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Capitolo Tre

Matt Shearer arrivò all’emporio poco dopo le sei e fu deluso di scoprire che Carla se n’era già andata. Aveva sperato di arrivare un po’ prima ma quel dannato recinto che stava riparando era più danneggiato di quanto avesse pensato. L’intera proprietà aveva un disperato bisogno di manutenzione ma sarebbe costata soldi che in quel momento non aveva.

“Se n’è andata pochi minuti fa,” gli disse Delores, “non può essere arrivata molto lontano.”

“Dove alloggia?”

“Non credo che l’abbia detto.” Delores scosse la testa. Era una bella donna e i suoi riccioli argentati dondolavano mentre parlava. “Frank, sai dove alloggia Carla?”

Frank uscì dal retro, scuotendo anche lui la testa. “Non mi sembrava carino chiederlo.”

“Sei senza speranza!” Delores alzò gli occhi al cielo.

“Non ci sono molti posti, qui intorno,” disse Matt mentre si girava per andarsene.

“Hai controllato alla tavola calda? Potrebbe essere andata a cena,” propose Frank.

Matt agitò la mano in segno di ringraziamento e andò a controllare. Dopo la tavola calda, provò in tutti i negozi dei dintorni e in alcuni appartamenti dove a volte venivano offerti pernottamento e colazione. Nessuno l’aveva vista. Non c’era un hotel a Pelican’s Heath, quindi presto avrebbe esaurito le opzioni. Doveva aver trovato una camera in una zona più lontana ma Matt non sapeva in quale direzione dirigersi.

Con un sospiro di disappunto, entrò nel bar e ordinò una birra ghiacciata.

“Sembra che tu abbia perso un dollaro e trovato al suo posto un penny.”

Matt alzò lo sguardo e vide suo fratello dirigersi verso di lui.

“Ehi, Dyson. Non ho perso un dollaro… ma una ragazza.”

Il barista portò loro i drink e Matt tracannò il suo.

“Una qualunque o una ragazza in particolare?”

“Una in particolare. Molto particolare, a dire il vero.” Matt non poté respingere il sorrisetto che gli si aprì sul viso nel pensare a Carla.

“Qualcuno che conosco?” Suo fratello gli lanciò uno sguardo di traverso mentre entrambi bevevano un sorso delle loro birre.

“Non penso. È nuova in città. Si chiama Carla Burchfield. Ha trovato lavoro nel negozio di Delores.”

Le sopracciglia di Dyson si sollevarono. “Non l’ho ancora incontrata. Beh, oggi non sono stato molto nei paraggi.”

“Spero tu abbia ottenuto un sacco di soldi per quei bovini, Dyson, perché c’è un sacco di lavoro da fare, giù alla proprietà.” Matt gli lanciò un’occhiata speranzosa ma rimase deluso dall’espressione del fratello.

“A giudicare da come stanno le cose, nessuno ha soldi da spendere. Ho fatto quello che potevo ma temo che gli affari di oggi non ci renderanno ricchi.” Dyson scosse tristemente la testa.

Videro Aiden Fielding avvicinarsi al bancone. “Ehi, ragazzi, come va?”

“Ciao, Aiden. Come sempre. Matt ha perso una donna, però, ne hai vista qualcuna in giro?” Dyson gli strizzò l’occhio mentre prendeva in giro il fratello.

“Credo che abbia bisogno di farsi controllare la vista, perché qui ce ne sono un bel po’.” Aiden ridacchiò, guardandosi intorno nella stanza.

“Molto divertente,” sbuffò Matt. “Oggi ho incontrato una donna stupenda e non so dove sia andata. Hai visto un viso nuovo in città? È davvero carina: lunghi capelli scuri e ondulati, occhi grandi e sensuali e una bocca fatta apposta per essere baciata.” Notò che Aiden si agitava un po’, come se fosse a disagio, prima di rispondere.

“Per caso lavora all’emporio?” si informo l’uomo.

Matt sentì il cuore battere forte. “Sì, è lei! Hai idea di dove sia? Volevo incontrarla dopo il turno di lavoro ma l’ho mancata.”

“Penso che dovresti cogliere il suggerimento, amico. Scommetto che non è un caso che se ne sia andata subito.” Dyson sogghignò.

“Ah-ah, molto divertente. Non sapeva che sarei passato. Ho pensato di farle una sorpresa. Portarla fuori a cena o qualcosa del genere,” protestò Matt.

“Quindi non avevate un appuntamento o una cosa simile, allora?” Aiden sembrava un po’ più felice.

