Читать книгу Libro della divina dottrina: Dialogo della divina provvidenza - Caterina da Siena - Страница 47
CAPITOLO XLIV
ОглавлениеCome el demonio sempre piglia l’anime sotto colore d’alcuno bene. E come quelli che tengono per lo fiume, e non per lo ponte predecto, sono ingannati, però che volendo fuggire le pene caggiono ne le pene; ponendo qui la visione d’uno arbore che questa anima ebbe una volta.
—Hotti decto che ’l dimonio invita gli uomini a l’acqua morta, cioè a quella che egli ha per sé, aciecando con le delicie e stati del mondo. Co’ l’amo del dilecto gli piglia socto colore di bene, però che in altro modo non gli potrebbe pigliare, però che non si lassarebbero pigliare se alcuno bene proprio o dilecto non vi trovassero, imperò che l’anima di sua natura sempre appetisce bene.
Ma è vero che l’anima, aciecata da l’amore proprio, non cognosce né discerne quale sia vero bene e che gli dia utilitá a l’anima e al corpo. E però el dimonio, come iniquo, vedendo ch’egli è aciecato dal proprio amore sensitivo, gli pone e’ diversi e vari difecti e’ quali sonno colorati con colore d’alcuna utilitá e d’alcuno bene; e ad ogniuno dá secondo lo stato suo e secondo quegli vizi principali ne’ quali el vede piú disposto a ricevere. Altro dá al secolare, altro dá al religioso; altro a’ prelati, altro a’ signori; e a ciascuno secondo e’ diversi stati che essi hanno.
Questo t’ho decto perch’Io ora ti contio di costoro che s’anniegano giú per lo fiume, che neuno rispecto hanno altro che a loro, cioè d’amare loro medesimi con offesa di me; de’ quali Io t’ho contiato el fine loro. Ora ti voglio mostrare come essi s’ingannano, che volendo fuggire le pene caggiono nelle pene. Perché lo’ pare che a seguitare me, cioè tenere per la via del ponte del Verbo del mio Figliuolo, sia grande fadiga, e però si ritragono a dietro, temendo la spina. Questo è perché sonno aciecati e non vegono né cognoscono la veritá, sí come tu sai ch’Io ti mostrai nel principio della vita tua, pregandomi tu che Io facesse misericordia al mondo, traendoli della tenebre del peccato mortale.
Sai che Io alora ti mostrai me in figura d’uno arbore, del quale non vedevi né il principio né il fine, se non che vedevi che la radice era unita con la terra; e questa era la natura divina unita con la terra della vostra umanitá. A’ piei de l’arbore, se ben ti ricorda, era alcuna spina; dalla quale spina tucti coloro che amavano la propria sensualitá si dilongavano e corrivano a uno monte di lolla, nel quale ti figurai tucti e’ dilecti del mondo. Quella lolla pareva grano e non era; e però, come vedevi, molte anime dentro vi si perivano di fame, e molte, cognoscendo l’inganno del mondo, tornavano a l’arbore e passavano la spina, cioè la deliberazione della volontá.
La quale deliberazione, innanzi che ella sia facta, è una spina la quale gli pare trovare in seguitare la via della veritá. Sempre combacte da l’uno lato la coscienzia, da l’altro lato la sensualitá; ma subito che, con odio e dispiacimento di sé, virilmente delibera dicendo:—Io voglio seguitare Cristo crocifixo,—rompe subbito la spina e truova dolcezza inextimabile, sí come Io alora ti mostrai, chi piú e chi meno, secondo la disposizione e sollicitudine loro.
Sai che alora Io ti dixi:—Io so’ lo Idio vostro immobile, che non mi muovo; Io non mi ritrago da veruna creatura che a me voglia venire; mostrato l’ho la veritá, facendomi visibile a loro, essendo Io invisibile; mostrato l’ho che cosa è amare alcuna cosa senza me.—Ma essi, come aciecati da la nuvila del disordinato amore, non cognoscono né me né loro. Vedi come sonno ingannati: che prima vogliono morire di fame che passare un poca di spina.
Non possono fuggire che non sostengano pena, però che in questa vita neuno ci passa senza croce, se non coloro che tengono per la via di sopra: non che essi passino senza pena, ma la pena a loro è refrigerio. E perché per lo peccato, sí come di sopra ti dixi, el mondo germinò spine e triboli, e corse questo fiume, mare tempestoso, però vi diei el ponte, acciò che voi non annegaste.
Hotti mostrato come costoro s’ingannano con uno disordinato timore, e come Io so’ lo Idio vostro che non mi muovo, e che Io non so’ acceptatore delle persone ma del sancto desiderio. E questo t’ho mostrato nella figura de l’arbore la quale Io t’ho decta.