Читать книгу Se lei udisse - Блейк Пирс - Страница 8
CAPITOLO CINQUE
ОглавлениеIl bar non era per nulla un bar, ma una zona drink all’interno di una specie di bettola. C’erano bersagli per le freccette e nientepopodimeno che un jukebox, ma la zona ristorante pareva la ragione dell’esistenza dell’attività. La zona bar lì all’Esther’s Place era ficcata in fondo, tanto che pareva che la proprietaria si vergognasse di ciò che vi accadeva. Ma quando Kate e DeMarco entrarono alle cinque e quarantacinque per vedere le amiche di Kayla Peterson, pareva un posto abbastanza carino, anche se leggermente datato.
C’erano tre giovani a un tavolino in angolo. Kate si accorse subito che nessuna di loro beveva alcolici, presumibilmente perché avevano tutte meno di ventun anni. Due avevano ordinato dell’acqua, e l’altra quella che sembrava acqua gassata o Sprite. Tutte e tre parvero accorgersi delle agenti dell’FBI nello stesso istante. Non sembravano spaventate di per sé, ma sicuramente in allarme. Kate si chiese quanto avrebbero aspettato, dopo la fine dell’interrogatorio, per andare in cerca illegalmente di uno o due drink.
DeMarco prese il comando mentre si avvicinavano al tavolino. «Claire Lee, Tabby Amos e Olivia Macintyre?»
«Sì» disse la ragazza seduta in mezzo. Aveva meravigliosi capelli rossi e una figura snella e alta che esibì alzandosi per stringerle la mano. «Io sono Tabitha Amos» disse. «Tabby per quasi tutti, però.»
«Io Claire Lee» disse la ragazza sulla sinistra. Anche lei era piuttosto carina, ma in maniera semplice. Indossava una leggera felpa con cappuccio nella quale sembrava star comoda; non era chiaramente tipo da pensare di dover essere spettacolare ogni volta che usciva di casa.
«E quindi io sono Olivia Macintyre» disse l’ultima. Aveva capelli biondo scuro che parevano quasi castani nell’illuminazione fioca del bar. Portava un paio di occhiali di moda e aveva un’aria introversa.
«Agenti DeMarco e Wise» disse DeMarco. Mostrò con discrezione il distintivo avvicinandosi al tavolino. «Possiamo unirci?»
Il terzetto si accalcò per far spazio a Kate e DeMarco. Nell’istante in cui si sedettero, arrivò una cameriera per prendere l’ordine. Ordinarono entrambe acqua e, dato che avevano saltato il pranzo, anche un cheeseburger a testa da asporto. Le ragazze parvero un po’ perplesse dalla cosa, e Kate capì subito che la decisione di DeMarco di vederle lì era stata furba.
«Allora, sono sicura che lo sceriffo vi ha detto» disse DeMarco «che vogliamo parlare di Kayla Peterson. In particolare abbiamo bisogno di sapere qualsiasi cosa ci possiate dire sull’ultima serata che avete trascorso insieme.»
Le ragazze si guardarono cupe. Parevano tutte sconvolte dagli eventi, ma per lo più calme. Kate non rimase granché sorpresa di scoprire che la portavoce del gruppo era Tabby Amos. Per la maggior parte della gente era la più carina, e perciò quella apparentemente più sicura di sé del gruppo. Era pure stata la prima ad alzarsi per presentarsi.
«Be’, è stata una mia idea. Noi quattro eravamo molto unite alle superiori. Poi Kayla e Claire, qui, hanno deciso di andare al college e ci vedevamo raramente. Ci siamo riunite il Natale scorso… era stata l’ultima volta che ci eravamo viste tutte e quattro. Ho pensato che sarebbe stata bella una serata tra noi prima del matrimonio.»
«Quand’è il matrimonio?» chiese Kate.
«Questo sabato» disse Olivia.
«Chi si sposa?»
«Mio fratello» disse Olivia.
«Ha fatto praticamente da fratello maggiore per tutte alle superiori» disse Tabby. «Diceva due paroline ai viscidi che ci chiedevano di uscire e che non gestivano un rifiuto.»
«Io sono una delle damigelle d’onore» disse Olivia. «E ho invitato tutte le mie amiche, ovviamente.»
«Ma abbiamo pensato che sarebbe stata stupida una serata di deliri il giorno prima del matrimonio» disse Tabby. «Quindi abbiamo deciso per sabato sera.»
«Che cos’avete fatto?» chiese DeMarco.
«Siamo state un po’ da me» disse Claire. «Cioè, dai miei. Ma loro erano via per il finesettimana, sapevano che ero in città e che volevo vedere le amiche. Quindi a loro stava bene che venissero. Abbiamo guardato dei film, bevuto vino e mangiato la pizza.»
«Siete andate da qualche parte?»
«Io e Kayla siamo andate al supermercato di Glensville per prendere altro vino» disse Olivia.
«Glensville dov’è?”
«A una ventina di minuti da Harper Hills.»
