Читать книгу Mondi - Les Farley - Страница 9

CAPITOLO IV

Оглавление

Quella che sperano sarà la loro nuova casa è ora a solo due settimane di viaggio, e l'equipaggio del Cicala non riesce più a frenare l'eccitazione. Per mesi, anni, decenni e secoli, essi e le proprie famiglie hanno visto stelle e costellazioni soltanto attraverso i piccoli portali della nave. Ora, in prossimità del sistema solare del pianeta di destinazione, hanno avuto davanti panorami che lasciano alcuni senza parole e fan saltare di gioia altri.

La loro astronave aveva attraversato lo spazio a velocità massima nei secoli, ma ora, periodicamente, vengono attivati i freni anteriori per rallentare la velocità. Le stelle lontane che essi avevano osservato non erano mai state una minaccia; ora, però, potrebbero scontrarsi con altri corpi celesti. La velocità della nave è stata regolata in funzione della posizione e degli oggetti nelle immediate vicinanze. Secoli fa, quando la rotta per il nuovo pianeta era stato tracciata e decisa, non si tenne conto dell'eventuale minaccia costituita da corpi vicini più piccoli.

Avendo iniziato l'ingresso nel sistema solare, la loro rotta è indiretta, e possono quindi osservare gli altri pianeti che ne fanno parte. C'è, ad esempio, un pianeta che appare perfettamente liscio e riflettente; ha l'aspetto di un artefatto umano di metallo, e l'unica somiglianza con un pianeta è la sua forma. Parlando di forma, ecco il “pezzo forte” (dire “forte” è poco): la stima più precisa del suo diametro è di quasi mezzo milione di chilometri; è la stima “più precisa”, poiché non è esattamente rotondo, ma oblungo. Non sembra liscio come appaiono normalmente gli altri pianeti, né pare avere un'atmosfera (a parte una specie di “campo” di energia”). Quest'apparenza deriva dal fatto che la distanza dalle sue lune cambia durante il moto di rivoluzione, come se esse vengano allontanate da qualche forza. Un altro pianeta ha detriti ghiacciati che gli orbitano intorno, che non appaiono come formazioni ad anello, ma come punte che si estendono in ogni direzione.

La cosa più misteriosa è un pianeta scuro, all'apparenza privo di segni particolari. In prossimità di esso, tuttavia, si sente un forte e continuo “hummmm”, che, avvicinandosi, diviene sempre più forte, fino ad essere troppo forte e fastidioso da sopportare. Per tenersi lontani da tale suono minaccioso, è stato necessario correggere la rotta.

La visione più spettacolare di sempre, però, è occorsa solo due giorni prima. Forse si trattava di un pianeta, o forse no; forse è ciò che ne rimane, non sapevano di preciso. Gli anelli planetari erano visibili, ma mancava il pianeta. C'erano lune, e orbitavano attorno a... qualcosa. Si chiedevano se lì ci fosse qualcosa, anche se non visibile. Tale vista provocava una tale eccitazione nell'equipaggio, che, ammassandosi attorno ai portali situati su quel lato della nave, rischiavano di farsi male. Il Consiglio decise in fretta che sarebbe stato meglio far rallentare la nave e offrire a tutti tempo sufficiente per osservare. Gli addetti alla navigazione acconsentirono e rallentarono, mentre il Consiglio iniziò a spiegare ai genitori che ognuno avrebbe avuto l'opportunità di osservare. Il caos fu evitato e quelli dal carattere più contenuto lasciarono la precedenza, in attesa del proprio turno.

Ogni persona che si allontanava dal portale, lo faceva con riluttanza. Questa gente finora aveva osservato solo minuscoli puntini di luce fuori dai finestrini. Ora, all'improvviso, possono osservare cose che non solo sfuggono a ogni definizione, ma che sono quasi un prodigio. Gli spettatori ammiravano a bocca spalancata, sussultando di continuo, ammaliati. Molti piangevano, consci che stavano per realizzare il proprio obiettivo e il programma stabilito da quei terrestri visionari, i “ricchi”. Era il compimento di quell'impresa incredibilmente ambiziosa chiamata Cicala.

