Читать книгу La missione del bambino - Jessa James - Страница 12
Jett
ОглавлениеMi sposto sulla panca di quercia logora su cui sono seduto, guardando la strada dalla finestre. Sposto da un lato la pesante tenda, cercando una visione migliore, ma la cosa non aiuta. Una donna anziana si avvicina al bar e apre la porta.
Mi appoggio allo schienale con un sospiro. Devo ammetterlo, sono ansioso che si presenti Cady.
All’interno, l’arredamento è tutto broccato e velluto, l’illuminazione è fioca. È un bar per i primi appuntamenti, lo si può notare dagli arredi vittoriani e dal prezzo delle bevande.
Finisco di bere il mio drink old-fashioned che sorseggio da un po’, drenando le ultime gocce annacquate. Controllo l’orologio, ma è ancora troppo presto perché arrivi.
Perché ho deciso di venire qui così presto? Mi chiedo per la terza volta.
Ma so perché. Perché faccio cose idiote? Perché sono un coglione arrapato, ecco perché.
Guardo fuori dalla finestra e questa volta vedo Cady. Faccio un piccolo fischio fra me e me.
È dannatamente figa.
La prima volta che l’ho vista era vestita, probabilmente in tenuta da lavoro. Stasera, però, indossa quest’incredibile tubino rosso che lascia le braccia nude. Faccio scorrere lo sguardo su e giù per la sua figura, in particolare sulle sue dannate gambe chilometriche in bella mostra.
Non mi vede quando si ferma fuori. Prendo un momento per dare un’occhiata ai suoi lineamenti patrizi, al suo naso arcuato, alle labbra carnose e agli zigomi alti. Si passa una mano sui capelli, che sono ben raccolti all’indietro.
È davvero, davvero dannatamente bella. Vado avanti e mi limito a sistemare il mio cazzo nei jeans, perché presto vorrà stare sull’attenti.
Cady si passa le mani sul vestito, allisciandolo. La vedo prendere fiato e poi aprire la porta. Mi giro un po’, in modo che non possa accorgersi che la stavo fissando attraverso la finestra.
“Ehi,” dico quando mi vede. Mi alzo. “Ce l’hai fatta.”
Lei arrossisce e viene accanto a me. “Già!”.
“Che ne dici di un abbraccio? È importante tenere vivo il contatto nella nostra relazione,” dico scherzando.
Le sue guance si tingono di un rosa chiaro, ma apre le braccia per accogliermi, premendo il suo corpo contro il mio. È molto più bassa di me, quasi fragile tra le mie braccia. Quell’idea mi porta a pensare a come sarebbe averla sotto di me, o sopra di me, mentre grida il mio nome.
Il mio cazzo si mette subito sull’attenti. La rilascio e indietreggio rapidamente.
“Ecco, siediti pure. Chiamo la cameriera...” Le dico, guidandola l’angolo del nostro tavolo con una mano sulla sua schiena. Mi guardo intorno e faccio un cenno alla cameriera.
Una ragazza ben vestita viene a servirci. Ha i capelli biondi e ricci, un vestito di pelle nera e dei tatuaggi piuttosto interessanti.
Se non fossi stato così impegnato a provare a scoparmi Cady, avrei sicuramente parlato con lei.
“Ha bisogno di un menu?” chiede a Cady.
Vedo Cady che ascolta la cameriera, ma non riesco a interpretare la sua reazione. Cosa starà nascondendo? Mi domando.
“Prendo una vodka con soda e doppio lime”, dice Cady.
“Io prendo un altro old-fashioned”, dico con un sorriso.
Mentre la cameriera si dirige verso il bar, vedo di nuovo quello sguardo sul volto di Cady. La stessa espressione calcolatrice di prima, solo che questa volta si tratta dell’interazione che ho appena avuto con la cameriera. Non so bene cosa stia pensando, ma preferirei non rischiare di chiederglielo.
Devo fare alcune domande per distrarre entrambi.
“Okay. Un paio di informazioni su di me”, dico. Adesso il suo sguardo grigio scuro è su di me, così deciso che quasi brucia.
"Ah sì?" dice, inarcando un sopracciglio.
