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II.
ОглавлениеRoberto Montefranco, per solito, non pensava molto: non ne aveva il tempo. La giornata gli fuggiva fra la colazione, la passeggiata a cavallo, le visite ed il pranzo; la sera scorreva dolcissima presso Lulù, la sua fidanzata. Poi ci erano gli affari spiccioli da sbrigare, qualche appuntamento con l'avvocato, qualche contratto da firmare, qualche debituccio vecchio da soddisfare; aggiungete i preparativi della casa e del viaggio nuziale. Appena appena se gli rimaneva una mezz'ora per leggere e un quarto d'ora per isprecarlo alla porta del caffè. Così non lo si vedeva mai assorto in riflessioni profonde, nè si sapeva che egli si fosse mai occupato a risolvere qualche problema sociale: perchè, del resto, Roberto non aveva nulla di tragico o di eroico nel carattere. Anzi godeva di una serenità di spirito invidiatagli da molti.
Quel giorno—un giorno qualunque, di dopopranzo—si era disteso sulla poltrona, una gamba a cavalcioni dell'altra, lo stuzzicadenti in bocca, ed un volume delle edizioni Treves in mano, con la determinazione netta di leggere. Il libro era interessante; ma, caso nuovo e strano, il lettore era molto distratto; dirò di più, era nervoso ed inquieto. Non voltava mai il foglio perchè dopo un paio di versi, le lettere uscivano di posto, saltavano, si confondevano, scomparivano. Roberto, senza sua voglia, partiva per le incognite regioni del pensiero.
…. Papà è soddisfatto, le zie mi mandano la loro santa benedizione, le cuginette sono in collera, gli amici del caffè si congratulano ironicamente, gli amici serii mi stringono la mano—dunque fo bene ad ammogliarmi. Non si può negare che Lulù sia molto graziosa; quando mi fissa con quegli occhietti pieni di malizia, quando scoppia a ridere mostrando i dentini bianchi, mi vien la voglia di stringere fra le mani quella testina leggiadra e di darle tanti e tanti di quei baci! È anche un bel carattere, un carattere d'oro: sempre ilare, sempre di buon umore pronta allo scherzo, piena di spirito, punto schizzinosa, malinconica mai. Andremo d'accordo; io non posso soffrire le fronti pensierose, massime nelle persone che amo: mi sembra che celino sempre un segreto dolore, un dolore che non conosco e che non posso lenire, o di cui forse sono la causa involontaria. Ad esempio, Sofia, la mia futura cognata, ha la virtù di irritarmi con quel suo volto freddo ed impassibile; quando lei compare, l'anima mi si chiude, muore il sorriso sulle labbra e, rilucesse il più bel sole di primavera, mi pare di essere in una oscura e grigia giornata di novembre. Non ho nemmeno più il coraggio di scherzare con Lulù; quella Sofia disperde la gioia. Ella forse si è accorta della cattiva impressione che mi fa, perchè mi saluta senza guardarmi, non mi dà la mano, mi risponde con brevissime frasi; di sicuro si è accorta della mia antipatia. Forse se ne dispiace…
….. Lulù ride sempre. È molto giovane. Non mi rivolge mai una parola sul serio, ed anche quando vuol farlo, non ci riesce e sembra che voglia burlare. Dice di amarmi, poi si mette a ridere e parla di altro. Mi vuol del bene, ma non è un amore disperato. In coscienza, neppure io ci spasimo… meglio così. Per me, ho due teorie chiare, stabilite nella mente: primo, bisogna che i due fidanzati siano dello stesso carattere; secondo, non si deve mai cominciare con una forte passione. Siamo nel caso con Lulù; saremo felicissimi. Andremo a fare un viaggio per l'Italia, ma senza correre, senza affannarci, a piccole giornate, godendo di tutti i comodi, trattenendoci dove più ci piace, osservando anche le più piccole cose. Ci vorranno almeno tre mesi… no, non bastano… mettiamo anche quattro: ho anche piacere di sottrarre me e Lulù, per un certo tempo, alla triste compagnia di Sofia. Ma, domando io, è naturale che alla sua età quella fanciulla debba essere così seria? Avrà ventitrè anni… non è brutta, credo. Anzi ha occhi bellissimi ed un portamento da regina.—Se non fosse così severa, potrebbe piacere. Prevedo che rimarrà zitella: forse questo è il suo cruccio, forse un amore… qualche tradimento… sarei tanto curioso di sapere la causa della sua tristezza… ne chiederò a Lulù quando ci ritroveremo un po' soli…
….. A Lulù piacciono i dolci, me lo dichiarò la seconda sera che andai in casa sua. Bisogna vedere come li rosicchia; i confetti si liquefanno, scompaiono dietro quelle labbruccie rosse, e dopo un momento essa prende una falsa aria di compunzione, per dire che non ve ne sono più. È carina, carina, carina! Mi ha confidato a bassa voce che, quando romba il tuono ha paura e va a nascondere la testa sotto i cuscini; che ha sempre sognato di avere un abito di velluto nero, lunghissimo, col merletto bianco alle maniche ed al collo; mi ha assicurato che sarà gelosa, gelosa come una spagnuola e che comprerà un piccolo pugnale dal manico di acciaio, intarsiato di oro per compiere le sue vendette. È adorabile quando mi ripete queste cosuccie, con quella sua aria fanciullesca e convinta. Anche la Sofia è costretta a sorridere delle follie di Lulù… se fossi intimo con Sofia la consiglierei a sorridere qualche volta; ciò le rischiara il viso….. Quella Sofia! quella Sofia! Chi arriverà mai a conoscere il suo animo?…..
Il libro cadde dalle ginocchia a terra, il nostro giovanotto si riscosse al rumore, si guardò attorno meravigliato, quasi si toccò per riconoscersi. Era proprio lui, Roberto Montefranco, colto in flagrante delitto di meditazione!