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CAPITOLO OTTO

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Avevano davanti il corpo di Corinne Weatherly.

Da morta era semplicemente un’altra persona. Qualsiasi aura di celebrità avesse avuto in vita, era stata spazzata via, sostituita da pelle fredda e occhi vuoti. Il corpo che si era chiaramente sforzata di mantenere atletico e in forma aveva iniziato a dissiparsi. La pelle aveva perduto la sua elasticità e gli arti erano rigidi.

Jessie cercò di orientarsi nel cavernoso spazio della sala per gli oggetti scenici. C’era qualcosa di strano nel trovare un corpo morto in un magazzino. Ovunque guardasse c’erano cadaveri finti e innumerevoli parti del corpo in plastica insanguinate che sembravano essere state strappate. Le ricordava un processo di trapianto di carne, solo che con finti umani. Un certo numero di busti femminili ‘morti’ erano stati disposti in cerchio attorno a Corinne al centro della stanza.

Il medico legale se ne stava in silenzio in disparte, pronto a raccogliere il cadavere e portarlo all’obitorio. Secondo la detective Bray, stava aspettando da un’ora, ma non aveva il permesso di spostare il corpo fino a che l’HSS non avesse potuto dare un’occhiata.

“Scusi,” disse Trembley, “non ci metteremo molto.”

Jessie gli fece segno di avvicinarsi.

“Non scusarti mai per il lavoro che devi fare,” mormorò sottovoce. “Siamo qui per risolvere un omicidio, non per accelerare il processo. Se abbiamo bisogno di studiare il corpo per due ore prima che lo portino via, allora ci prenderemo due maledette ore, ok?”

“Sì, ok,” disse Trembley arrossendo come un peperone. “Volevo solo essere gentile.”

“Sii gentile quando serve. Questa donna qui a terra merita i nostri migliori sforzi per avere giustizia, non le servono a niente le buone maniere.”

Jessie aveva la sensazione che stesse per scusarsi con lei, quindi lo anticipò e proseguì il discorso.

“Come lo interpretiamo questo?” chiese, accennando a quello che entrambi avevano immediatamente notato quando avevano visto il corpo.

Nella mano destra della Weatherly c’era una rosa bianca. Era stata chiaramente messa lì dopo la sua morte. Qualsiasi significato avesse, Jessie non ne aveva idea. Voltandosi a guardare Trembley, capì che per lui era diverso.

“È del film. Petali e irascibilità.”

“Ho visto il film,” disse Jessie. “Ma era tanto tempo fa. Penso fosse durante il college. Quindi non mi ricordo della rosa.”

Trembley guardò la detective Bray per vedere se lei volesse spiegare. La donna scrollò le spalle.

“Ricordo che il tipo gliene dava una nel film, ma mi fermo qui.”

Trembley, apparentemente stupefatto, rinfrescò loro la trama.

“Nel film faceva la parte di una donna di nome Rosie che è proprietaria di un piccolo negozio di fiori. Scocca la scintilla con un uomo affascinante che si chiama Dave che viene in negozio da lei. Ma salta fuori che lui è un ricco imprenditore che ha comprato l’edificio dall’altra parte della strada per trasformarlo in un grosso vivaio della sua catena. E da qui parte la loro storia odio-amore.”

“Ricordo quella parte, Trembley,” disse Jessie. “Era praticamente una copia di C’è posta per te, che a sua volta era ripreso da Scrivimi fermo posta.”

“Pensavo che non ti interessassi di film,” disse Trembley impressionato.

“Non sono cresciuta in un convento,” rispose Jessie. “Va’ avanti.”

“Beh, alla fine del film, lui si presenta da lei con il suo fiore preferito, una rosa bianca, e le chiede di sposarlo.”

“Mi suona familiare,” disse Jessie. “E pensi che chiunque l’abbia uccisa intendesse farci fare il collegamento con quella scena?”

“Mi sembra piuttosto ovvio,” disse Trembley.

“Forse troppo ovvio,” intervenne la detective Bray.

“Può darsi,” le concesse Trembley. “Ma ad ogni modo, mi pare chiaro che chiunque sia il colpevole, fosse al corrente del film e della storia di fondo. Magari un fan ossessivo. Magari qualcuno che aveva lavorato al film. Ma mi pare assodato che Petali e irascibilità è in qualche modo rilevante in tutta questa faccenda. Questo rinforza la mia sensazione che sia necessario parlare con Boatwright.”

“Non mi oppongo,” disse Jessie con tono vago mentre la sua attenzione veniva distratta da un ometto rosso in volto che stava venendo verso di loro a grandi passi. “Detective Bray, puoi farci sapere chi è il tizio arrabbiato che sta venendo verso di noi?”

La Bray si guardò alle spalle e il suo corpo si afflosciò visibilmente.

“Quello è Anton Zyskowski. È il regista. Non è un simpaticone. State all’occhio.”

Zyskowski si fermò davanti a loro e fissò Trembley in faccia, ignorando del tutto Jessie.

