Читать книгу Jeremy (Angelo Spezzato #4) - L.G. Castillo, L. G. Castillo - Страница 7

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Sentì ringhiare e poi, tutto a un tratto, un proiettile rossastro si fiondò nella stanza e si fermò ai suoi piedi.

“Bear! Piccola pazza palla di pelo. Sono solo io” disse Jeremy al Chihuahua, ridendo. Dopo la morte di Bear, Jeremy aveva fatto un viaggio di proposito per prenderla e portarla a Lash e Naomi. Dopo tutto questo tempo, il piccolo cane ancora non l’aveva preso in simpatia.

Bear inarcò la schiena. Il suo musetto puntava il pavimento mentre continuava a ringhiare.

“Ma perché non ti piaccio? Vedresti che sono uno a posto se mi dessi una chance.” Si abbassò per accarezzarla.

Lei fece uno scatto, cercando di mordergli le dita.

“Hey!” Jeremy ritirò velocemente la mano.

Il cane cominciò ad abbaiare e a correre in circolo, producendo con le piccole zampe dei ticchettii sul pavimento.

“Bear, finiscila.”

Jeremy saltò in piedi al suono della voce di Naomi.

“Naomi! Io . . . uh . . .”

Perse la voce nel momento in cui la vide, e si dimenticò di cosa stava per dire. Naomi era in piedi sulla soglia della stanza, con le tende bianche che le svolazzavano dietro. I suoi occhi azzurri sostennero il suo sguardo, e tutto ciò a cui lui poté pensare era di annegarvi dentro. Poi gli occhi di Naomi passarono al cuscino che Jeremy teneva fra le mani.

Sconvolto, Jeremy lanciò il cuscino sul letto e si spostò velocemente per allontanarsi. Come giustificare questo fatto?

Bear si mise a correre fra i suoi piedi, abbaiando, e il suo piede le schiacciò per sbaglio la punta della coda. Lei guaì e corse da Naomi.

“Scusa, Bear.”

Il cane guardò prima lui e poi Naomi, poi si appiattì a terra, arrivando a sembrare ancora più piccolo, e ringhiò. Era come se Bear sapesse cosa Jeremy stava pensando e stesse proteggendo Naomi per conto di Lash.

“Finiscila, Bear. Cosa ti è preso?” Naomi si abbassò ad accarezzare la testolina del cane.

“È colpa mia. Mi era sembrato di aver visto. . . poi il cuscino . . . ho fatto un errore, non dovrei essere qui.” Jeremy fece un passo verso la finestra, chiedendosi come avrebbe potuto passare oltre Naomi senza toccarla.

“Per favore, non te ne andare.”

Jeremy si fermò, osservando gli occhi lucidi che lo guardavano con l’affetto di una sorella e niente più.

“Io e Lash siamo preoccupati per te” disse lei.

No. Fece un grugnito. Lash era lì con lei. Con tutto il suo stupido sognare ad occhi aperti non aveva visto il fratello entrare. Si guardò intorno preso dal panico. Ci aveva messo così tanto a riacquistare la fiducia del fratello, non voleva perderla di nuovo. Ma perché era venuto qui? E perché non riusciva ad andarsene?

“Lash, io non . . .”

“Non è qui. È con Uri e Rachel. Gli ho detto che volevo parlarti da sola” disse Naomi.

Jeremy sospirò di sollievo, grato che Lash non l’avesse colto in flagrante mentre si comportava come un cretino innamorato con sua moglie.

“Non gli dirai che ero qui, vero?” Il pensiero delle sue braccia e delle sue gambe che lo circondavano gli passò velocemente per la mente e guardò subito a terra, allontanando le immagini. Non poteva nemmeno più guardarla senza ricordare quei sogni. L’attrazione verso di lei era troppo intensa.

“Non lo farò.”

“Bene.” Jeremy aprì le ali e si concentrò sul piccolo spazio vuoto di fianco a Naomi. Era appena sufficiente perché ci passasse senza entrare in contatto con lei. Si lanciò in avanti.

“Jeremy, per favore. Dimmi cosa c’è che non va.” Naomi afferrò il suo bicipite, fermandolo.

Lui trasalì. Il dolore non gli era estraneo. Sapeva cosa si provava a sentirsi bruciare cellula dopo cellula, come quando si era trovato nel Lago di Fuoco, ma niente era paragonabile al tocco di Naomi. Lo shock corse dalla punta delle sue dita lungo le braccia fin dentro al petto.

“Non ce la faccio.” La sua voce era un sussurro roco.

“A fare cosa?”

Abbracciarti. Adorarti. Amarti.

Non poteva rispondere alla domanda, non come avrebbe voluto. Doveva andarsene, ma il tocco delicato della mano di Naomi sul suo braccio lo tratteneva come mille catene. Ciuffi di capelli le svolazzavano sul bellissimo viso, lanciando richiami al cuore di Jeremy.

Non guardare.

