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Ho perso il controllo del mio cuore. È impossibile camminare con le infradito sulla sabbia, quindi decido di toglierle e camminare scalza, la sabbia fredda a contatto con i miei piedi mi dà sollievo.

Accelero il passo, devo andare via subito da questo posto altrimenti me ne pentirò.

Salgo le scale e dopodiché rimetto le infradito. Lascio alle mie spalle la meravigliosa spiaggia di Hilo. Faccio un respiro profondo. Ho ancora il profumo del suo dopobarba dentro le narici. Dio, è così buono. Quando sembrava che il mio cuore stesse riprendendo controllo, eccolo lì che arriva in prima posizione, correndo così forte da sentire quasi i battiti con le mie orecchie.

Ma che cosa sta succedendo? Cade è meraviglioso, è stato molto gentile a difendermi da quell’orco. Forse quel signore stamattina si è alzato col piede sbagliato perché a Cade il Margarita che ho preparato gli è piaciuto e da come ha reagito, direi anche molto. Oppure ha fatto così per compassione? Sarebbe un gesto deplorevole da parte sua. Così gentile e premuroso da difendermi e poi non giudica sinceramente il drink? Non credo sia così.

Perché quando mi sfiora sento quella meravigliosa scossa percorrermi il corpo? Provo un piacere inebriante. Per non parlare di quando mi guarda con quegli ammalianti occhi verdi, comincio a tremare e sento sudarmi le mani.

Inizio ad avviarmi verso casa a piedi. Il cuore batte regolarmente.

Comincio a pensare a quelle mortificanti domande che

gli ho posto. “La tua famiglia? Hai fratelli, sorelle...” e

quella più terrificante “con quante donne sei stato?”.

Quello che più mi ha provata è stata la sua

reazione. Per la prima domanda aveva ragione, insomma, sono un’estranea e la famiglia è un argomento delicato e personale.

Per la seconda mi ha stupito la sua espressione, era tabù.

Non per niente mi ha fatto cambiare discorso, era irritato e freddo. Perché? Mi ha incuriosita molto. D’altro canto non sono nessuno per pretendere una sua risposta e su questo ha pienamente ragione.

Chi era quella ragazza? Amber. Perché era così freddo nei suoi confronti?

Lei era così affiatata con lui. Non trovo una risposta plausibile per questo episodio.

Cade è un ragazzo molto attraente e sensuale. E il fatto che faccia il vigile del fuoco è motivo di maggiore attrazione per le ragazze.

Forse lo sfruttano e quando si stufano lo gettano via. Per questo la sua reazione alla mia domanda?

Mi sembra un ragazzo sicuro di sé, con un carattere riservato, gentile e pronto a salvare le persone. Perché fargli una cosa del genere?

Maledizione Arizona, se non ti avessi sostituita a quest’ora non torturavo il mio cervello con tutte queste domande.

Mi guardo a destra, a sinistra e alle mie spalle per proteggermi e penso a Cade con i suoi occhi verdi, a quando mi disse che dovevo fare attenzione altrimenti mi avrebbe accompagnata lui.

Meglio che lo dimentichi, mi farebbe solamente del male. È troppo perfetto per me. Circondato da belle ragazze. Sono possessiva e gelosa. Deve essere solo mio. Non voglio condividerlo con nessuna.

Cade ha un qualcosa di misterioso, un lato del suo carattere

che lo perseguita, come un’ossessione. Farei meglio a non

pensarci più.

Per fortuna la strada è breve per arrivare a casa. Abito in un modesto appartamento nella Big Island, la cosiddetta Isola di Hawaii, precisamente a Hilo, nord-est. Ha una cucina, un bagno e due stanze. Non è immensa ma per me basta, è abbastanza accogliente. Pago un misero affitto e questo mi permette di rientrarci con le altre spese. Non me la passo male. Vivo qui da circa un anno. I miei genitori abitano nella capitale, a Honolulu, bella, ma preferisco essere indipendente, vivere una vita tutta mia.

Prendo l’ascensore e arrivo al secondo piano. Cerco le chiavi di casa nella tasca del pantaloncino e apro la porta. <<Finalmente a casa.>> Sussurro. Il silenzio è musica per le mie orecchie e il letto un sonnifero. Sono davvero distrutta.