"Sì. Sono nato ad Asheville, nella Carolina del Nord. Mio padre è un appaltatore e mia madre un’insegnante. Ho un fratello, più giovane di me di due anni.” Mi fermo un attimo. “Ho trentacinque anni e penso di averti già detto che lavoro faccio.”
“Sì, me l’hai detto”, dice, appoggiandosi alla panca. Sposta una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio. Penso fra me e me che sembra una modella, con il suo rossetto rosso e i capelli lisci.
“Dammi qualcosa in più su di te”, suggerisco. “Sai, in modo che la nostra ‘relazione’ possa procedere nel migliore dei modi.”
Sorride al gesto che faccio per sottolineare l’uso delle virgolette.
"Mi sembra giusto. Sono nata a Santa Fe. Io...” dice, poi vacilla. “Ho vissuto nel centro per i servizi sociali, e poi sono stata rimbalzata da casa a casa. Ho trentatré anni e anch’io ti ho detto che lavoro faccio.”
“Avvocato, vero?” chiedo io.
“Esatto. Avvocato civilista,” afferma.
Noto che, nel muoversi un po’, mi fa vedere un po’ la sua scollatura. Comunque la cosa non mi dispiace affatto. La cameriera porta i drink e io non la guardo nemmeno.
Vedo che Cady fa un sorrisetto compiaciuto. Bingo, penso. Quindi ti piace essere al centro dell’attenzione, eh?
Nascondo il mio sorriso dietro il mio drink. Lei fa un sorso, lasciando un segno netto di rossetto rosso sul bordo del bicchiere.
“Novità da parte della tua ex?” chiede.
La mia ex? Ripenso a ieri sera e poi ricordo cosa le ho detto. Ho mentito sul fatto che Emily fosse lì, ma dubito che a Cady importi.
“Nulla, silenzio totale. Mi hai fatto davvero un grosso favore,” dico, avvicinandomi un po’. Sto quasi toccando il suo braccio. Il prossimo passo è quello di mettere casualmente il mio braccio intorno alla sua spalla. E lo farò presto.
“Dovrò ricordarmelo”, dice, facendomi un sorriso. “Per un eventuale ricatto.”
Sorrido. "Certo. Sentiti libera di estorcermi tutto quello che vuoi. Sono tutto tuo.”
"Davvero?" dice arrossendo graziosamente.
"Oh, sì. Sono davvero un bravo ragazzo da... sai. Da conoscere,” dico con un occhiolino.
"Capisco. Quindi se chiedessi alla cameriera e al barista quante ragazze hai portato qui prima di me...”
Fregato. Quindi aveva notato che un bar per appuntamenti.
“Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”, dico, alzando la mano destra.
“Sì, l’atmosfera di questo posto mi ricorda un po’ Tinder. È come se non volessi sedermi senza le mutandine per paura di prendere qualche malattia,” scherza.
“Allora indossi le mutandine?” Dico sorridendo con fare da predatore. È più forte di me, non riesco a non provocarla. Tira fuori questo lato di me, più del solito.
Sembra imbarazzata. "Forse."
Allungo con disinvoltura le braccia, quindi ne faccio scorrere una intorno alle sue spalle e mi avvicino un pelino di più. Il suo seno sporgente e i suoi fianchi lussureggianti mi toccano il braccio e la gamba. Mi guarda con quei grandi occhi grigi. Le sue labbra rosse perfettamente carnose sono una grande tentazione.
Lo farò presto.
“Fammi indovinare,” dico. “Un paio di culottes di pizzo? Oppure... No no, ce l’ho. Un minuscolo perizoma nero.”
Arrossisce fino alle radici dei suoi capelli.
“Una signora non parla dei suoi indumenti intimi in pubblico.”
Mi chino vicino al suo orecchio, sussurrando. “Lo scoprirò prima o poi, però. Non è vero?”
Vorrei poter fotografare la sua espressione in quel momento. Un mix di shock e lussuria repressa stampati sul suo viso.
Mi spezza quasi il cuore quando si gira, buttando giù il suo drink. Ma sono a un passo dal capire cos’è che le piace. Penso che le piacciano i discorsi sporchi, il che mi rende ancora più duro di prima.
