Читать книгу Si Mr. Evans - Antonina Lentini - Страница 7

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Dannazione ma non poteva scegliere un altro giorno per non andare a lavoro? Mannaggia a te Arizona. Devo fare quella dannata ceretta, altrimenti non potrò sostituirla, oggi è il mio giorno libero o meglio, era il mio giorno libero. Dovevo fare un sacco di cose, fare la spesa, pulire la casa, incontrare Beverly e Naomi, invece devo andare a lavorare. Sarà meglio che mi sbrighi.

E ora chi è che rompe a telefono!

<<Pronto, Noele, sono Arizona, ti ha avvisata il capo?>>

<<Non dire niente, Xavier mi ha detto tutto, dannazione a te, avevo un sacco di cose da fare.>> Esclamo.

<<Ti prego, perdonami, per favore dimmi che mi sostituirai.>>

M’implora, con voce dispiaciuta. Vorrei ucciderla. <<Si vado, ma se mi terrai ancora a telefono non ci andrò più.>> Borbotto.

<<Si riattacco, ah Noe…grazie mille e in bocca al lupo

con i clienti.>>

<<Crepi il lupo.>>

Ma perché mi sono fatta convincere?

Per fortuna abito a pochi isolati dalla spiaggia e arriverò in tempo per le ventuno.

Eccola, la spiaggia è piena di gente in costume che si diverte.

Lo Xavier’s Bar è ricoperto di raffia, in mezzo alla sabbia perfettamente dorata ci sono delle sedie di bambù e gli ombrelloni di palma chiusi.

Entro nel camerino di fretta e furia e mi cambio.

La divisa è molto striminzita, una mini gonna in raffia e per coprire i seni due noci di cocco, attorno al collo una ghirlanda con fiori gialli e fuxia e come fermaglio un enorme fiore blu.

Mi imbarazza molto indossarla ma è legge. <<Ehi Noele, fammi un bel Moijto.>>Naomi mi sorride, sicuramente si starà divertendo al solo pensiero

che io stia lavorando e lei si stia rilassando, mentre preparo il drink.

D’ altronde ho sempre sognato di fare la barista e Naomi di fare la segretaria per un uomo d’affari molto sexy. Evidentemente la fortuna è stata dalla nostra parte perché i desideri si sono avverati.

<<Scusa se vi ho dato buca stasera, ma ho dovuto sostituire Arizona che è a fare chissà cosa.>> Mi faccio dispiaciuta, sporgendo il labbro inferiore. <<Oh tranquilla, non preoccuparti, come vedi sono venuta a farti compagnia.>> Se Maometto non va dalla montagna, la montagna va da Maometto.

<<Non sai quanto mi dispiace. E quella ragazzaccia di Beverly dov’è andata?>> Chiedo, stupita per la sua assenza.

<<È con Dakota.>> Sgrano gli occhi. <<Ma Dakota è quel ragazzo che ha conosciuto giorni fa quando eravamo in spiaggia a ballare?>>

<<Si proprio lui.>>

Cambiando discorso, decido di porre un altro quesito. <<Come va con il tuo bel capo?>> Chiedo con un filo di curiosità.

<<Va tutto bene, manca poco per la conquista. Il mio Alexavier Morrison è un osso duro.>>

Mi ha appena fatto l’occhiolino.

<<Immagino.>> Esclamo. <<Ecco il tuo Mojito.>> <<Signorina?>> Mi chiama un uomo, sulla cinquantina, cicciottello e calvo.

<<Si.>> Mi dirigo verso di lui. <<Vorrei un Margarita per favore.>>

<<Si, glielo preparo subito.>> Oggi c’è davvero tanta gente da servire, non ho un attimo di tregua. Lancio un’occhiata a Naomi, mi catapulto dal cliente e come un’imbranata inciampo contro lo scalino. <<Dannazione, maledetto scalino.>> Esclamo. Poggio la mano sul banco e imbarazzata mi rialzo. Tutti mi stanno guardando, ovviamente arrossisco.