Dannazione stavo per addormentarmi.

<<Pronto, chi parla?>> Ho ancora gli occhi chiusi quindi non ho avuto la possibilità di leggere sul display chi fosse.

<<Sono io, Naomi.>> Ha una voce abbastanza squillante che mi dà fastidio, spero solo di non doverle spiegare perché non sono tornata più da lei dopo averle dato il drink.

<<Raccontami tutto.>> Esclama.

<<Oddio scusami se non ti ho più dato retta o salutata

stasera ma…>> Mi fermo e penso alla domanda di

Naomi. <<Cosa ti dovrei raccontare?>> Chiedo,

sperando di non farlo.

<<Com’è?>>

Faccio la finta tonda. <<Com’è chi?>>

<<Dai lo sai, quel ragazzo che ti ha difesa da quel signore. Non sono mica cieca.>> Al diavolo Naomi, non le sfugge mai niente, ora si trasformerà in una detective anche lei.

<<Sono ritornata a casa, non potevo stare ancora insieme a lui.>> Taglio corto.

<<Perché mai? Era cosi…>> Sento un sospiro.

<<Bello, dolce e sexy.>> Esclama.

Metto una mano sugli occhi. <<È tanto sexy quanto misterioso.>>

<<Che intenti dire con misterioso?>>

<<Intento dire che ha un qualcosa, una sfaccettatura di lui che non riesce a controllare.>> Sospiro nuovamente pesando ai suoi occhi posati su di me. La scossa si fa sentire, percorrendomi nuovamente tutta la schiena, facendo sobbalzare il cuore.

<<Sono inquieta quando sto vicino a lui.>> Sospiro. <<Davvero, mi dispiace averti lasciata da sola al bar.>> Affermo sperando di cambiare discorso. <<Non ti preoccupare, non ero così tanto sola.>> Sorride.

<<Ora dovresti essere tu a spiegarmi cosa è successo.>> Esclamo.

<<Si beh! Dopo che… scusa come si chiama?>> <<Cade, si chiama Cade.>>

<<Dopo che Cade si stava sacrificando per te, Alexavier mi ha fatto… si… diciamo… compagnia.>>

<<Posso dedurre che sia andata benissimo col tuo bel capo.>> Esclamo, piegando le labbra in un sorriso. <<Dire “benissimo” è poco, però si. Ci siamo divertiti.>> Sospira felice.

<<Sono contenta per te. Senti ne riparliamo quando ci vediamo?>> Le chiedo, ho un terribile sonno, anche se parlare di Cade mi ha fatto risvegliare un tantino.

<<Si certo, anche perché mi devi raccontare tutto quello che vi siete detti e che avete fatto.>> Non cambia mai.

<<Altrettanto Naomi.>> Sorrido sarcasticamente. <<Notte.>>

<<Notte Noele.>> Riattacco.

Per fortuna quando sono arrivata a Hilo ho trovato questo meraviglioso bar sulla spiaggia. È uno dei più frequentati del posto. Da quando ci lavoro non ho ancora imparato a preparare alla perfezione il Blue Hawaiian, è un cocktail esotico originario di questa meravigliosa isola.

Il suo colore blu-azzurro chiaro gli è conferito dalla miscela di rum bianco e Blu Curaçao.

Ogni volta sono i tre minuti peggiori del mio lavoro.

Non si finisce mai di imparare. Diversamente da

Arizona che sa fare tutto alla perfezione.

Finalmente sono arrivata al bar e questo mi consentirà di cacciare via Cade dai miei pensieri almeno per un bel po’.

A quanto pare è già pieno di persone e sono solamente

le nove del mattino. Sarà meglio andarmi a cambiare. <<Ehi Noe, non ti ho ancora ringraziata per ieri sera. Ho saputo che un signore ti ha aggredita e che un ragazzo ti ha difesa.>>

Devo cercare le parole adatte per risponderle in modo che non mi possa fare altre domande.

<<Si, mi ha sputato il suo drink addosso, ma per fortuna è arrivato in tempo Cade.>> Oddio ho detto il suo nome.

Arzona mi guarda maliziosamente.

<<Non farti strane idee. So il suo nome perché un suo amico l’ha chiamato, non per altro.>> Affermo. Invento una scusa all’istante.