Occhi color zaffiro si oscurarono incontrando quelli di lei. Il respiro caldo di Naomi colpì la sua guancia ruvida.

Allontanati.

Jeremy si avvicinò. Le sue ciglia scure si abbassarono mentre il suo sguardo si spostava sulle labbra rosa di Naomi.

Solo un bacio. Un abbraccio.

Bear abbaiò.

Lui rimase immobile, sconvolto da ciò che aveva quasi fatto, con il cuore pesante perché non l’aveva fatto. Guardò verso Bear, grato che lei percepisse ciò che Naomi ovviamente non vedeva o si rifiutava di vedere.

“Non posso” disse, staccandosi dalla sua presa.

“Per favore, Jeremy. Lascia che ti aiuti. Parlami. Puoi dirmi qualunque cosa. Tu sei mio—”

“Fermati!” Occhi pieni di dolore la guardarono prima che lei potesse dire la parola che l’avrebbe ucciso. “Non chiedermi cosa non va. Non hai nessun diritto di chiederlo.”

Nell’istante in cui il viso di Naomi si spense, Jeremy si augurò di potersi rimangiare quelle parole. La facciata dell’arcangelo spensierato che aveva costruito con cura si stava sgretolando. Non sapeva per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a tenerla insieme.

Poi, quando il viso di Naomi passò dal dolore alla rabbia e i suoi occhi si accesero di un fuoco blu, Jeremy seppe che avrebbe resistito solo pochi secondi prima di prenderla fra le braccia e lanciarla sul letto a pochi passi di distanza.

“Ho tutti i diritti di chiederlo. Tengo a te. Sei mio fra—”

“Maledizione, Naomi! Non vedi quello che mi stai facendo?”

“Sto cercando di aiutarti.”

“Non sei di aiuto. Non posso stare qui con te così.”

“Così come? Con me che mi preoccupo per te?”

“Sì! Non vedi che questo mi ferisce più di qualsiasi altra cosa? Tu ti preoccupi per me come una sorella.”

“Cosa c’è di male in questo?”

“Niente . . . tutto. So che dovrei esser grato di qualunque cosa possa avere da te. Averti come sorella dovrebbe essere sufficiente. Avere mio fratello e la mia famiglia con me dovrebbe esser sufficiente. Vorrei che lo fosse, ma non lo è perché io—”

Serrò i denti per impedire che le parole lasciassero le sue labbra. Se avesse permesso loro di uscire, non ci sarebbe stata la possibilità di tornare indietro.

“Oh, Jeremy, ne abbiamo già parlato. Pensavo che tu fossi d’accordo con me.”

“Lo so, lo so. Tu pensi che questi sentimenti per te esistano solo nella mia testa. Ma non è così, Naomi. Sono qui.” Si batté una mano sul petto nudo. “È tutto qui dentro. Tutto per te perché tu sei tutto ciò a cui riesco a pensare, tutto ciò che sogno. E non dovrei pensarti—non in quel modo. Non posso andare avanti così.”

“Cosa vuoi dire?”

“Me ne devo andare.”

Lei sbatté le palpebre, incredula. “Non puoi. Distruggerai Lash. E non pensi ai tuoi genitori? Non te ne puoi andare.”

“Non c’è altro modo. Gabrielle mi garantirà la possibilità di rimanere sulla Terra per un lungo periodo se ne avrò bisogno. Ne sono certo.” Guardò il suo viso devastato e si chiese per quanto tempo sarebbe riuscito a vivere una vita lontano da lei e dalla sua famiglia. “Devo allontanarmi per un tempo sufficiente perché al mio ritorno ti possa amare come una vera sorella.”

Se ciò è del tutto possibile. Deglutì il groppo che aveva in gola quando pensò che avrebbe potuto non rivedere più lei o la sua famiglia.

Si avvicinò alla finestra, tenendo le ali vicine al corpo. Si fermò. Girandosi verso Naomi, tese una mano. Le accarezzò leggermente una guancia.

“Dì a mio fratello che sentirò la sua mancanza.”

“No. Diglielo tu.” Una lacrima le scese sulla guancia, bagnandogli il pollice.

Lui lasciò cadere la mano e scosse la testa, girandosi prima di cambiare idea. “Sarà meglio per tutti se non lo faccio. Per favore fallo tu per me, Naomi.”

Senza aspettare una risposta, saltò dalla finestra, lanciandosi nel cielo. Mentre il suo corpo scendeva in picchiata lungo la cresta della montagna, il vento gli riempì le orecchie con un rumore che bloccava il suono dei singhiozzi di Naomi. Quando stava per schiantarsi al suolo, aprì le ali e sollevò il corpo verso l’alto, evitando l’impatto solo per qualche centimetro. Andò verso il Salone del Giudizio, l’unico posto tranquillo dove poteva rimanere da solo e pensare a come convincere Gabrielle a lasciarlo partire.

Jeremy  (Angelo Spezzato #4)

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