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J'entends les Poëtes divins

Alors qu'ils sont entre deux vins.

Ma non ci mettiamo per questo mare che non si potrebbe tornar così presto alla riva. Io dico che al vino si attribuirono ancora certe qualità arcane e recondite per cui divenne in certi casi un paragone di verità e di giustizia. In più e più leggende si parla di una coppa maravigliosa, la quale, essendo piena di vino, nessuno vi può bere che non sia scevro di colpa. Una coppa sì fatta ebbe in dono dal nano Auberon Huon di Bordeaux, che poi se ne servi per scoprire certi brutti peccatacci di Carlo Magno[I-44]. E chi non ricorda la tazza incantata che faceva scoprire ai mariti la infedeltà delle mogli, della quale si parla nei canti XLII e XLIII dell'Orlando Furioso? Nè si dica che qui la virtù spetta al nappo e non al vino; per fare la prova si richiede e l'uno e l'altro, ma chi dà la dimostrazione è propriamente il vino. Coloro che nulla hanno a temere lo bevono; coloro che si trovano in altra condizione se lo versano addosso. Ricorderò finalmente ciò che il Rabelais racconta del giovine Panurge; il quale, fittosi in capo di prender moglie, e dubbioso e pauroso di quello che gli possa succedere, ricorre per consiglio ad avvocati, a filosofi, a preti, e finalmente si risolve d'andare a consultare l'oracle de la dive bouteille, il più veridico fra quanti danno responsi[I-45]. Su questo capitolo ci sarebbe da discorrere un pezzo[I-46].

Signori, io sono giunto al termine della mia diceria, ma non crediate sia chiusa la leggenda del vino. Non vorrei funestare con tristi pronostici gli animi vostri, ma forse è già cominciata, forse sta per cominciare la leggenda della morte di questo eroe, e non so se i molti seguaci ed amici ch'egli ha per il mondo varranno a salvarlo. Egli ha contro di sè congiurati terribili avversarii. Da una parte l'oidio e la tremenda filossera assaltan la vite; dall'altra una chimica iniqua crea nel mistero di nefandi connubii, di corpi solidi, liquidi ed areiformi, vini acherontei, satanici, apocalittici, che sotto la menzogna del nome usurpato nascondono l'abominazione della desolazione. Ma di queste insidie della natura e dell'arte altri vi parlerà con tutta l'autorità della scienza: io debbo contentarmi d'esprimere un voto: possa per lungo tempo ancora il vino, il vero vino, l'autentico e legittimo figliuol della vite, esilarare, secondo il detto della Scrittura, il cuore afflitto degli uomini.

Il Vino: Undici conferenze fatte nell'inverno dell'anno 1880

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