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 Capitolo 12 - Entra in scena Charlie

<<Senti Justin, non ho proprio idea perché tu sia venuto qui ma penso che sia stata una pessima idea. Io e Claire stavamo proprio per...ehmm andare in un...posto. E tu non sei invitato>>.

<<Gentilissima come sempre>> non si scompose Justin. <<Sa Claire, in ufficio la chiamiamo sempre così, Gentile. E' praticamente il suo soprannome. Giuro che nel dizionario alla definizione di "gentile" metterei proprio la foto di Sandrine>>.

Ma Justin non finì le parole, che una massa di pelo bianco e orecchie per aria saltò da sotto il tavolo con un latrato furioso, dritto verso la sua gamba. Fece un salto dalla sedia, evitando per un pelo di essere addentato.

<<Che diamine!>> esclamò così forte che tutte le teste si girarono verso di lui.

<<Mordilo, Charlie!>> disse Sandy senza scomporsi, mentre l'amica scoppiava in un'altra delle sue risate fragorose che cominciavano a dare un po' sui nervi alla povera vittima in camicia, cappello da cowboy e jeans come per miracolo scampati dai denti dell'animale.

<<Legalo più lontano!>> ansimò Justin, mentre la peluria bianca si fece vedere in tutto il suo splendore: era un, doveva ammettere, bellissimo Golden Retriever di taglia media ma con denti che sembravano molto affilati, e lo fissava ...appunto, in cagnesco. Si costrinse di ricordare quanto amava i cani, quanto li adorava. Solo che l'apparizione era stata un po' troppo... improvvisa per i suoi gusti.

<<Mordilo, Charlie!>> esordì di nuovo Sandy, e questa volta toccò a Justin alzare gli occhi al cielo.

<<Adesso ti faccio vedere che sono un bravo amico, persino degli animali>> disse e tese piano la mano verso il muso del cane che, ancora diffidente, finì per lasciarsi accarezzare e addirittura gli leccò le dita.

<<Traditrice!>> sbuffò Sandy. Era ancora più affascinante con quell'espressione imbronciata, e per qualche secondo Justin rimase semplicemente a fissarla, avvertendo perplesso i battiti del proprio cuore. Doveva fare molto caldo si disse, perché piccole gocce di sudore gli si formavano sulla fronte, e gli sembrò che anche la ragazza sudasse un po'. O forse era una qualche mal celata emozione?

Per la milionesima volta si chiese se lei avesse una cotta per lui, così come gli era sembrato in alcuni momenti al lavoro. Aveva otto anni più di lei, sapeva di essere uno che non passava inosservato dalle donne, era bello, affascinante e con una carriera alle stelle. Sarebbe stato un gioco da ragazzi conquistare Sandy, eppure nonostante certi segnali, lei continuava a indossare quella maschera di ghiaccio e antipatia nei suoi confronti che malgrado tutto le conferiva un adorabile je ne sais quoi, per dirla alla francese.

Sandy non era come "le donne" in generale. Aveva carattere, classe, oggi più che mai lo doveva ammettere. E non la si poteva leggere facilmente. A volte sembrava una bambina indifesa appena uscita dai banchi del liceo che non chiedeva altro che coccole e abbracci. Nell'attimo dopo diventava la regina dei ghiacci al Polo Nord, con un cuore più freddo dell'Alaska. Non era per niente facile con lei, ma Justin non amava mai le cose facili.

<<Ehmmm... credo che andrò a fare....quella cosa di cui ti stavo parlando prima>> interrompe l'amica Claire, alzandosi frettolosamente e lasciando sul tavolo una banconota.

<<Che cosa??? Ma...ma....>> Sandy era l'immagine dello sbalordimento e della disperazione.

<<Ricordi che dovevo incontrare ...Paolo, per farmi dare...quella cosa...Ma voi due fate pure senza di me, sono sicura che avete moltissime cose da dirvi>>.

Sandy non poteva credere ai suoi occhi, mentre la guardava andarsene a gambe levate: la sua migliore amica era ufficialmente diventata la peggiore traditrice!

<<Traditrice numero due>> completò Justin i suoi pensieri, scoccandole un'occhiata penetrante.

<<Al diavolo Justin Bennett, quando mi dirai perché sei qui e cosa vuoi da me, immagino distruggere la mia giornata come sempre?>>

<<Sei venuta a vedere la casa sulla spiaggia, vero?>> andò lui dritto al punto.

<<Siccome sono vittima di un intenso fenomeno di stalking, le domande le faccio io>> disse, lanciandosi i capelli all'indietro con un gesto diffidente e affascinante.

<<Okay, allora se vuoi le risposte perché non lasciamo questo posto e facciamo una passeggiata sulla spiaggia? Sono certo che Charlie lo apprezzerebbe moltissimo, così ci facciamo anche due chiacchiere senza alcuna invasione alla nostra privacy>>.

<<Guarda chi parla di privacy>> sorrise lei controvoglia.

”Dolce Settembre”

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