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PREFAZIONE.

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Se la donna ha sempre molto potere su l'animo de l'uomo, moltissimo n'ebbe su quello di Giacomo Leopardi, che, adolescente, la vagheggiò in uno splendido ideale poetico; giovane, l'agognò con una dolorosa potenza di desiderio e d'amore; uomo, l'ebbe a sdegno, infelice per lei, pur sempre adorandola: madre, sorella, congiunta, amata, non amante, ma spesso amica sincera e devota, essa ebbe gran parte ne la vita di lui, nel suo pensiero, e fu tutto pel suo cuore.

I biografi studiarono con minuziosa accuratezza i rapporti del Poeta con alcune donne; lasciarono altre e non giustamente in dimenticanza: cito ad esempio l'Antonietta Tommasini; l'epistolario leopardiano conta numerose lettere a lei dirette (e molte ne mancano ancora certamente) fra le quali alcune scritte con un abbandono d'affetto quasi unico ne gli anni maturi del grande Recanatese.

Questo volumetto si propone il modesto scopo di tratteggiare i ritratti di parecchie fra le donne congiunte, per affezione o per parentela, al Leopardi; di cogliere, per quanto è possibile ne le memorie non più recenti, la loro intima personalità, di vederle nei loro rapporti con lui, e derivarne quanto di elementi reali e quanto di soggettivo fosse ne l'ideale femmineo del cantore di Silvia.

Certo alcune nascondono nel mistero l'anima loro, ma non sì che qualche raggio almeno non possa scorgerne un occhio pazientemente indagatore: son figure varie, da l'austera e rigida contessa Leopardi, di cui le mani candide paiono sempre congiunte con mistico terrore ne la preghiera, a la buona Tommasini, che chiude il suo libro per assaporare tutta la serena dolcezza del vespro nel suo giardino fiorito e segue con lo sguardo pensoso i ragazzi pei campi, gli uccelli fra il verde, le nuvole nel cielo, così semplice ne la sua vita borghese, illuminata da tanta luce di vera poesia; da la bellissima bionda Ranieri, che non s'accorge de le passioni che desta, del mondo che le sorride ed ha ne gli occhi miti e profondi tutta la fiamma di carità che la esalta, a la disavvenente, ma tenera ed appassionata Paolina, invano avida d'amore, piangente invano le sue lagrime non comprese; da la gran dama Malvezzi, tutta brio nel circolo di dotti e d'artisti da cui è attorniata e ammirata, a la cantante Brighenti, che nasconde sotto il belletto il pallore de le guancie, e sotto il suo sorriso d'artista festeggiata le ansie de la sua anima di donna; ne l'una un palpito de la pietà di Elvira, ne l'altra l'ingenua illusione d'un lieto avvenire di Silvia; in questa l'inconscia indifferenza de la donna del Primo Amore, in quella la mestizia de la donna del Sogno, in tutte v'ha qualche cosa che si conforma a l'ideale leopardiano; e se nessuna è precisamente la figura di questo o quel canto, ne l'animo che li dettò rimangono tutte, immagini care, e si fondono in un'alta idea poetica.

Si potrà notare che solo ne l'ultimo studio ho accennato a la Cassi, a la Fattorini e a la Belardinelli, di cui mancano qui i medaglioni, come mancano quelli de la Targioni-Tozzetti, de la Lenzoni, de la Buonaparte; ma le tre prime, a parer mio, quali inspiratrici del poeta furono creature più pensate che reali, vissero la vita de la sua fantasia, ne la quale, mai dimenticate, risorsero spesso, Silvia e Nerina specialmente, vivacissime parvenze d'un indimenticabile sogno. Senza dir poi che quanto se ne sa, fu detto e assai ben detto da altri.

Su la Targioni mi duole non aver potuto trattenermi; ma le notizie che intorno a la bella e graziosa Fanny si possono ritrarre dai libri sono affatto insufficienti a diradar l'ombra fitta che ce la nasconde, e la famiglia non acconsente a darne altre.

La Carlotta Lenzoni de' Medici e la Carlotta Buonaparte non furono pel poeta che gradite, fuggevoli conoscenze.

Debbo qui render grazie al conte Giacomo Leopardi, che mi fu largo di aiuto e con le sue ricerche mi procurò la conferma di quanto io scrissi riguardo a l'ignorato amore di Paolina Leopardi per Raniero Roccetti; al conte Nerio Malvezzi, che mi favorì parecchie notizie intorno a la Teresa Carniani Malvezzi e non poche lettere inedite a lei rivolte da chiari letterati del suo tempo; al prof. Americo De Gennaro Ferrigni, cui debbo non pochi ragguagli intorno a la vita di Paolina Ranieri; ed a parecchie altre gentili persone, che facilitarono le mie ricerche intorno a Madama Padovani, e che mi procurarono gran numero d'autografi inediti di Marianna Brighenti.

Se sotto la mano inesorabile de la critica tanti rosei veli cadono e tante figure che ci compiacevamo ammirare appaiono degne piuttosto di pietà, lasciandoci il rimpianto di un'illusione perduta e quasi un posto vuoto e difficile ad esser rioccupato nel pensiero, a taluno potrà, spero, riuscir piacevole che qualche immagine ormai sbiadita, se non cancellata dal tempo, ci si ravvivi dinanzi bella e degna e ci riveli amicamente un'ora, un momento de la vita del grande, cui abbellì di qualche raro sorriso la dolorosissima esistenza.

Esse, le donne gentili e care al poeta, rendano accetto con la loro grazia l'omaggio, invero troppo umile, di queste pagine pel Centenario che Recanati e l'Italia celebrano quest'anno.

Emma Boghen-Conigliani.

Firenze, febbraio 1898.


La donna nella vita e nelle opere di Giacomo Leopardi

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