Читать книгу Jeremy (Angelo Spezzato #4) - L.G. Castillo, L. G. Castillo - Страница 6

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Le potenti ali bianche di Jeremy sbattevano sullo sfondo del cielo azzurro. Volava alla velocità massima raggiungibile dalle sue ali. Stava scappando.

Scappando dall’amore racchiuso nel suo cuore che chiedeva di essere liberato.

Scappando dalla paura di poter perdere il controllo da un momento all’altro.

Scappando dalla verità.

Suo fratello e la sua famiglia sarebbero presto riusciti a vedere la realtà. E in quel momento avrebbero saputo che aveva mentito quando aveva detto di aver confuso i propri sentimenti per Naomi, pensando che si trattasse di vero amore. Le sue bugie lo stavano raggiungendo, e a causa loro avrebbe perso la propria famiglia.

Il vento freddo gli schiaffeggiò il viso mentre saliva ancora più in alto, facendogli ricordare il momento in cui aveva deciso di chiudere il cuore sulla verità di essere innamorato della moglie del fratello. Non aveva avuto intenzione di mentire. Non era una cosa che avesse pianificato. Era semplicemente successa. Dopo che tutti avevano condiviso la propria versione di ciò che era accaduto tanto tempo prima nel tempo antico, i ricordi erano tornati straripanti, e con loro i sentimenti che provava per Naomi.

Che ancora sopravvivevano.

Ricordava ogni singolo istante passato con lei: il suo primo sorriso quando l’aveva incontrata con le sorelle nella città di Ai, il loro primo contatto quando le aveva preso la mano, e il loro primo bacio.

Quel bacio. Quel momento era impresso a fuoco nella sua mente. Poteva sentire la folla che scandiva il suo nome dopo che aveva vinto la gara di corsa contro Saleos, e che lo incitava a ritirare il premio e baciare Naomi. Il ruggito della folla quando aveva unito le sue labbra a quelle di Naomi echeggiava ancora nelle sue orecchie, ed era aumentato di intensità quando l’aveva presa fra le braccia, rendendo il bacio più profondo.

Tutti i suoi ricordi e le emozioni ad essi legate erano riaffiorati con prepotenza nel momento in cui Raphael e Rebecca avevano raccontato la storia del loro passato antico. Mentre riviveva quei momenti, era come se il tempo si fosse fermato e si fosse svegliato con lo stesso amore per Naomi che aveva provato allora. I suoi sentimenti non si potevano reprimere. Erano sempre stati presenti. Ma adesso il passato si era finalmente congiunto al presente e tutto e tutti erano di nuovo completi. Uri si trovava di nuovo di fianco a Rachel, sua madre era riunita a suo padre, e Lash e Naomi erano legati come una sola anima.

Ripensò al momento in cui aveva deciso di mentire, a come Naomi si era aggrappata a Lash quando Rebecca aveva detto loro che Jeremy era rimasto di fianco a Lash pronto a lottare per proteggere lei e Naomi. Jeremy era rimasto sconvolto nel vedere l’espressione sul viso di Naomi quando Rebecca aveva raccontato di aver visto le spade dei soldati che trafiggevano i suoi figli. Si ricordò di come Naomi aveva stretto Lash, come se avesse paura che sarebbe sparito se l’avesse lasciato andare. Lash era stato così dolce, aveva calmato le sue paure e le aveva detto che non sarebbe andato da nessuna parte, che sarebbe stato con lei per sempre. Quando Raphael aveva finito di raccontare il loro passato, Jeremy aveva capito quanto difficile fosse stato per Lash vivere sempre nella sua ombra. E, malgrado tutto ciò, il suo coraggioso fratello lo amava.

Jeremy ricordava chiaramente il giorno in cui aveva mentito. Era iniziato tutto con una semplice affermazione di Lash. E lui aveva dato una risposta che gli era rimasta nel cuore dal primo giorno in cui aveva incontrato Naomi.

“La volevi.”

“Sì.”

E poi era arrivata la bugia. Sapeva che se ne sarebbe pentito nello stesso momento in cui gli era uscita dalla bocca. Ma aveva allontanato quei pensieri dalla mente perché aveva pensato che in qualche modo avrebbe trovato come andare avanti.