<<Ecco a lei signore.>> Gli porgo il drink e non appena beve un sorso me lo sputa addosso bagnandomi la striminzita e quasi invisibile gonna. <<E questo lei me lo chiama Margarita?>>Chiede sconcertato, con occhi infuocati. <<Mi scusi, gliene preparo un altro.>>

L’uomo mi fa cenno di lasciare stare e mi grida contro. <<Sei un incompetente, non sai fare uno stramaledetto Margarita, ignorante, fa veramente schifo.>> Esclama. <<Ehi signore ma le sembra il modo di rivolgersi a una signorina in questo modo?>> L’anziano fissa il ragazzo e per fortuna va via.

<<Stai bene?>> Mi guarda preoccupato poggiando una mano sul banco.

Io rimango allibita, è bello da svenire. Ha i capelli neri, non troppo corti e gli occhi verdi, carnagione piuttosto abbronzata, è alto circa 1.80 m, indossa un costume in stile hawaiano a pantaloncino ed è a vita bassa. Scorge dei fantastici addominali ben scolpiti. Con gli occhi scendo sempre più in basso e noto l’immancabile e ammaliante “V” far capolino dai suoi fianchi. Ha le braccia possenti e muscolose.

Poi mi obbligo a salire con lo sguardo e noto il viso angelico, con un filo di barba, espressione tesa con gli occhi che continuano a scrutarmi.

Mi schiarisco la voce. <<S…si tutto bene.>>

<<Tu sei…?>> Ho difficoltà a capire la sua espressione.

<<N…Noele, Noele Lewis. Grazie per avermi difesa, capita spesso, ma non possiamo fare niente, il cliente ha sempre ragione.>> Esclamo.

<<Si ma questo non spiega il suo comportamento. È da incivili.>> Il suo volto comincia a rilassarsi.

<<Non so come ringraziarti, vuoi qualcosa da bere?>> Chiedo, sono

confusa e incantata dalla sua bellezza.

<<Non ti preoccupare, è mio dovere salvare le persone.>> Mi sorride. <<Offrimi quello che vuoi.>>

<<Un Margarita.>> Affermo con tono scherzoso. <<Spero non sia come quello del signore altrimenti mi infurio.>> Mi fa l’occhiolino e arrossisco. Maledetti vasi capillari.

<<Scusa ma tu sei?>> Chiedo curiosa.

<<Che maleducato, ancora non mi sono presentato. Sono Cade Evans>>. Mi porge la mano per fare conoscenza, non appena la tocco sento una scossa percorrermi lungo la schiena.

La sua mano è calda e morbida.

Gli sorrido e prendo la coppa Margarita, inumidisco con uno spicchio di limone solo metà bordo del bicchiere e lo ricopro di sale ottenendo un effetto brinato, poi lo metto nel freezer e lo faccio raffreddare. Le mani mi tremano e con la coda dell’occhio percepisco il suo sguardo, mi sento inquieta.

Nel frattempo riempio per ¾ lo shaker con due cubetti di ghiaccio, aggiungo la Tequila, il Cointreau del succo di limone e shakero energeticamente per qualche secondo. Riprendo la coppa, filtro il tutto, prendo una fetta di limone e lo metto nel bordo. <<Ecco a te, spero ti piaccia.>>

Lo guardo imperterrita mentre assaggia il drink, non so cosa dire, sono impaziente di sentire un suo giudizio. Fa un gemito e porta la testa all’indietro.

Ha un collo così sexy!

Mi sorride. <<È buonissimo.>>

<<Ottimo.>> Scrollo i nervi di dosso. <<Speravo ti piacesse, ero nervosa nell'attesa di sentire un tuo giudizio.>>

<<L’avevo capito.>> Mi guarda fisso negli occhi. <<Tremavi quando preparavi il drink.>> Dice sorridendomi. La scossa si è fatta sentire nuovamente, ma stavolta più intensa, tanto da farmi raddrizzare e irrigidire.

