Читать книгу Was bleibt von kommunikativer Nähe und Distanz? - Группа авторов - Страница 20

2 Alcune novità della testualità digitale

Оглавление

Molti sono i cambiamenti che caratterizzano le scritture digitali nell’organizzazione del discorso. Ci limitiamo qui a ricordare i più rilevanti in relazione all’argomento di questo saggio. Innanzitutto la strutturazione delle informazioni, in forma di ipertesto anziché di testo lineare e continuo. Gli ipertesti perdono la caratteristica di sistemi chiusi, lineari e sequenziali propria dei testi cartacei per aprirsi alla non linearità o, più precisamente, alla multilinearità: l’ipertesto mantiene infatti un carattere sequenziale solo a livello di singole unità informative (collegate tra loro secondo percorsi auto o eterodiretti dal lettore) ma non dell’oggetto testo nel suo complesso (cf. Palermo 2017, 78–82). Come vedremo più avanti, in alcuni casi le scritture digitali presentano una proprietà di quelli che in questo saggio definiamo iperdiscorsi, cioè la visibilità della componente processuale. Le caratteristiche della scrittura digitale rendono infatti in vario modo recuperabili le fasi che hanno preceduto la versione definitiva (riscrittura, correzione e revisione). Ciò consente di far convivere, come nella conversazione faccia a faccia, la natura processuale del discorso con quella di prodotto finito del testo scritto (cf. paragrafo 5). La possibilità di visualizzare le varie fasi di redazione di un testo realizzato con un programma di videoscrittura o di individuare i vari interventi che hanno contribuito a dar forma a una voce di Wikipedia sono degli esempi di come il testo digitale possa mantenere, in una filigrana più o meno visibile all’utente, le tracce del ‘farsi’ del testo. Il testo diviene così un’entità fluida, soggetta a continua evoluzione e modifica, il cui aspetto finale è determinato dal contributo di un numero non necessariamente prestabilito di persone.

Nelle riflessioni sulle conseguenze della rivoluzione digitale non sono infrequenti i richiami ad analogie tra la comunicazione digitale – postmoderna – e alcune forme di trasmissione del sapere tipiche del premoderno (cf. Landow 2006; Roncaglia 2010). Sia pure per inciso, e senza entrare nel merito di questa discussione, vale la pena di ricordare che dal punto di vista storico il fatto che il testo scritto nella sua definitività oscurasse la natura processuale e ‘in divenire’ del discorso viene tematizzato da Platone nel Fedro, e costituisce una delle principali preoccupazioni espresse (attraverso il personaggio di Socrate) dall’autore: nel percorso di educazione delle nuove generazioni, a differenza delle parole del sapiente, che passano agli allievi per mezzo dello strumento vivo del dialogo, le parole scritte sono mute («se alcuna cosa domandi maestosamente tacciono») e statiche («significano sempre il medesimo»), mentre la parola detta assume e rinegozia continuamente il proprio valore nella dimensione dinamica della dialogicità.1

Un’altra caratteristica rilevante è che le scritture digitali sono costruite affiancando (in diversa misura a seconda dei generi) ai meccanismi di coesione e progressione tematica tipici del testo scritto tradizionale meccanismi propri della costruzione del database (cf. Manovich 2001; Bublitz 2008; Pistolesi 2014; Palermo 2017). Ciò sta portando in alcune scritture a una più o meno marcata destrutturazione della testualità tradizionale. Infine, per capire la natura della comunicazione in rete occorre tener presente l’incremento esponenziale del tasso di dialogicità rispetto alla comunicazione tipica della civiltà tipografica (cf. Calaresu 2021). Se è vero che tutte le forme della comunicazione verbale sono di per sé dialogiche – perché presuppongono la presenza di un destinatario, reale o potenziale, vicino o lontano nello spazio/tempo – è anche vero che la promozione della funzione dell’interlocutore a un ruolo di primo piano nella costruzione stessa dei testi caratterizza ampie zone della comunicazione nel web 2.0 (Pistolesi 2014).

Non esiste a oggi una proposta di classificazione dei generi soddisfacente per dar conto dei nuovi modi di descrivere, raccontare e argomentare in rete.2 Ed è del tutto evidente che non si possono ereditare e trasferire al mondo ipertestuale e sistematicamente interconnesso dell’infosfera (Floridi 2014) le proposte e i modelli elaborati a partire da testi cartacei pre-digitali. Il web è uno sterminato contenitore di informazioni e attualmente quasi tutti i testi, anche i più tradizionali (per es. periodici, romanzi, saggi, manuali), nascono e si sviluppano come oggetti digitali. Tuttavia, per potersi orientare nelle differenze anche rilevanti tra l’organizzazione testuale delle nuove scritture è necessario capire quanto il testo nella sua versione definitiva sia dipendente dall’ambiente comunicativo costituito dall’infosfera, un nuovo ‘ipercontesto’ che racchiude e collega le varie molecole informative contenute nell’oceano della rete. Altrove (Palermo 2017 e 2018) si è definito gradiente di digitalità tale livello di dipendenza del testo dall’ipercontesto costituito dalla rete. Il gradiente è basso nei testi cartacei nati prima della rivoluzione informatica e importati in banche dati digitali (per es. l’archivio storico di un quotidiano o di una biblioteca), medio in quelli scritti con l’ausilio del supporto digitale ma concettualmente non dissimili dal testo tipografico (un articolo per una rivista scientifica, una tesi di laurea), alto in testi concepiti per la rete e inconcepibili al di fuori di essa (una conversazione in chat, un blog, i post sui social media). In queste ultime scritture, che si propone di definire ‘native digitali’, si concentrano le maggiori innovazioni. Grazie alla definizione a grana più fine dei parametri mediali di Koch e Oesterreicher che proporremo nel paragrafo 5 (Tabelle 1 e 2), possiamo riprendere questa tassonomia basata sul gradiente di digitalità non come generica affermazione di principio, ma come risultato (misurabile) di specifiche differenze nelle condizioni comunicative e nell’utilizzo del canale e applicarla in futuri studi come chiave per la classificazione delle varie forme di scrittura digitale. In questo saggio ci concentreremo su una sola di queste: la messaggistica istantanea.

Was bleibt von kommunikativer Nähe und Distanz?

Подняться наверх