“Beh, lo sarebbe stato se fossi arrivato prima.” Matt si sentiva piuttosto sulla difensiva visto il comportamento dell’amico. “Sai dove alloggia?”

Aiden scosse la testa mentre beveva la sua birra. “Se lo sapessi non sarei qui in questo momento.”

Matt sentì il calore risalirgli lungo il corpo e lo fissò di traverso. “L’ho vista prima io. Vorrei chiederle di uscire.” Parlò a denti stretti e ribollì quando Aiden si raddrizzò e lo guardò dritto negli occhi.

“Io voglio chiederle di uscire.” La sua voce era calma, e fece infuriare Matt ancora di più.

“Avanti, ragazzi, non litigate,” ridacchiò Dyson. “Fate la pace, su.”

“Digli di lasciare in pace la mia ragazza, allora.” I denti di Matt erano ancora serrati, così come i suoi pugni.

“La tua ragazza? Mi sembra di ricordare che tu non le abbia chiesto esplicitamente di uscire, e comunque sei arrivato in ritardo per portarla fuori. Non mi sembra molto promettente.” L’atteggiamento sarcastico di Aiden fece saltare l’ultimo nervo di Matt, che sbatté la bottiglia di birra sul bancone, pronto a litigare.

“Non qui,” gli ringhiò Dyson all’orecchio.

Matt annuì, mordendosi rabbiosamente le labbra. “Vado a prendere un po’ d’aria,” sibilò, voltandosi e uscendo dal bar.

Riusciva a sentire la risata rauca di Aiden Fielding ma non si voltò.

Il sangue di Matt ribolliva mentre percorreva la strada fin dove aveva lasciato il pick-up. Lo fissò pensieroso per un minuto, poi decise che una passeggiata era un’idea migliore. Si diresse verso il ranch, con lo stato d’animo felice che lo aveva pervaso durante il viaggio d’andata ormai lontano mille miglia, mentre tremava dalla rabbia e imprecava.

Quando arrivò a casa era più calmo ma ancora infelice.

Se solo fossi arrivato qualche minuto prima l’avrei portata fuori con Dyson, l’avrei resa nostra cosicché nessuno potesse provarci con lei. Ora quello stronzo le starà addosso e saremo fortunati anche solo se ci guarderà!

* * * *

Carla non aveva smesso di pensare a Matt durante la notte e la mattina successiva si svegliò con un enorme sorriso sul viso. I suoi pensieri si diressero verso di lui mentre si lavava, assaporando il lusso dell’acqua calda, e immaginava come sarebbe stato condividere la doccia con quell’uomo meraviglioso. Le sue mani erano grandi e calde e avrebbero fatto cose incredibili al suo corpo, ne era certa. Mentre la fiamma nel suo stomaco si trasformava in un fuoco violento, cercò di calmare i pensieri e concentrarsi sulla giornata che l’attendeva.

Maggie era di ottimo umore quando le preparò un’altra ricca colazione che Carla divorò avidamente. “Prepari la migliore colazione del mondo,” le disse Carla tra un boccone e l’altro.

Maggie rise. “Non ho mai conosciuto una donna che mangiasse tanto quanto te appena sveglia. La maggior parte delle persone vuole solo un caffè forte e un boccone o due di pane tostato. È davvero bello preparare del cibo vero una volta tanto.”

“Puoi cucinare per me tutte le volte che vuoi,” rispose Carla con un ampio sorriso, “soprattutto ora che ho un lavoro. Devo mantenermi in forze.”

“Non mi ero resa conto che stessi cercando un lavoro.” Maggie smise di pulire i tavoli e si voltò per guardarla interrogativamente. Era una bella ragazza, probabilmente un paio di anni più grande di Carla. Sembrava sinceramente incuriosita, quindi Carla le raccontò del modo in cui si era imbattuta nel lavoro all’emporio.

“Oggi cammini di nuovo fino a Pelican’s Heath?” domandò Maggie alla fine del racconto, mentre portava via i piatti.

Carla si strinse nelle spalle. “Non c’è un altro modo per arrivarci.”

“C’è una strada secondaria che passa proprio attraverso la vecchia autorimessa. È più veloce rispetto ad attraversare Almondine, ma devi stare attenta se decidi di passare da lì. Alcuni giovani guidano come pazzi su quella strada.”

