Читать книгу La piccola fonte: Dramma in quattro atti - Bracco Roberto - Страница 5
ATTO I
SCENA II
ОглавлениеVALENTINO, DON FAUSTO
Don Fausto
(che non ha udito, discende il viale, appoggiandosi al suo bastone, con l'aria autorevole della persona molto panciuta.)
Valentino
(chiama forte:) Brav'uomo!.. Signore!.. Signore col bastone!
Don Fausto
(ha udito un poco e si volta a destra e a sinistra.)
Valentino
Qui! qui! Alzate la testa.
Don Fausto
(finalmente alza la testa.)
Valentino
Oh! Don Fausto! Che venite a fare in questi paraggi? Aspettate: scendo subito. (Dopo un istante, ricomparisce dal fondo.)
Don Fausto
Guarda, guarda! Siete proprio voi! M'era parso e non m'era parso. Di giù, non vi vedevo le spalle. Io vi conosco meglio di spalle che di faccia.
Valentino
Io, invece, vi conosco da tutti i lati.
Don Fausto
Come siete capitato qui?
Valentino
Ma io non ci sono mica capitato: io ci sto sempre. Sono impiegato presso Stefano Baldi. Sono il suo segretario, il suo maggiordomo, il suo copista, il suo galoppino… È vero che, in sostanza, non faccio mai niente, ma poichè egli mi fa mangiare, mi fa dormire, mi fa fumare e mi fa prendere aria, io ci resto volentieri. Non è poi scritto che si debba a forza lavorare. (Comicamente) Soltanto voi vi eravate fitto in mente di non pagarmi se non a condizione ch'io lavorassi. E una persona come me avrebbe dovuto fare il contabile nella vostra meschina fabbrica di saponi?.. Vedete quella finestra dove sono quelle rose?.. È la finestra della mia stanza, e lì… me la godo! Quando siete giunto, vi ho guardato dall'alto in basso. Caro don Fausto, voi non potrete mai immaginare fino a che punto io me ne infischi di voi.
Don Fausto
… Io non ho udito quasi nulla del vostro discorso. Fatemi il favore: passate alla mia sinistra. Con l'orecchio destro non ci sento più.
Valentino
(passando alla sinistra di don Fausto) E io dovevo sapere che avete perduto un orecchio?
Don Fausto
Mi meraviglio. Tutti sanno dell'avaria che ho sofferta.
Valentino
Ma perchè? Siete stato dichiarato monumento nazionale?
Don Fausto
Monumento nazionale un corno! Tutti furono edotti di quel che mi accadde, perchè io misi un comunicato nei giornali.
Valentino
Un comunicato nei giornali?
Don Fausto
Contro il dottore specialista che mi aveva rovinato l'orecchio.
Valentino
In onor del vero, vendicativo siete stato sempre.
Don Fausto
Ah sempre! Questo sì. Canagliate io non ne voglio. Dunque, ripetetemi tutto quello che mi avete detto.
Valentino
Ma io non ricomincerò certo da capo. Il succo è che io sono impiegato presso Stefano Baldi.
Don Fausto
(mettendogli una mano sulla spalla) Forse, potreste essere l'uomo che mi ci vuole. Avete influenza su questa bestia rara?
Valentino
Bestia rara siete voi.
Don Fausto
Insomma, avete influenza su questo sedicente poeta?
Valentino
Se non ritirate il «sedicente», non possiamo andare avanti.
Don Fausto
Ritiro il «sedicente».
Valentino
Tutte le persone che campano a spese di qualcuno hanno un po' d'influenza sul medesimo. Io, poi, oltre a campare a spese di Stefano, gli sono anche parente. Sissignore! Discendiamo dallo stesso ceppo.
Don Fausto
Da Adamo ed Eva?
Valentino
(contraffacendolo) «Da Adamo ed Eva!» (Carezzandogli il mento) Quanto siete grazioso!
Don Fausto
Giù le mani!
Valentino
Gli sono cugino in terzo grado, e cavatevi il cappello!
Don Fausto
Io me lo caverò se riescirete a farmi dare le mille e settecento lire che mi deve.
Valentino
Stefano ha preso da voi mille e settecento lire di saponi?!
Don Fausto
Ma che saponi! Sono cinque anni che ho smessa la fabbrica perchè insieme con mio cognato – quello che perdette il posto al Museo – aprii in via Costantinopoli un magazzino d'antichità. Neppure questo sapete?
Valentino
Chi volete che si dia la pena di parlarmi di voi?!
Don Fausto
Io misi un comunicato nei giornali.
Valentino
Un altro!
Don Fausto
Che c'è di straordinario? Per questo ci sono i giornali: per metterci i comunicati.
Valentino
Bel concetto che avete del giornalismo!
Don Fausto
Veniamo al fatto.
Valentino
Veniamo al fatto.
Don Fausto
La bellezza di otto mesi fa, il vostro signor cugino in terzo grado prese da noi una cornice e due sedie.
Valentino
Una cornice e due sedie, mille settecento lire?!
Don Fausto
La cornice, settecento; e le sedie, cinquecento ognuna.
Valentino
Dio sa quante volte mi sarò seduto su cinquecento lire e non me ne sono mai accorto!
Don Fausto
Gli avrò scritto più di venti lettere.
Valentino
E lui?
Don Fausto
Lui, niente! Come se non ne avesse ricevuta nemmeno mezza.
Valentino
(cacciandosi in tasca la pipetta spenta) Non ci badate: è un po' distratto.
Don Fausto
(scaldandosi) Un po' distratto?
Valentino
Del resto, la distrazione, si sa, è la malattia di tutti i poeti.
Don Fausto
(alzando la voce) Ma lo guarisco io di questa malattia!
Valentino
(toccandogli la pancia come si fa carezzando un cavallo) Buono, buono, don Fausto!
Don Fausto
Giù le mani!
Valentino
Uno di questi giorni, gli parlo io.
Don Fausto
Oggi ho delle scadenze e mi necessita il contante per fare onore alla mia firma. Per mezzogiorno al più tardi, il mio conto dev'essere saldato.
Valentino
Per mezzogiorno, è un po' difficile. Questa è l'ora in cui Stefano è chiuso nel suo studio, e guai a disturbarlo!..
Don Fausto
Chiuso o non chiuso, se fra un'ora non sono soddisfatto, mando al vostro signor parente uno sveglierino per atto d'usciere e metto…
Valentino
(continuando subito) Un comunicato nei giornali.
Don Fausto
(fermamente) Nè più nè meno.
Valentino
Così Stefano vi risponderà in versi.
Don Fausto
E io lo chiamerò imbroglione in prosa.
Valentino
Ma, dico: che modo di parlare è questo?!
Don Fausto
E voi perchè mi stuzzicate?