«Non potevate prenderlo in città?» chiese Kate.
«No» disse Tabby. «Non abbiamo ancora ventun anni e qui si conoscono tutti.»
«Già» disse Olivia. «E poi a Glensville c’è uno con cui sono uscita, di un paio d’anni più di me. Conosce il gestore del supermercato di Glensville. Loro non ci chiedevano il documento e ci davano da bere.» Allora fece una pausa e poi aggiunse «Cazzo. Non finiranno nei guai, vero?»
«Dovrebbero» disse DeMarco. «Ma questo è nulla in confronto a ciò che stiamo esaminando al momento. Allora… a Glensville è successo qualcosa di interessante?»
«Niente» disse Olivia. «Siamo entrate, abbiamo preso tre bottiglie di vino e siamo uscite.»
«Avete avuto problemi col tipo con cui uscivi?»
«No. Cavoli, ci ho appena parlato. E poi aveva una nuova ragazza. Aveva tipo fretta di andarsene.»
«Qualcuno ha bevuto troppo quella sera?» chiese Kate.
«Tutte e quattro» disse Tabby. «Io me la sono presa quando ho scoperto che Kayla se n’era andata. La casa di sua mamma è a soli dieci minuti da quella di Claire, però… vabbè. È stata irresponsabile a guidare dopo aver bevuto. Ovviamente poi ho scoperto che era stata uccisa e…»
«Che significa quando ho scoperto che Kayla se n’era andata?» chiese DeMarco.
«Be’, intorno alla mezzanotte Claire ha tirato fuori i liquori dei suoi» disse Tabby. «Avevamo un po’ troppo da bere. Io verso l’una sono svenuta.»
«Io poco dopo» disse Claire.
«Già» aggiunse Olivia. «Io e Kayla eravamo le ultime sveglie. Non penso che abbia bevuto i liquori. Certo, era confusa, ma non credo sfatta. Non quando sono svenuta io, almeno.»
«Quindi pensate che vi abbia viste crollare tutte e che abbia deciso di andarsene a casa?» chiese DeMarco.
«Così è parso» disse Claire.
«E quando se n’è andata non vi ha chiamato né vi ha mandato un messaggio?» chiese Kate. «Non ha lasciato un biglietto?»
«Niente» disse Olivia.
«Io ho pensato che fosse in imbarazzo» disse Tabby. «Non è mai stata una gran bevitrice, eh. Credo che la cosa non sia cambiata al college. Certo, magari era un po’ in imbarazzo a uscire con amiche che non avevano mai deciso di andarsene da Harper Hills per il college. Boh.»
«Si comportava diversamente rispetto al passato, a quel che ricordate?» chiese Kate.
«No, e questa è la cosa più strana» disse Claire. «Era sempre la solita vecchia Kayla. Spiritosa, aperta, sincera. Era quasi come se non fosse cambiato niente dal diploma.»
DeMarco fece qualche altra domanda, in particolare riguardo alla conversazione che riuscivano a ricordare di aver avuto quella sera. Mentre lei orchestrava la domanda, Kate fece del suo meglio per esaminare i modi e il linguaggio del corpo delle tre ragazze. Non aveva ragione di sospettare che una di loro nascondesse qualcosa, ma l’attenzione continuava a riportarla su Olivia. Si agitava di continuo e non teneva gli occhi fissi su un posto tanto a lungo.
Lei è rimasta sola con Kayla la notte che è morta, pensò Kate. Magari potremmo cavarle di bocca altro se non ci fossero le altre. Prese nota mentalmente della cosa e la mise da parte mentre DeMarco concludeva le domande.
La cameriera portò i panini e le agenti salutarono. DeMarco terminò la conversazione dando a ogni ragazza il suo biglietto da visita e istruendole di chiamarla se fosse loro venuto in mente altro o avessero sentito voci su ciò che era accaduto a Kayla.
«Che ne pensi?» chiese a Kate mentre tornavano alla macchina.
«Penso che Olivia potrebbe avere dell’altro da dire, se non ci fossero le amiche. Sembrava ansiosa. Ed è stata l’unica a rimanere da sola con Kayla.»
«Pensi che sia successo qualcosa quando sono uscite per il vino?»
«Non lo so. Ma, anche in caso contrario, mi chiedo se non abbiano parlato di qualcosa di relativo a ciò che è accaduto dopo. Sono solo ipotesi, però…»
«No, ho visto anch’io che era a disagio.»
Ci rifletterono montando in auto. Stava scendendo lentamente la sera e, anche se la giornata sembrava lunga, Kate sapeva che non era ancora finita. DeMarco era sempre stata una tipa notturna, di quelle che spremevano ogni minuto di produttività dalla giornata.
E a Kate stava bene. Perché, mentre quella prima giornata giungeva alla sua conclusione, qualcosa nel suo cuore si faceva sempre più sicuro che quello poteva essere il suo ultimo lavoro. In caso affermativo, intendeva trarne il massimo.