Carla la ringraziò e uscì dalla tavola calda, diretta al lavoro. La strada che Maggie le aveva indicato era facile da trovare e Carla vide subito che avrebbe potuto portarla a destinazione molto più velocemente, addirittura dimezzando il tragitto. Le cose sembravano finalmente andare nel modo giusto. Dopo aver lavorato alla farmacia per i coniugi Roberts, aveva accettato un paio di lavori come barista. Le piaceva il lato sociale e il continuo susseguirsi di clienti, ma le lunghe ore in piedi le avevano rovinato le gambe, rendendole gonfie e doloranti, soprattutto perché aveva lavorato in tre diversi bar contemporaneamente e aveva dovuto correre da una parte all’altra della città per arrivare in orario. Era contenta del lavoro all’emporio, perché lì poteva indossare scarpe da ginnastica o stivali invece dei tacchi alti a cui era abituata.

Maggie aveva avuto ragione riguardo il traffico lungo la strada secondaria, e Carla fu costretta a saltare sul costone erboso di fianco alla carreggiata più di una volta per evitare di essere colpita. Immaginò che fosse l’orario in cui tutti stavano correndo per non fare tardi al lavoro, e sorrise pensando a quanto fosse più rilassata adesso la sua vita.

Jerome Pearson era rapidamente diventato un lontano ricordo e si maledisse di nuovo per essersi infatuata di lui, la prima volta che lo aveva visto. Aveva pensato che fosse affascinante, ma ora che aveva incontrato Matt Shearer si rendeva conto che il suo ex era brutto come un bulldog che mastica una vespa. Matt era un uomo vero, uno che lavorava per guadagnarsi da vivere, a differenza di Jerome che invece passava le sue giornate senza fare niente. Ora sapeva anche perché: se rubava tutto il tempo non aveva bisogno di trovarsi un lavoro! Carla non riusciva a superare il fatto che avesse derubato il Signor Roberts. Quell’uomo era suo amico e Jerome lo sapeva meglio di chiunque altro. Il cuore di Carla si era spezzato quando Betty, la sua anziana moglie, era morta di infarto, e Jerome l’aveva perfino accompagnata al funerale!

“Buongiorno.” La Signora Taylor le passò accanto mentre percorreva la strada principale di Pelican’s Heath, che era già piuttosto trafficata. “Mia figlia fa una svendita nel suo negozio di abbigliamento. È proprio laggiù,” la informò l’anziana signora puntando l’indice verso l’altra parte della strada.

“Grazie, ci farò un salto più tardi,” promise Carla, chiedendosi se la donna stesse giudicando implicitamente il suo abbigliamento. Guardò giù, verso le proprie scarpe da ginnastica malconce, i jeans scoloriti e il top di cotone dai colori vivaci. Si era sentita bene con se stessa mentre si preparava quel mattino e si era messa perfino un po’ di trucco, ma ora si chiedeva se avesse fatto abbastanza. Non le erano rimasti molti soldi e non sarebbe stata pagata per il lavoro all’emporio prima della fine della settimana. E a quel punto avrebbe dovuto pagare la stanza per la settimana successiva e il cibo.

Sospirò, mentre l’eccitazione che l’aveva pervasa fino a poco prima scompariva rapidamente.

Riuscì a sorridere a tutti quelli che incontrava mentre si dirigeva verso il negozio, e sulla porta fu accolta da Delores.

“Buongiorno. Non sono in ritardo, vero?” Carla si sentì arrossire mentre la donna si accigliava.

“Certo che no, cara. Stavo giusto per fare un salto a comprare dei bagel freschi per accompagnare il nostro caffè. Non so te ma io sono affamata.” Delores le sorrise e fece una risatina cospiratoria.

“Bene, menomale.” Carla sospirò di sollievo ed entrò all’interno del negozio.

“Buongiorno.” Frank era in piedi dietro il bancone, mentre due donne stavano brontolando sul prezzo delle patate nella corsia di sinistra.

“Buongiorno, Frank. Delores ti ha lasciato a difendere il fortino?”

Lui ghignò. “Solo fino al tuo arrivo. Sei in anticipo, comunque.”

Carla guardò l’orologio appeso al muro e fu contenta di vedere che mancavano solo venticinque minuti alle nove. Vide tutti i quotidiani sul bancone e si rese conto che Frank e Delores avevano iniziato a lavorare ben prima di lei.

Ecco perché Delores era affamata!

Prese il posto di Frank con un sorriso.

“Oh, quasi dimenticavo… qualcuno è venuto a cercarti qui, ieri sera,” disse Frank, facendo capolino dal retrobottega.

Carla sentì il cuore battere come impazzito e lo stomaco contrarsi. Si sentì male all’improvviso e tremò di paura mentre lo fissava, senza avere il coraggio di chiedergli chi avesse chiesto di lei.

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