Mi rilasso, tenendo il braccio intorno a lei e cambiando argomento. Parliamo dei miei tatuaggi e un po’ del nostro lavoro.
Sembra sollevata, anche se noto che la tensione non è del tutto scomparsa dal suo corpo. Parliamo un po’, ordiniamo altri drink. La prendo in giro e lei arrossisce.
Mi piace il modo in cui riesco a farla arrossire ancora e ancora. Mi fa pensare al suo viso quando raggiunge l’orgasmo. Scommetto che gode a bocca aperta in modo sconvolgente.
Ho intenzione di scoprire di persona che aspetto ha, stasera.
Il suo corpo mi distrae un po’ mentre chiacchieriamo. Le sue gambe sono lisce e toniche, ogni centimetro che mostra è perfetto. Di solito prediligo le donne basse, ma le lunghe gambe di Cady mi fanno pensare a tutte le posizioni in cui voglio farla mettere.
Mi cavalcherebbe come una puledra? O le piacerebbe essere scopata da dietro?
Per non parlare delle sue tette. È più dotata della maggior parte delle donne con cui esco, e immagino che i suoi seni nudi siano assolutamente fantastici.
“Scusa, cos’è che mi hai chiesto? Ero impegnato a fissarti,” dico, scrollando le spalle.
Cady arrossisce. “Ti ho chiesto se hai malattie cardiache in famiglia. O particolari condizioni genetiche.”
Mi faccio scorrere la mano sulla bocca e sulla barba, pensando. Ce le ho?
"No, credo di no. Perché queste domande mediche?”
Non risponde alla mia domanda e, anzi, me ne fa un’altra.
“Mmm... Sei... Diciamo, pulito?” chiede, con il viso di un rosso acceso. “Voglio dire, di recente hai fatto un controllo per le malattie sessualmente trasmissibili?”
Questa è la prima domanda che mi fa davvero sentire un po’ strano. Le lancio un’occhiata sospettosa.
“Perché?” Chiedo senza mezzi termini.
Mi mette una mano sul bicipite in un gesto rassicurante.
“Semplicemente… Dimmelo. Una ragazza ha il diritto di conoscere un ragazzo con cui farà... Diciamo… Cose, non credi?”
Le mie sopracciglia s’inarcano. “Ho fatto i test durante l’ultimo mese e ho una salute di ferro.”
Il suo viso continua a fissarmi senza pietà. Si morde un labbro per un secondo.
"Ok. Mmmm… Vorrei chiederti una cosa,” dice, comincia a pronunciare le parole più velocemente. Apro la bocca per dire qualcosa, ma lei mi ferma. “No, fammi finire. Capisco che può essere troppo, ma... Sto cercando di rimanere incinta.”
“Wow... Che cosa?” Dico, colto di sorpresa. "Tu… Cosa?!"
“Sto cercando di chiederti... Sai... Di essere il mio donatore di sperma. È solo che voglio...” Deve fermarsi un attimo, seppellendo il viso tra le mani per un secondo. “Ah, è più difficile di quanto credessi.”
“Mi stai chiedendo se... Mi stai chiedendo se ti metterò incinta?” Dico. Le parole che mi escono di bocca suonano super strane.
"Sì!", dice, continua a parlare a macchinetta. “Posso saltare l’intera faccenda della banca del seme se trovo qualcuno... Qualcuno che mi piaccia abbastanza.”
Tolgo il braccio dalle sue spalle e mi gratto la nuca. Cosa dovrei risponderle?
“Non lo so...” provo a dire. “È solo che… Non lo so.”
“Ascolta”, dice supplichevole, mettendomi una mano sulla coscia. “Sai che sono un avvocato. Tu vuoi la libertà? Farò redigere dei documenti per assicurarti di rimanere libero. Mi assicurerò che l’accordo sia inattaccabile, che ti sollevi da ogni responsabilità.”
Vede che distolgo lo sguardo e va un po’ nel panico.
“Jett, per favore, guardami.” La guardo e lei sorride. “Hey. Scusa. È solo che... Se un figo da paura, e sei in ottima salute. Ovviamente hai dei geni buoni. E posso solo immaginare che il sesso fra noi sarebbe... Preferibile alla procedura fredda e clinica che mi offrirebbe la banca del seme. Ti sto praticamente chiedendo...” dice, diventando di nuovo rossa. “Fondamentalmente ti sto chiedendo di fare sesso non protetto con me.”
