Читать книгу La piccola fonte: Dramma in quattro atti - Bracco Roberto - Страница 7
ATTO I
SCENA IV
ОглавлениеTERESA e STEFANO
Stefano
(facendo capolino dall'uscio che era chiuso) Teresa!
Teresa
(con un lieve sussulto) Stefano?
Stefano
Ho sentito un borbottìo… un vocìo…
Teresa
Ah sì… era Valentino che parlava animatamente con un uomo…
Stefano
Con chi parlava?
Teresa
… Con un suo amico, credo.
Stefano
Valentino potrebbe fare a meno di ricevere i suoi amici in casa mia. Sono quasi sempre degli straccioni. T'incarico di dirgli, senza mitigare, che io non voglio.
Teresa
Glie lo dirò.
Stefano
(s'avvicina a Teresa e con una certa vanità dissimulata le mette sotto il naso una busta aperta che ha tra mano.)
Teresa
Che profumo!
Stefano
È una lettera della principessa Heller.
Teresa
Chi è la principessa Heller?
Stefano
Tu non sai mai nulla di ciò che accade fuori del tuo guscio. La principessa Heller è una gran dama, che s'è stabilita a Napoli da qualche anno ed è già rinomatissima perchè ha il salone più fiorente, più elegante e più intellettuale.
Teresa
Che potevo saperne, io? (Intenta al lavoro) Se qualche volta tu mi avessi parlato di lei…
Stefano
Io, personalmente, non l'ho conosciuta che ieri, nello studio del pittore Ferrantino, che lei era andata a visitare.
Teresa
(semplice) Ieri l'hai conosciuta e oggi ricevi una sua lettera?
Stefano
Mi scrive per invitarmi a frequentare il suo salone.
Teresa
(sincerissima) Mi fa piacere. Questo potrà giovarti molto.
Stefano
(con una punta di risentimento) Ti prego di credere che gioverà molto a lei.
Teresa
(mortificata) Io dicevo che potrà giovarti perchè… ti divertirai un poco, ti distrarrai…
Stefano
(con buonumore) Non cercar di rimediare, sai, che è peggio. Hai fatta una gaffe e non parliamone altro. Tanto, ne fai per lo meno cinquanta al giorno: mi ci sono abituato.
Teresa
(con rammarico) Poi finirai con l'esserne stufo.
Stefano
Ma no, non temere. Come moglie, va bene. (Graziosamente) Mi sei sempre piaciuta così.
Teresa
Davvero?
Stefano
Davvero.
Teresa
(ha un'espressione d'ingenua fierezza.)
Stefano
(sedendole accanto con un'affettuosità lievemente sensuale) Dimmi un po', mogliettina: cosa lavori di bello?
Teresa
Dei grembiuli.
Stefano
Per la cameriera?
Teresa
Per me.
Stefano
Per te!?
Teresa
Sì, perchè quando si è in faccende per la casa…
Stefano
Ma questo è ciò che io non approvo. Abbiamo un segretario, una cameriera, un servo, un cocchiere, un cuoco…
Teresa
Quanti più sono, meno c'è da fidarsi. E, anzi, proprio quel cuoco si dà un'importanza insopportabile! Stamane – per raccontarne una – io sono andata in cucina a controllare il peso della frutta comperata per la colezione, e lui…
Stefano
(mettendole una mano sulla bocca) No, Teresa! Le gesta del cuoco poi no!
Teresa
Me l'hai nominato tu, altrimenti non te ne avrei detto nulla. Ti parlo mai di qualche cosa se non cominci a parlarne tu?
Stefano
(torturandole un po' il collo carezzosamente) Ma che sciocchina che sei!
Teresa
(ridendo con bonarietà) E che posso farci io?
Stefano
Non capisci nemmeno che in questo momento vorrei che tu smettessi di lavorare.
Teresa
Subito, amor mio! (Ripone immediatamente nel cestino la stoffa, l'ago, le forbici.) Tu, intanto, hai lavorato finora.
Stefano
Con qualche differenza, se non ti dispiace.
Teresa
Hai lavorato bene?
Stefano
Ahimè, no! Per ora, sono condannato a un lavoro di transazione che non mi piglia tutto. I bisogni quotidiani mi ci costringono per l'insufficienza del mio patrimonio assottigliato, e io ne soffro, ne soffro… Ma così non potrà durare a lungo. No, no! Io sento già che l'angusto involucro della vita pratica e gretta si sfascia sotto le pulsazioni violente della mia forza. E scriverò appunto il Poema della forza. Perdio! Sarà un'opera di battaglia contro gli esseri inferiori, contro i deboli, contro i vili, contro gl'inutili, contro gli sciocchi…
Teresa
Anche contro di me?!
Stefano
(interrompendo il suo volo lirico e sorridendo) Naturalmente!
Teresa
E che me ne importa che scrivi contro di me? Sempre mio marito sei.
Stefano
(celiando) E che vuol dire?
Teresa
Vuol dire che sei tutto mio.
Stefano
Domando scusa: tutto, no.
Teresa
Però, iersera, quando stavi per prendere sonno, con la testa appoggiata alla mia spalla, non dicevi così.
Stefano
Se stavo per prendere sonno, non sapevo quel che mi dicessi.
Teresa
Sì che lo sapevi.
Stefano
Mi pare che diventi pretensiosetta!
Teresa
Io?
Stefano
(facendosi abbastanza serio) E questo non mi garba.
Teresa
Ricordavo una tua espressione tanto cara!
Stefano
L'unico mezzo per farmene pentire.
Teresa
(dolorosamente colpita, con mitezza) Stefano!
Stefano
O i grembiuli della cameriera e le gesta del cuoco, o le solite melensaggini sentimentali!
Teresa
Ma Stefano!
Stefano
E non allungarmi il muso per giunta. Cos'hai? Ti ho fatto un avvertimento. Me ne vuoi per questo?
Teresa
No. Mai!
Stefano
E allora, su, su, Teresa!
Teresa
(si rianima, suggestionata dall'animazione di lui.)
Stefano
Oggi voglio una giornata tutta bella e benaugurante. L'ho desiderata sin da stanotte, dopo che un sogno di terrore mi ha bruscamente destato; e al mio desiderio già sono stati docili il sole e il mare. L'uno difatti mi largisce oggi tutti quanti i suoi raggi, e l'altro non minaccia, non rumoreggia e non mormora neppure la nenia dei suoi riposi malinconici. Tace in un sorriso di bellezza infinita e in questo sorriso la sua immensità non ha più insidie e mi chiama col dolce silenzio d'un'amante! (Festoso, vibrante, prendendola per una mano e conducendola verso il mare) Vieni, vieni, Teresa! Vieni a vedere, vieni a sentire com'è grande e com'è tranquillo! (Presso il parapetto) Di': lo ami tu il mare, Teresa?
Teresa
Molto lo amo! (Si affaccia. – Le sue parole hanno una soavità concentrata e infantile.) Vedi la tinta smeraldina che ha l'acqua in questa minuscola insenatura!.. E com'è limpida!.. Mi piacerebbe di tuffarmici e andare diritta in fondo, sino a toccare l'arena con la mano!
Stefano
(scultorio e altisonante) Io, invece, vorrei, con una vela prodigiosa, solcare in un attimo solo tutta questa superficie sin dove arriva lo sguardo!