<<Sono felice che non è successo niente. Chissà come sarebbe andata a finire se non interveniva quel ragazzo, SEXY.>> Sottolinea l’aggettivo. <<È stato molto gentile a difendermi.>>

<<Già.>> Mi guarda con quell’espressione per farmi capire che non si è bevuta la storia.

<<Devo andarmi a cambiare, altrimenti Xavier mi

licenzierà.>> Corro verso i camerini per evitare altre

domande.

Dopo cinque ore circa, ho finalmente finito il mio turno. Esco dal bar e vedo Naomi seduta sulla sabbia assorta nei suoi pensieri a fissare il mare.

Vado da lei e mi butto per terra goffamente facendomi notare.

Sono esausta dal lavoro e penso a tutti i Blue Hawaiian che ho dovuto preparare in una sola mattinata ed a tutte le facce dei clienti quando lo bevevano, sicuramente pensavano “uuuuh che buono, ne bevo un altro sorso. Mm aspetta, ora che l’ho gustato meglio fa schifo. Decisamente schifo”. Devo chiedere qualche giorno di vacanza a Xavier.

<<Ci sarebbe un argomento piccante di cui dovremmo parlare. Non riesco a pensare ad altro, come hai fatto ad andare via ed a non passare altro tempo con lui?

È stato così gentile con te.>> Mi guarda con occhi vivaci.

Ecco ero riuscita a non pensare a Cade per tutta la mattina ed ora è piombato nei miei pensieri senza un minimo di gentilezza.

Il cuore abbandona il suo ritmo e riprende a cavalcare più veloce di un fulmine. Sicuramente ci sarà rimasto male ma dovevo andare via.

<<Ha una fidanzata?>> Chiede.

<<Non credo, ho notato che è molto freddo a riguardo.>>

<<Mi sembra un bravo ragazzo, chissà perché è così?!>> Fa un sospiro. <<Cambiando discorso, la prima volta che l’ho visto non ho potuto notare altro se non che fosse un bel giovane.>>

<<Si, lo si può definire bello.>> Non voglio dare peso alla bellezza. Anche se la prima volta che l’ho visto ne sono rimasta ammaliata.

<<Dai Noe… non prendermi in giro, quel tizio ti piace. Ti

conosco e da quando abbiamo iniziato a parlare di lui sei diventata nervosa e rossa in volto.>> Dannazione si è accorta di tutto, ma come fa?

<<È stato carino ma non posso affrettarmi a tirare una conclusione, lo conosco da un giorno.>>

<<Non ti credo Noe…ti contraddici da sola. Guardati.>> Fa cenno con la mano verso di me. <<Voleva passare altro tempo con te ieri sera e tu hai rifiutato. Hai paura, ma di cosa?>>

Voglio cambiare discorso al più presto. Ma se non parlo con lei con chi altro posso farlo? <<Conoscendoti tu saresti rimasta a passare altro tempo insieme a lui.>> Esclamo.

<<Si, forse. Ma non è il mio tipo. A me piacciono gli uomini d’affari ricordi? E poi a quanto ho capito non è per le storie a lungo termine.>>

<<Sarà, ma ha un animo gentile. È premuroso ed è stato molto protettivo nei miei confronti e anche se sarà difficile, riuscirò a capire cosa lo blocca ad andare avanti con una ragazza.>>Affermo. Desidero tanto scoprire il reale motivo.

<<Il dilemma del momento.>> Sussurra.

<<Senti, vuoi qualcosa da bere? Te lo faccio preparare

in un attimo.>> Devo porre fine all’argomento, ora ne

sono più che convinta.

<<No, grazie lo stesso.>>

<<Senti…>> Sospiro. <<Parlami di ieri sera, sono molto curiosa. Non era un osso duro il tuo capo?>> Chiedo.

<<Inizialmente c’era un po’ di imbarazzo tra noi ma poi…>> Si interrompe e alza gli occhi al cielo sorridendo.

<<A me non sembrava ci fosse tutto questo imbarazzo, ti sentivo sghignazzare, anche se in quel momento non sapevo con chi fossi.>> Affermo.

<<Poi un Mojito tira l’altro e…>> Fa un sospiro

profondo. <<E la tensione era volata via. Penso di piacergli.>>

<<Sono davvero felice per te.>>

Mi alzo e vado a prendere due succhi di frutta alla pesca, il mio preferito. Dopo aver finito saluto Naomi e vado a casa.