“Lei è il detective speciale?” chiese con tono invadente, fissando Trembley che, come Jessie, era di quindici centimetri più alto.

“Detective speciale?” ripeté.

“Quello che gestisce i casi speciali,” disse l’ometto con ovvia frustrazione. “Questa donna dice che non si può fare niente di film fino a che arriva detective speciale.”

“Mi sa che sono uno dei detective speciali,” gli concesse Trembley. “Siamo una squadra.”

“Squadra non vuol dire niente per me. Ho bisogno che persona responsabile chiude tutto, così io posso andare avanti con le riprese. Ogni ora senza girare è milioni di dollari spesi. Tempo è molto importante.”

Jessie si morse la lingua, aspettando di vedere come avrebbe reagito Trembley. Il giovane detective guardò l’ometto dall’alto in basso. Iniziò a bofonchiare qualcosa sulle procedure che Jessie non capì. Dubitava seriamente che il regista lo comprendesse.

Quando fu chiaro che Trembley era in difficoltà, si fece avanti lei. Zyskowski si voltò a guardarla un secondo, poi tornò con lo sguardo su Trembley.

“Anton, vero?” chiese Jessie educatamente.

“I miei amici dicono Anton,” le rispose lui, guardandola con sdegno. “Chiunque sia lei, può dire signor Zyskowski.”

Di lato, la detective Bray si irrigidì. Jessie le fece l’occhiolino. Poi mostrò il suo sorriso più finto e smagliante.

“Mi chiamo Jessie Hunt. E il fatto è questo, Anton,” disse, sottolineando con decisione il nome. “Il tempo sarà anche molto importante per te. Ma sai cosa conta di più per noi? Il cadavere sul pavimento a mezzo metro da te. E considerato il fatto che il cadavere è quello della donna che aveva il ruolo di protagonista nel tuo film, avrei pensato che fosse importante anche per te.”

“Certo che è importante,” ribatté lui, leggermente scioccato dall’affronto. “Non dico che non è importante. Ma io ho responsabilità di questo film. Più di trecento lavori dipendono da me. Non posso solo essere triste per Corinne. Devo pensare a lavoro degli altri. Devo pensare a investimenti di studio. Non è felice da dire, ma devo essere forte, così lavoro continua, anche dopo morte.”

“Bene, Anton,” disse Jessie, per niente scomposta. “Il lavoro dovrà aspettare fino a che saremo pronti a liberare la scena del crimine. Francamente, sono sorpresa che tu possa addirittura andare avanti senza di lei.”

Guardò mentre Anton cercava di contenersi, anche se il suo volto arrossiva, assumendo una colorazione molto vicina al viola.

“Scene di Corinne quasi finite,” spiegò. “Quelle che restano, possiamo usare controfigura. Usare anche immagini generate da computer se serve. Ma film ha altri 4 giorni di riprese senza di lei. Quelli posso fare senza problemi.”

“Temo che non girerai più niente su questo set fino a che la scena del crimine non sarà stata sbarazzata,” lo informò Jessie. “Diverse altre aree vanno controllate per raccogliere impronte digitali e altre potenziali prove. Potrebbero volerci molte ore. Ti consiglio di girare le scene che ti mancano da qualche altra parte.”

Anton sembrava avere la testa sul punto di esplodere.

“Tutti i set sono in studio di registrazione,” protestò. “No possibile girare da altre parti.”

“Non ci possiamo fare niente, Anton. Ma ecco cosa ti propongo: facciamo che i tuoi collaboratori adesso danno alla detective Bray, qui, la lista completa di tutti coloro che erano sul set ieri sera. Dobbiamo parlare con tutti quanti. Se non sono già qui, fateli venire. Vi concediamo qualche ora. Questo permetterà alla squadra omicidi di finire il loro lavoro e a me e al mio collega di controllare alcune piste. Quando i medici legali avranno ripulito la scena e noi avremo parlato con tutti i tuoi collaboratori, potrai ricominciare con le riprese. Come ti sembra?

“Questo è centinaia di migliaia di dollari di costo per lo studio,” ribatté Anton. “Forse milioni.”

Jessie scrollò le spalle affabilmente.

“Allora ti suggerisco di accertarti che tutti i collaboratori siano qui, pronti a essere interrogati. Più siete preparati, più velocemente potrete dimenticarvi della vostra attrice morta e tornare al lavoro.”

“Mi chiedo se avete autorità per questo?” le chiese Anton con tono di sfida.

Il sorriso di plastica che Jessie si era stampata in volto per l’intera conversazione svanì in un lampo.

“Signor Zyskowski – Anton – stai pure certo che anche se non sono un ‘detective speciale’, sono molto probabilmente la persona responsabile qui. Ti suggerisco caldamente di non farmi incazzare più di quanto tu abbia già fatto. Quindi raccogli la tua gente e aspetta il nostro ritorno. Ora, se vuoi scusarmi, abbiamo del lavoro da fare.”

Il Travestimento Perfetto

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