“Ci ho pensato molto. Potresti avere ragione sul fatto che io abbia confuso i miei sentimenti per te. Per come sono finite le cose ad Ai, non ho mai avuto la chance di sapere cosa sia il vero amore.”

“Lo saprai. Un giorno. Ne sono certa.”

Avrebbe voluto risponderle dicendole che l’aveva già saputo. Che sapeva già cosa fosse il vero amore ogni volta che guardava nei suoi occhi e ogni volta che veniva calamitato dal suo spirito fiero e dalla sua immensa fiducia negli altri.

Ma quando si era guardato intorno ed aveva osservato il circolo dei suoi amici e della sua famiglia, aveva visto che tutto si trovava finalmente al posto giusto. La madre sottobraccio al padre, Rachel in braccio ad Uri, e Lash stretto a Naomi. E poi aveva guardato l’unica persona che potesse veramente capirlo: Gabrielle.

I suoi occhi color zaffiro si erano legati a quelli color smeraldo, e lei aveva sussurrato al suo orecchio queste parole dopo che era rientrato dal suo lungo “incarico”:

Gioca la tua partita a poker.

E così aveva fatto.

Ogni giorno aveva indossato la maschera del fratello allegro e spensierato sia con Lash che con Naomi. E ogni giorno che passava, la maschera si era incrinata, pezzo dopo pezzo. Con ogni sguardo amorevole di Naomi verso Lash, con ogni tenera carezza delle sue dita sulla sua guancia, si spezzava sempre di più.

Sì, tutti erano di nuovo completi.

Tutti tranne me.

Vagò nel cielo senza meta, le possenti ali che si muovevano lentamente come se anch’esse percepissero il peso sul suo petto. Era un carico che si era accollato di propria volontà. Nel momento in cui l’aveva fatto aveva pensato che con il tempo i suoi sentimenti sarebbero lentamente svaniti.

Aveva avuto torto.

Cosa posso fare?

Si trovava nella stessa identica situazione di poche settimane prima, dopo che aveva litigato con Lash davanti al Salone delle Offerte. Le loro vite erano state stravolte quando aveva colpito Lash e Naomi sulla sommità di Shiprock. Sapeva che nel momento in cui Lash fosse venuto a conoscenza dei suoi sentimenti per Naomi avrebbe voluto colpirlo ancora.

Erano passate solo poche settimane? O si trattava di mesi? La differenza temporale fra il Paradiso e la Terra non l’aveva mai preoccupato prima. Non gli interessava che il tempo sulla Terra scorresse più lentamente che in Paradiso. Non ci aveva mai fatto caso—fino ad ora. Il tempo premeva su di lui; ogni ticchettio dell’orologio segnava un altro secondo in cui lui restava da solo mentre gli altri, Lash e Naomi, Rachel e Uri, persino suo padre e sua madre, erano andati avanti.

Sorvolò le residenze degli angeli, pensando al giorno in cui Gabrielle gli aveva parlato di un incarico durante il quale Lash avrebbe dovuto portare una donna chiamata Naomi Duran a Shiprock. Gli si formò un groppo in gola ricordando le bugie che aveva dovuto raccontare al fratello. Beh, non proprio bugie, ma aveva omesso di dire al suo migliore amico che gli avevano ordinato di colpirli una volta che avessero raggiunto la cima di Shiprock. Ovviamente Lash si era sentito tradito. E ne aveva tutto il diritto. Chi non l’avrebbe fatto se si fosse trovato sulla cima di una montagna sotto la pioggia, abbracciato all’amore della propria vita, pregando che non morisse, per poi vedere il proprio migliore amico che si trova lì per uccidere entrambi?

Era il suo lavoro. Era stata la cosa più difficile che avesse dovuto fare in tutta la sua vita. Ma se avesse avuto indietro i suoi ricordi, se avesse conosciuto la storia di Lash e Naomi, avrebbe avvisato Lash?

Jeremy si spinse ad andare più in alto e più veloce, desiderando sfuggire alla risposta che risuonava con forza nella sua mente. Il dovere era sempre stato la prima cosa per lui. Aveva sempre fatto ciò che gli veniva chiesto, e se avesse dovuto ripetere tutto di nuovo, lui . . .

