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Le ragazze mai

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Anna, ora una ragazza, adora i tessuti preziosi. Nell’atelier di suo padre, un alveare in cui le macchine da cucire ronzano costantemente, non mancano tessuti di qualità.

Per il suo compleanno, la giovane Anna vorrebbe che suo padre le confezionasse dei pantaloni aderenti, alla moda. Nonostante le sue ripetute richieste, però, non riceve altro che una tavoletta di cioccolata. Ha diritto a un solo paio di pantaloni l’anno e non si tratta mai di pantaloni aderenti.

Di domenica, la giovane Anna è obbligata a partecipare alla messa. Dopo la messa, l’intera famiglia va al Kolpinghaus10, dove gli uomini si rimboccano le maniche attorno al Kegelbahn11, mentre le donne si riuniscono intorno a Kaffee und Kuchen12.

La maggior parte delle volte, Anna gioca a pallavolo con le sue amiche. Sul terreno, in pieno sole, fa caldo, ma il vento soffia tra i suoi capelli fradici e lei si sente bene. Anna è un’eccellente giocatrice, lancia la palla con uno slancio che potrebbe sembrare di rabbia, soprattutto perché accompagna sempre il lancio con un grido, ma che non è rabbia, no, si difende quando le viene fatto notare. È un grido di felicità. Il suo tiro colpisce forte nel campo avversario e guadagna punti per la sua squadra. La domenica finisce con il ballo. È l’epoca del Rock’n’Roll. Anna, con il viso ancora rosso dopo la doccia, ancora travolta dallo slancio della pallavolo, dalle urla e dai punti conquistati per la sua squadra, ha un solo desiderio: quello di lanciarsi in pista e lasciarsi trasportare dalla musica. Adora ballare.

Prima di ballare, però, deve aspettare. Aspetta facendo finta di non aspettare. Fingendo di non preoccuparsene. Non guarda la pista, ma tiene in mano il bicchiere di Coca-Cola con l’aria di chi è felice di tenere il bicchiere e dondolare solo un po‘ al suono del Rock’n’Roll, non troppo forte, fino a quando finalmente un ragazzo si decide a invitarla.

Spetta sempre ai ragazzi scegliere la partner. Mai il contrario.

Dopo la scuola, Anna sogna di diventare una dottoressa, ma Opa e Oma non sono d’accordo. Unmöglich13. “A che serve studiare?” le dice Oma, “Comunque, ti sposerai e avrai dei figli.”

Potrà studiare se promette che rinuncerà a sposarsi, che non si sposerà mai! La giovane Anna, però, che in vista dei suoi studi medici ha già memorizzato i nomi delle duecentosei ossa dello scheletro umano, non può imbrogliare e promette, ma dicendo tra sé e sé: “vedremo”.

Suo fratello Hermann non ha le stesse ambizioni. Scuola, studi, università, non fanno per lui. Tuttavia, se volesse, potrebbe. Incondizionatamente. Oma e Opa lo sosterrebbero, lo aiuterebbero finanziariamente, lo incoraggerebbero.

Grazie ai suoi buoni risultati scolastici, alla sua padronanza del tedesco e dei corsi da segretaria, la giovane Anna viene assunta dalla Volkswagen come assistente. Ma a lei questo non basta. Anna è ambiziosa e ama imparare. Con il suo primo stipendio, non si compra ancora gli ambiti pantaloni aderenti, ma si iscrive a un corso serale, che frequenta assiduamente. Non appena ottiene un nuovo diploma, lo mostra al suo capo, che le dà un lavoro più interessante. Riesce così a occupare posizioni sempre più importanti nelle filiali brasiliane di Volkswagen e Mercedes-Benz.

Nonostante il successo, Anna è spesso ansiosa. Nonostante le congratulazioni dei suoi capi, nonostante il suo lavoro impeccabile, lei deve essere perfetta. Il minimo errore le impedisce di dormire per una notte intera.

A quel tempo, Anna vive ancora con i suoi genitori. Durante il fine settimana fa visita a sua sorella Flora, più grande di dodici anni. Flora è sposata con Markus, un imbianchino molto gioviale. Hanno due figli, Linus e Amelia, che Anna adora. Ogni volta che viene a trovarli, li copre di regali. Le piace portare loro dei vestiti. Pantaloncini blu navy per Linus, abitini in velluto bordò per Amelia. Li sceglie sempre con cura, nei migliori tessuti.

Un giorno, un dramma terribile colpisce la famiglia. Flora aspetta il suo terzo figlio, ma poco prima della data prevista per il parto, si ferisce. Un lieve infortunio le cui conseguenze sono però drammatiche: Flora muore di tetano pochi giorni dopo la nascita di suo figlio Oscar.

Ormai Oma trascorre interi pomeriggi seduta a piangere sul divano, con il piccolo Oscar tra le braccia. Anna continua spesso a prendersi cura dei suoi nipoti, li porta in giardino a giocare a pallone o in spiaggia nei fine settimana.

Deve ancora lavorare per alcuni anni prima di realizzare il suo sogno: visitare la sua famiglia in Germania e conoscere il paese di origine dei suoi genitori.

Ma un giorno riesce non solo a trovare un lavoro interessante presso il consolato brasiliano a Monaco, ma anche a risparmiare l’equivalente dello stipendio di un mese per pagarsi un biglietto aereo.

Saudade

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