piena soddisfazione del criterio personale, è soggettiva, diremmo noi nel nostro linguaggio (i Sofisti)[73]. Socrate, che era pure penetrato dal bisogno di valutare alla misura della convinzione il merito od il demerito degli uomini, reagì contro le tendenze arbitrarie con la sicurezza del metodo ricercativo, e con l'aver fissata la misura costante delle azioni in una stregua più alta, e di un carattere incondizionato, quello della obbiettività della legge nell'ordine delle cose naturali, e delle relazioni sociali. Egli va d'accordo con lo spirito del tempo, e non se ne avvede; perchè la maggiore intimità delle sue convinzioni lo avea fornito dei mezzi per reagire.

4. Il sentimento religioso degl'individui, senza entrare in un contrasto vivo e dichiarato con la tradizione, perchè troppo nudrito dell'ammirazione pei poeti e per le arti, e perchè favorito dall'indeterminatezza del mito, andava assumendo un carattere più preciso d'intimità e di riflessione[74]. Un'umanità più larga si formava a lato, ed in latente opposizione con l'umanità greca; ed un orizzonte più ampio di aspirazioni e di desiderî compensava in pochi la perdita irreparabile dell'antica schiettezza. Socrate, col suo concetto della divinità come intelligente autrice del mondo, rinforzò il valore etico dell'intimità religiosa; ed insistendo continuamente sul criterio della consapevolezza, nel giudizio che deve portarsi su le azioni della vita privata e pubblica, influì ad accelerare l'esclusivismo teoretico, ed a preparare lontanamente l'indifferentismo politico, e le tendenze cosmopolitiche delle epoche posteriori[75].

L'intima compenetrazione di tutti questi svariati e molteplici motivi, nella persona di un uomo in cui la pietà, la moderazione, e la temperanza erano siffattamente immedesimate con le abitudini della vita, da sembrare tutt'insieme un'opera artistica di plastica evidenza, offriva ai contemporanei argomento alle più svariate opinioni, ed è stata in gran parte cagione dei giudizî spesso divergenti, che i critici moderni hanno pronunciato intorno a Socrate. Noi avremo a quando a quando occasione di tornare su questi elementi generali della sua coscienza, per correggere il troppo o il poco che può dirsi, o si è detto sul valore e la positiva importanza dei suoi principî scientifici; e per ora aggiungiamo una osservazione. Socrate come semplice filosofo è un parto d'immaginazione, non solo perchè in generale non s'ha ragione di prescindere dalle reali condizioni in cui una dottrina s'è svolta, quando i motivi ne siano noti e palesi, ma perchè, in questo caso speciale, la natura ed il carattere delle testimonianze autentiche non consentono, che si proceda con sicurezza all'esposizione della dottrina, come se fosse per sè stessa isolata ed evidente. La determinazione del valore filosofico di Socrate si avvicina più alla natura d'un problema, che all'analisi d'un fatto.

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