<<Parlami un po’ di te.>> Sbarro gli occhi. Rimango esterrefatta dalla domanda.

Fortunatamente tra una domanda e l’altra, tra un drink e l’altro sono già le ventitré e trenta e posso domandare di andare via prima.

<<Xavier, io vado prima oggi.>> Grido al mio capo.

Dai capelli mori e occhi castani.

<<Va bene, a domani.>>

<<Un attimo che mi cambio, aspettami qui.>> Mi prende il braccio.

<<Perché ti devi cambiare? Stai bene così vestita. Hai un fisico bellissimo.>>

La scossa ritorna, mi piace la sensazione che provo quando mi tocca. Chiudo gli occhi per il piacere che sto vivendo. Faccio un enorme respiro, poi scrollo la testa. <<Non mi sento a mio agio, faccio subito.>> Fa un’espressione triste e mi lascia andare. Mi dirigo nello spogliatoio e mi cambio.

<<Finalmente.>> Esclamo.

Indosso una maglia a mezze maniche bianca, un paio di shorts di cotone fuxia e le infradito. Esco e lo raggiungo con passo svelto.

<<Stavi decisamente meglio prima.>> Afferma. Andiamo in riva al mare e ci sediamo sulla sabbia, ormai fredda.

Mi sento in imbarazzo. Decido di far parlare prima lui. <<Perché non inizi a parlarmi di te?>> Chiedo, prima che il coraggio di proferire parola svanisca.

Ha i gomiti poggiati sulle ginocchia e il viso rivolto verso il mare. Poi si gira a guardarmi. <<Cosa vuoi sapere?>> Mi sorride.

<<Che lavoro fai?>> Chiedo.

<<Sono un Vigile del fuoco e in particolare svolgo la mansione di coordinatore>>. Per questo mi aveva detto che salvare le persone era un suo dovere. <<Bello.>> Deglutisco. <<Quanti anni hai?>>

<<Ventotto.>> Ne dimostra meno.

<<E quando non lavori cosa fai?>>

<<Amo fare diversi tipi di sport e mangiare fragole al cioccolato.>> Sussurra, piegando le labbra in un sorriso malizioso, poi torna a guardare le onde. <<Ad esempio?>> Si gira nuovamente, bloccandomi con il suo sguardo.

<<Pratico surf, corro… amo mantenermi in forma.>> <<Anche io adoro le fragole al cioccolato, sono le mie preferite.>> Affermo, con l’acquolina in bocca.

<<Un punto a tuo favore, Miss Lewis.>> Mi guarda, facendomi arrossire.

<<Hai una vita sociale?>> Chiedo curiosa, magari ha una fidanzata.

<<Si. Quando il lavoro me lo permette esco con i miei amici a bere qualche drink.>>

<<Perché stasera sei solo?>> Ho un’infinità di domande che potrei fargli. Mi ispira curiosità. È misterioso.

<<Mi sembri una detective.>> Ride, mostrando i denti perfetti e bianchi.

Adoro sentirlo parlare. Mi piace molto la sua voce. <<Ero qua con Alexavier, ma l’ho perso strada facendo. Ha incontrato la sua segretaria nel bar dove lavori. Mentre ho sentito quel bifolco gridarti contro e ti ho raggiunta.

Il mio collega Derek invece è rimasto a casa con la fidanzata.>> Non appena pronuncia la parola fidanzata noto in lui un’espressione contraria, piegando le labbra in una risata sarcastica.

Lancio una rapida occhiata al suo viso, vorrei approfondire l’argomento “fidanzata”, ma preferisco non farlo. In questo momento dovevo essere con le mie amiche. Invece mi ritrovo seduta con la sabbia che mi entra negli shorts a fare la detective.

<<La tua famiglia? Hai fratelli, sorelle…>> Aggrotto la fronte.

