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4.3 Paralinguistica e cinesica

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Sul piano dell’espressione, in molte lingue le repliche brevi sono veicolate, oltre che da mezzi di natura strettamente linguistica, come le profrasi dell’italiano, anche da mezzi di natura paralinguistica e cinesica, che possono accompagnare o sostituire i primi.

I mezzi di questo tipo sono di solito condivisi da comunità con lingue diverse ma geograficamente contigue, come nel caso della consonante avulsiva dentale sorda [ʇ] per “no”, diffusa in vaste zone dell’Europa meridionale e dell’Africa presso parlanti lingue il cui inventario fonetico, come nel caso dell’italiano, non ha consonanti di questo tipo (Canepari 1979:89, Poggi 1981:60); o ancora nel caso del rifiuto segnalato facendo oscillare da destra a sinistra e viceversa l’indice sollevato verso l’alto o inclinando la testa leggermente all’indietro con eventuale protrusione delle labbra1.

Anche se questi fenomeni non possono essere compresi tra i parametri tipologici pertinenti, esulando dal sistema linguistico vero e proprio, è comunque interessante notare la possibilità di parziale grammaticalizzazione di repliche con sovrapposizione di mezzi di espressione linguistici e paralinguistici o anche formate con soli mezzi paralinguistici. Un esempio della prima possibilità è dato dallo yawelmani (citato in Sadock e Zwicky 1985:191), dove la profrase positiva ho:hoʔ è pronunciata con vocali nasalizzate altrimenti estranee alla fonologia e alla fonetica di quella lingua. Un esempio della seconda possibilità è fornito da molte varietà dell’inglese d’America, dove, a partire da elementi paralinguistici, si è costituita una coppia di espressioni bisillabiche per “sì” e “no”, distinte solo per la diversa distribuzione di tono alto, notoriamente estraneo al sistema, e, in subordine, di accento, cfr. uh-hùnh “sì” vs. ù(n)h-unh “no”.

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