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ATTO I
SCENA I

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TERESA, VALENTINO, ROMOLO

Valentino

(la cui testa brutta sporge fra le spalle prominenti ed arcuate, è a una delle finestrette – la più visibile – intento a ravvivare una gran quantità di rose che sono in un orciuolo, sul davanzale. Giù, Romolo regge per il bavero una giacca, e Teresa con grande cura la spazzola.)

Teresa

Meglio qui. È inutile impolverare la casa.

Valentino

Signora Teresa! Che diamine fate?

Teresa

Non lo vedete? Spazzolo i panni di Stefano. Tenete su, Romolo, tenete su.

Valentino

Ma potrebbe pensarci Romolo a spazzolare i panni del padrone.

Romolo

La signora non vuole.

Valentino

Perchè con quella tua prosopopea non fai mai nulla di buono. Si sa. Un servo che si chiama Romolo non può abbassarsi a spazzolare i panni d'un padrone che si chiama semplicemente Stefano. Come se poi il tuo padrone fosse uno Stefano qualunque!..

Romolo

(brontola:) Abbaia, abbaia, cagnaccio della malora!

Teresa

(redarguendolo) Romolo! (Piega attentamente la giacca.)

Valentino

(toglie le rose dall'orciuolo, vi muta l'acqua e ve le rimette a una a una.) Hanno vita corta queste rose, signora Teresa. Ho un bel mutar l'acqua! Cominciano già ad afflosciarsi.

Teresa

Le avete lì da due giorni.

Valentino

E che sono due giorni?

Teresa

(ponendo la giacca piegata, sopra una seggiola – a Romolo) Il gilet, ora.

Romolo

(prende un panciotto che penzola da una spalliera e lo porge a Teresa.)

Teresa

(continua a spazzolare.)

Valentino

Voi, qualche volta, le avete per una settimana, sempre fresche.

Teresa

Ma se la notte ve le chiudete in camera…

Valentino

Mi piace di dormire tra i profumi, signora Teresa!

Teresa

E questo nuoce a voi e nuoce alle vostre rose. (Piega il panciotto.)

Valentino

In altri termini, esse fanno male a me ed io faccio male a loro.

Teresa

Così è, caro Valentino. (Consegnando i panni spazzolati al servo) Tutto questo nello spogliatoio.

Romolo

(si avvia verso la porta, che è chiusa.)

Teresa

Per dove andate, Romolo?!.. Entrare e uscire sempre per l'altra porta. E nello studio del padrone non dovete metterci il piede se non quando vi si chiama. Non dimenticatelo.

Romolo

Sono in questa casa da dieci giorni e nessuno me l'ha mai detto.

Valentino

Te l'ho detto proprio io che mi pregio di essere il tuo immediato superiore.

Romolo

(facendo spallucce, va verso il fondo e svolta dietro l'ala del villino.)

Valentino

Come si fa, signora Teresa? Tutta l'umanità mi disprezza.

Teresa

Io, per esempio, no.

Valentino

Be', ma voi non fate parte dell'umanità.

Teresa

(ridendo) Ah ah!.. Questa poi è nuova. (Da un cestino di lavoro, che è presso il sedile, tira fuori della stoffa di poco conto e l'occorrente per cucire.)

(Un silenzio.)

Valentino

(sempre alla sua finestra, carica una pipetta, l'accende, e fuma. Poi, scorgendo qualcuno) Ehi brav'uomo! Chi cercate?

Teresa

Se è qualche seccatore di Stefano, non lo lasciate passare. Non è ora, questa. Intanto, io me la svigno. (In fretta, prima che l'uomo giunga, vorrebbe rimettere la roba nel cestino.)

Valentino

Lasciate lì, ci bado io.

Teresa

(scappa per dietro il villino.)

La piccola fonte: Dramma in quattro atti

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