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Damien

Indimenticabile, ecco cosa sei…

Non appena misi piede al Richmont, la voce morbida di Gabrielle colmò le mie orecchie. Come esattamente quattro settimane, cinque giorni e qualche ora prima, i miei occhi corsero subito a cercarla.

Nat King Cole disse che la chiave del successo era il timbro di voce, il quale doveva essere sensuale, ma lei era indimenticabile e, allo stesso tempo, inafferrabile come nessun’altra donna. Da quando ci eravamo conosciuti, andavo al Richmont quasi ogni giorno per vederla, dato che non accettava nessuno dei miei inviti a cena, a teatro, ai concerti…a letto. A ogni suggerimento, lei rideva, i bellissimi occhi azzurri le si oscuravano e rifiutava. Non mi permetteva nemmeno di accompagnarla a casa al termine della serata. Era come se non mi volesse nella propria vita, fatto che mi risultava alquanto strano. Non avevo mai incontrato nessuno come lei: non sfruttava la sua bellezza e non cadeva tra le mie braccia alla più piccola persuasione.

Cercavo di resistere alla tentazione di vederla ogni giorno, ma il suo sorriso misterioso, le battute intelligenti e i continui rifiuti mi intrigavano, anche se si trattava di calpestare la mia reputazione e il mio ego.

Ciononostante, non ero ancora pronto a darmi per vinto.

Lentamente, a ogni incontro, anche se si trattava di piccoli momenti durante l’intervallo tra una canzone e l’altra, scoprivo piccoli particolari della sua vita privata. Quella donna era più misteriosa di un investigatore privato sulle tracce di un caso di tradimento tra i ricchi e i famosi. Dopo molte pressioni, riuscii a scoprire che non aveva una famiglia e viveva da sola nei sobborghi di Raleigh. Nonostante fosse molto pericoloso per una donna camminare da sola a quell’ora di notte, anche se Raleigh non era certo New York, mi proibiva di accompagnarla e persino di seguirla, cosa che dimostrava la sua indole coraggiosa.

Parlavamo delle tematiche più disparate, dalla politica, alle crisi di governo, all’ultimo reality che passava in televisione. In generale, era dolce con tutti, attenta con i più anziani e affascinante con i più giovani. Era amata da tutti i clienti del Richmont.

Per quanto riguardava la bellezza…beh, era talmente bella che mi toglieva il respiro tutte le volte che quegli occhi azzurri mi guardavano, come in quel momento. Le feci l’occhiolino e mi diressi verso il solito tavolo, dove Louie venne a salutarmi.

“Callaughan, quanto vuole per smettere di venire qui e tentare la mia miglior impiegata?” chiese, ed entrambi scoppiammo a ridere.

“Non le basterebbe tutto l’oro del mondo”, risposi. L’unico ‘pagamento’ che avrei accettato sarebbe stata lei. Sul mio letto. Nient’altro.

“Non si darà mai per vinto, vero?” domandò, sorridendo, ma non mi lasciò replicare.

“Gabby è davvero una ragazza speciale per noi, sa? È come se facesse parte della nostra famiglia. Non ha nessuno che si occupi di lei, per cui qui al Richmont ce ne prendiamo cura. Non voglio che le faccia del male. Non è il tipo di donna desiderosa di compiacerla che è abituato ad avere.”

Le sue parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Guardai in direzione del palco; era bellissima e con la sua voce cristallina aveva incantato tutti i clienti. Provavo un misto di desiderio, il più intenso che avessi mai provato, e qualcos’altro che non riuscivo a identificare.

“Non le farò del male, Louie. Può starne certo.”

E dicevo sul serio. Avevo trent’anni e non ero abituato a venire respinto da una donna. Facevano la coda per finire sul mio letto alla ricerca di quell’appagamento e quella protezione che il mio nome e i miei soldi potevano dare loro…anche solo temporaneamente. Dal canto mio, le cose erano perfette così com’erano. In tribunale ero conosciuto come Lo Squalo Callaughan; ero molto competitivo, egoista, esigente e assetato di potere. Dopotutto, erano i soldi che determinavano la posizione sociale di una persona all’interno della società. E senza una reputazione vincente impeccabile, un uomo non era nulla.

“Lo spero, Callaughan”, disse Louie. Dopo di che, vide qualcuno fargli dei cenni, per cui si scusò e si accomiatò.

Sapevo che a un certo punto avrei dovuto cambiare la mia vita, anche se di poco. Dopotutto, più si sale la scala del potere, più diventa necessario adattarsi agli standard imposti dalla società. Ero consapevole che un giorno avrei dovuto trovarmi una moglie. Preferibilmente una bella ragazza, con un’eredità di famiglia, che avrebbe saputo prendersi cura della casa e dei dipendenti, la padrona di casa perfetta per feste e cene, beneducata, gentile e che mi avrebbe dato due o tre figli da mostrare nelle foto di famiglia a fine anno. Non mi aspettavo amore o nessun’altro tipo di sentimenti. Solo rispetto e comprensione per possibili indiscrezioni, fatto molto comune nell’ambiente in cui vivevo.

Quella donna non era decisamente Gabrielle. Lei era…beh, era una piccola deviazione incontrata lungo la strada. Una deviazione che prometteva piacere e seduzione. Dal primo momento in cui l’avevo vista sapevo che avrei dovuto averla. La fiamma tra di noi era intensa ed ero consapevole del fatto che quando l’avrei fatta mia, sarebbero scoppiati fuochi d’artificio. Generalmente, quando avevo a che fare con una donna, sapevo dal principio che non sarebbe durata a lungo. Due mesi…a volte tre. Quello era il mio massimo. Le conversazioni superficiali mi consumavano e il broncio pretenzioso mi urtava. Dopo qualche notte passata sul mio letto, la dipendenza emotiva giungeva al colmo. Dopo circa tre mesi, sognavano il matrimonio e il lieto fine, cosa che sarebbe successa solo una volta nella mia vita, con Miss Perfezione, una discendente della famiglia Quasi Regale e Molto Ricca, che si sarebbe unita a me per creare una vera dinastia di denaro e potere.

Ma tutto ciò sarebbe accaduto in futuro. In quel momento, i miei istinti di caccia erano concentrati sulla bellissima donna che si trovava sul palco, i cui capelli biondi brillavano come oro.

Un cameriere si avvicinò, pronto per l’ordinazione, così scelsi il Bourbon. Il ragazzo me lo portò velocemente. Presi un sorso, continuando a guardare il palco, gli occhi attenti a ogni suo movimento mentre l’alcol mi scaldava il petto. La sua voce era talmente dolce e sensuale che potevo starla ad ascoltare per tutta la notte. Era incredibile che una persona con quel timbro di voce non fosse su uno dei maggiori palcoscenici del paese, sebbene sapessi che l’industria dello spettacolo poteva essere crudele e molto difficile da conquistare, nonostante la sua voce fosse migliore di qualsiasi whisky che proponeva il locale.

Quando lo spettacolo giunse al termine, chiamai il cameriere e ordinai una cena per due, come sempre. Non mi vergognavo di usare il suo buon cuore, il quale non poteva accettare che il cibo venisse sprecato mentre migliaia di persone morivano di fame, pur di godermi la sua compagnia durante la cena. In amore e in guerra tutto è lecito, era così che si diceva, giusto? Ero pronto a utilizzare tutte le mie risorse con Miss Seduzione, non solo per godermi il pasto accanto a lei, ma per averla sul mio letto.

E ci sarei riuscito.

La Scelta Perfetta

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