<<Non parlo mai della mia famiglia con gli estranei. Sono molto riservato a riguardo.>> Ha un tono severo. Forse ho sfiorato un tasto che non dovevo toccare.

<<Scusa. Certe volte non mi rendo conto di quello che dico.>> Arrossisco. <<Con quante donne sei stato?>> “O mio Dio. Ma perché non sto zitta?”

Lui fa un sospiro. Giro immediatamente la testa nel senso opposto per evitare il suo sguardo.

<<Noele, passa a un’altra domanda. Non credo ti interessi davvero.>> Mi sembra leggermente irritato. Che strano sentirgli dire il mio nome. È bello. Arrossisco immediatamente. Ora il senso di disagio è aumentato.

Metto le braccia sotto le ginocchia e poggio su il mento.

Con la coda dell’occhio sbircio per vedere che espressione ha.

Con il pollice si accarezza il labbro inferiore. Poi si gira verso di me. Comincia a pizzicarmi la gola. Il cuore mi batte forte. E le guance mi bruciano. <<Ehi ciao Cade.>>

Una ragazza dai capelli rossi, fisico slanciato e occhi neri ci viene incontro. Gli si butta addosso. Lo ha appena baciato sulle labbra. Sgrano gli occhi. <<Che ci fai qui?>> Sembra abbastanza felice di vederlo.

<<Ciao Amber. Ci sentiamo domani. In questo momento sono impegnato.>>

La ragazza rimane delusa dalla sua risposta e va via.

Porta nuovamente lo sguardo su di me.

<<Se vuoi, puoi andare da lei. La tua amica è rimasta delusa da come l’hai trattata.>>

Faccio cenno per alzarmi, ma mi blocca con la sua tenuta salda sul mio braccio.

<<No, è solo una vecchia conoscenza. Ora tocca a me fare le domande.>> La sua espressione è piena di curiosità.

<<Non ho molto da raccontare.>> Guardo il mare. <<Sono una semplice barista di ventisei anni, certe volte sgridata dai clienti. Nel tempo libero vado a correre, leggo, esco con le amiche e qualche volta andiamo a ballare sulla spiaggia.>> Faccio spallucce e sorrido.

<<Hai un fidanzato?>>

<<No. Non penso di essere all’altezza di un ragazzo.>> Alla mia risposta aggrotta la fronte. <<Perché? Non capisco.>> Piega la testa lateralmente. È incuriosito dalla mia risposta.

<<Sei una bella ragazza. Bruna. Hai lineamenti perfetti, occhi castani…>> La sua espressione è seria. Sento le orecchie bruciare. Le mani cominciano a sudarmi e io ad agitarmi. Mi fa uno strano effetto. Devo andare a casa.

<<Si è fatto tardi. È meglio che ritorni a casa, non vorrei incontrare qualche ubriaco per strada.>>

<<Ti accompagno io. Dove abiti?>> È preoccupato per la mia sicurezza, un gesto nobile da parte sua. <<No, vado da sola. Non preoccuparti.>>

<<Fai attenzione.>> Borbotta, con tono autorevole. <<Tranquillo.>> Rispondo allontanandomi sempre di più da lui.

<<Grazie per avermi difesa oggi.>>

<<È stato un dovere. Ricordi? Io salvo le persone.>> Esclama, felice per averlo fatto.

<<Arrivederci Noele.>> Le probabilità di un ulteriore incontro, fatto appositamente, è alquanto improbabile. A meno che non venga a prendere un drink da me. <<Buona notte Cade.>>

Lui rimane immobile a pochi metri dalla battigia a guardarmi.

<<È stato un piacere conoscerti.>> Afferma.

<<Sono stata bene.>> Esclamo. Il suo sorriso si fa più grande.

1 bello quando sorride, gli occhi gli si illuminano e delle fossette compaiono sulle sue guance. <<Notte Noele.>> Alza la mano a mo’ di saluto.

<<Notte Cade.>> Ricambio e vado via.

Si Mr. Evans

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