Gli altri panorami, anch'essi straordinari, non riuscivano tuttavia ad attrarre l'attenzione come questo, forse perché la gente sapeva di esservi ormai vicinissima. Il cappellano, Ian Glaynor, riusciva a vedere attorno a sé tutto il carico emotivo che stava quasi sopraffacendo alcuni nell'equipaggio. Era stata data a tutti l'opportunità di guardare, ma essi continuavano a tornare indietro, senza fermarsi. Salito fin sulla plancia di controllo dell'accumulatore di condensa, egli cominciò a richiamare la loro attenzione. Alla fine si placarono e poté finalmente parlargli.

“So che tutti voi volete godervi questa vista il più possibile, ma ricordatevi chi siamo”, esclamò ad alta voce. “Non solo, ma pensate a dove saremo MOLTO PRESTO. Certo, abbiamo visto cose ineguagliabili, qui”. Continuò ad alta voce: “Quante generazioni sono vissute a bordo di questa nave senza aver avuto questo privilegio? A noi è stato fatto un vero dono.”

Alcuni nella folla approvarono silenziosamente. Egli continuò: “Provate a usare la vostra immaginazione e pensate al mondo a cui siamo destinati. Che panorami vi aspettano lì? Devo ricordarvi, inoltre, che li vedremo più da vicino di quanto li abbiamo visti oggi”.

Ora, con la folla che ritorna all'ordine, alcuni approvano con più eccitazione e fervore. Il cappellano continua: “Prima riacquisteremo velocità, prima potremo ammirare la NOSTRA nuova casa. Ora, chi è favorevole a proseguire il nostro viaggio, lo comunichi a voce al Consiglio e ai nostri ufficiali di rotta, per favore”. L'equipaggio lascia andare all'unisono un caloroso urlo di approvazione, mentre chi aveva tentato di soffocare il caos sorride, sollevato.

Pur non essendo avanti con gli anni, il cappellano fu sempre prezioso per l'equipaggio. Aveva spesso ispirato le persone nei momenti difficili, e ad essi piaceva sentirlo durante i periodi di devozione, quando il resto dell'equipaggio permetteva loro di partecipare alle funzioni religiose. La mansione principale del cappellano sulla nave è aiutare gli anziani. Essendo uno dei pochi luoghi, a bordo della nave, che non è parte dell'area abitabile principale, offre un po' di intimità a coloro che ricevono assistenza. E' una delle sei “zampe” della nave (come venivano chiamate da chi l'aveva realizzata) e ci si svolgono anche le funzioni religiose. Ultimamente, vi aveva partecipato un numero di persone senza precedenti, molto probabilmente perché emozionate per l'approssimarsi della meta.

A due giorni da quel tumulto, l'equipaggio è tornato alle proprie condizioni di vita abituali. Non c'è nulla che attiri la loro attenzione, e in ogni momento della giornata ci sono solo poche persone in cerca di qualcosa di interessante o emozionante. Malgrado la navigazione non mostri niente di rilevante, loro continuano a guardare. Gli addetti alla navigazione sono all'erta come non mai. La posta in gioco è troppo alta per tentare una manovra fra una fascia di asteroidi o un campo di meteore. Il desiderio di raggiungere la meta è altissimo, e a maggior ragione dovrebbero tenere una velocità più bassa per assicurarsi di arrivarci al sicuro.

In un unico sistema solare, gli oggetti sono comunque separati da giorni di viaggio, dunque non c'è molto da guardare a parte le stelle che essi hanno osservato per una vita intera. Il volto del cosmo appariva uguale a come era sempre stato, eccetto che la stella misteriosa ormai conosciuta come “il Guardiano” non viaggiava più con loro. I diari di bordo lo descrivevano fin dalla prima generazione di abitanti della nave, ed era rimasto con loro per tutto il tempo; ma una volta entrati nel nuovo sistema solare, non fu più visibile. Benché ciò provocasse tristezza, voleva anche dire che non c'era più bisogno della sua protezione, e che il viaggio sarebbe andato a buon fine.

Mondi

Подняться наверх