Strinse le mani a pugno, combattendo contro la verità su sé stesso che non voleva affrontare, mentre raggiungeva il picco più alto della catena di montagne. Una brezza fredda lo colpì, facendogli venire la pelle d’oca lungo le braccia muscolose e l’addome. Non c’era la possibilità di sfuggire a come avrebbe agito se avesse dovuto rifare tutto, e il senso di colpa gli procurò una morsa allo stomaco.

Mentre sorvolava il cottage di Lash e Naomi, guardò verso la porta-finestra aperta. Si bloccò quando vide un’ombra che passava lì davanti. C’era qualcosa o qualcuno lì dentro. Rimanendo in attesa, vide le tende bianche che sventolavano. Sentì una serie di ticchettii, e rivide l’ombra. Volò dentro, atterrando con un soffice tonfo sul pavimento di ciliegio della camera da letto.

“Chi c’è?” Si guardò intorno nella stanza, chiedendosi chi potesse essere così pazzo da sconfinare nella residenza privata di un altro angelo.

Saleos.

Ma il luogotenente di Lucifero avrebbe osato presentarsi in Paradiso? Jeremy aveva sacrificato la propria vita per uccidere Lucifero immergendoli entrambi nel Lago di Fuoco—l’unico modo per eliminare un angelo. Dopo che l’Arcangelo Michael l’aveva riportato in vita, gli avevano detto che Sal ed i fratelli erano fuggiti.

Jeremy trattenne il respiro, ascoltando attentamente per sentire eventuali movimenti. Saleos non era stupido. Sapeva che tutti gli angeli dispongono di una vista e di un udito superiori, rendendo difficile muoversi in Paradiso senza venire scoperti. Saleos era così assetato di potere da fare qualcosa di così assurdo come riprendere il cammino dal punto in cui Lucifero l’aveva interrotto.

Una forte brezza entrò nella stanza. Il copriletto svolazzò, creando delle ombre danzanti sul pavimento. Jeremy espirò, ridendo fra sé e sé.

“Bene. Sto andando fuori di testa. Vedo cose che non ci sono. Faccio sogni ad occhi aperti sulla moglie di mio fratello, e adesso parlo da solo.”

Si passò le mani fra i capelli, sentendo quanto fossero più corti e rimpiangendo il vecchio taglio. La vita sarebbe mai tornata ad essere come prima? Anche Rachel si era accorta che c’era qualcosa che non andava. Era così preoccupata da aver chiesto ad Uri di placcarlo e portarlo alla loro suite nella residenza degli angeli. Aveva insistito per fargli un taglio di capelli. Jeremy non poteva credere di avere ceduto.

“Ti farà sentire meglio” aveva detto.

“Uri me lo fa fare sempre” lo aveva rassicurato.

“Che odore? Non c’è nessun odore di ammoniaca” aveva detto innocentemente, sbattendo le ciglia.

Ore dopo, i suoi capelli erano più corti e più scuri, e lui si sentiva ancora uno schifo.

Sospirando, richiuse le ali ed entrò nella stanza. Osservò il letto morbido ricoperto da dozzine di cuscini bianchi e azzurri. Ne prese in mano uno, azzurro. Aveva lo stesso colore degli occhi di Naomi. Lasciò vagare la mente e pensò al sogno in cui lei stava fra le sue braccia, baciandolo teneramente, dicendogli parole d’amore.

Senza riflettere, si portò il cuscino al naso, chiuse gli occhi e inalò. Il profumo di Naomi, l’inebriante aroma di muschio che sembrava indugiare su tutto quello che toccava, gli riempì i sensi. Si trovò nuovamente perso nei ricordi dell’unico bacio che si erano scambiati; l’unico, l’ultimo. I ricordi si trasformarono in sogni. Jeremy sapeva che niente era reale. Sapeva che era sbagliato desiderarla. Ma nel suo sogno, lei era sua. Lei lo amava.

“Naomi” disse sottovoce. “Come posso estrometterti dal mio cuore?”

Spalancò gli occhi sentendo un ticchettio nella stanza.

C’è qualcuno.

Jeremy  (Angelo Spezzato #4)

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