“È solo che... Mi stai chiedendo una cosa pesante”, dico a disagio.
Da un lato mi sta davvero supplicando, ti prego, vienimi dentro. D’altro canto, non so proprio cosa pensare sull’idea di avere un bimbo. Anche se non fossi responsabile e non dovessi dedicargli soldi o tempo… Cosa dovrei pensare? Dovrei andarmene tranquillamente in giro sapendo che ho messo al mondo un figlio?
“So che ti sto chiedendo tanto. Un favore davvero, davvero grande. Capisco se vuoi pensarci.”
La guardo per un lungo momento. È così allettante in quel vestitino rosso, con le lunghe gambe incrociate. Voglio andare a letto con lei, sentire le sue labbra carnose avvolgersi attorno al mio cazzo, sentirla spasimare intorno a me. Voglio vederla arrossire come una rosa rossa durante il suo orgasmo, vedere la tempesta agitarsi in quei grandi occhi grigi.
Il mio lato selvaggio sussurra “fallo e basta”. Ma quello ragionevole dice “per favore, pensaci”.
“Posso pensarci?” Dico alla fine.
Butta fuori un respiro, sollevata. "Certo! Pensaci, consulta un avvocato... Sentiti libero di fare tutto quello che vuoi.”
Cady si muove un po’, poi apre la borsa. Lascia una banconota da cento sul tavolo. Apparentemente vuole pagare i drink di stasera.
Non mi sono mai sentito una prostituta prima d’ora, ma la situazione comincia a suscitare in me quella sensazione. Sono ancora a corto di parole.
"Sono solo... Mi sento un po’...” Dico gesticolando.
“Non c’è bisogno di spiegare. Prenditi... Prenditi pure tutto il tempo di cui hai bisogno. Hai il mio numero,” dice.
Si avvicina, mettendomi una mano sul petto. Mi bacia sulla guancia. Gemo e premo le mie labbra contro le sue, incapace di controllarmi dopo aver fantasticato su di lei per tutta la giornata.
Il bacio è dolce e gentile, inizialmente le labbra si sfiorano appena. Non riesco a immaginare qualcosa di più morbido delle sue labbra. Vado più a fondo con il bacio, muovendo la lingua contro i suoi denti. Emette un gemito soffuso che per metà è un lamento e per metà lussuria animale.
Lo giuro, quel gemito me lo fa diventare di marmo in pochi secondi.
Si lascia andare a me e la mia lingua turbina all’interno della sua bocca. Gesù, ha un sapore più dolce delle cazzo di caramelle.
Sento la sua spinta contro il mio petto e, riluttante, mollo la presa. Rimaniamo così per un secondo, guardandoci negli occhi, cercando di decifrare a vicenda i nostri sguardi.
Poi si morde il labbro e si asciuga le labbra con le dita. “Temo di averti lasciato un po’ di rossetto addosso.”
“Orgoglioso di avercelo, lo prendo quasi come un trofeo”, scherzo.
Cady sorride e si allontana, poi si alza.
“Aspetterò la tua chiamata”, dice. "Buonanotte".
“Notte”, dico.
La guardo uscire dal bar, poi guardo fuori dalla finestra. È una bella figura sulla strada buia, un’elegante signora in rosso.
Mi siedo di nuovo con un sospiro. Che cazzo è appena successo?
Ho fatto molte proposte nella mia vita. Diavolo, mi è stato persino chiesto di fare sesso alcune volte.
Ma mai nei miei trentacinque anni di vita mi è stato chiesto di mettere incinta qualcuna. Questa, lo giuro, mi è assolutamente nuova.
Mi alzo e me ne vado pochi minuti dopo Cady, il mio cervello non smette di arrovellarsi.
Sì, penso a Cady. Ho una bella sensazione su di lei. Quella sua lussuria potrebbe essere la sua stessa ricompensa, onestamente.
Però cosa mi sta chiedendo? Di creare una vita? È una roba seria.
Dovrò riflettere parecchio su Cady e sulla sua proposta.