Decido di dedicare il pomeriggio alle pulizie che ho rimandato di un giorno, quindi mi armo di panno e detergente e comincio a pulire.

Dopo un intero pomeriggio a fare faccende di casa non mi accorgo che si sono fatte le otto di sera. Dunque mangio una mela al volo e vado a dormire. Nei miei pensieri ritornano i suoi grandi occhi verdi che mi scrutavano dopo avermi difesa da quell’orco e il suo viso teso.

La settimana è passata in fretta e il weekend sono solita andare dai miei genitori a Honolulu ma prima decido di passare da Xavier per rinfrescargli la memoria sulla mia abituale assenza. Dopodiché parto. Mia madre, Julia Anderson, è una delle donne con maggior fantasia che conosca. Un pezzo di stoffa lo trasforma in oro. Dalle borse ai cuscini. È un asso nel campo della sartoria. Dal momento che non lavora, trasforma il suo tempo libero in passa tempo costruendo di tutto con una semplice stoffa. Mio padre, Brad, non ha un singolo pantalone che non gli stia alla perfezione. È molto fortunato ad averla a fianco.

Ed ecco, la mia vecchia casa, bella come sempre. Circondata da una staccionata tutta in legno ricoperta di fiori. Vedo uscire mia madre, mora, occhi marroni, con le braccia aperte pronta ad abbracciarmi, non appena scendo dall’auto. Una Chevrolet Bel Air anni cinquanta, tutta nera con i sedili in pelle rossi. La adoro. Non è ultimo modello ma per me va benissimo. <<Tesoro mio, finalmente sei arrivata, stavo cominciando a preoccuparmi.>> La solita ansia materna.

<<Ciao mamma.>> Ogni volta che la rivedo mi sembra sempre più giovane.

<<Come va la vita a Hilo?>> Chiede curiosa.

<<Tutto vecchio e niente nuovo.>> Ci sediamo sul divano del salotto. L’unica cosa che mi manca di Honolulu è questa comoda e immensa casa con tutti i comfort possibili, al contrario del mio umile appartamento.

<<È il lavoro come procede?>>

<<Direi piuttosto bene, devo perfezionare qualche drink per il resto non mi posso lamentare.>> Mi tengo sul vago. <<Papà dov’è?>>

<<Ehi ciao tesoro.>>Esclama. <<Come stai?>> Parli del diavolo...

Mi volto a guardarlo, bello come sempre, con i suoi

capelli castano chiaro e occhi verdi. Non dimostra

quarantacinque anni.

<<Ciao papà, benone. Tu?>>

<<I segni della vecchiaia cominciano a farsi sentire.>> Si stiracchia la schiena.

<<Dai non dire così. Sei ancora giovane.>> Rido. Mio padre è un uomo tutto fare. Qualunque cosa si rompa a casa lui la ripara. Ha perfino fatto l’armadio della camera da letto, tutto in legno massiccio. È davvero un genio. Funge da idraulico, falegname, muratore…

Qualunque cosa gli si domanda risponde che la sa fare.

tutto un gioco per lui e per questo provo una grande stima nei suoi confronti.

Mi ha insegnato a essere indipendente ed a non chiedere aiuto per una piccola cosa, devo sapermi arrangiare.

un fanatico del nuoto, tanto da partecipare alla competizione di 2,4 miglia, due volte l’anno.

1 Lunedì ritorno alla vecchia vita, a Hilo. A lavoro tutto

3 Ã¨ filato liscio. Sono esausta ma ho una vaga idea di uscire con le ragazze.

5 Mi dirigo in cucina per bere un bicchiere di succo di frutta alla pesca, mentre chiamo Naomi.

7 <<Apri bella.>> È dietro la mia porta. Mi legge nei pensieri.

9 La apro e vedo lei insieme a Beverly.

10 <<E voi che ci fate qui?>> Chiedo incuriosita.

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12 <<Ti portiamo via per qualche ora da questa topaia.>> Risponde Naomi.

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14 <<Signorina Fisher bada a come parli, questa non è una topaia>>. Entrano in casa. Naomi mi porta in bagno e Beverly va nella mia camera da letto a prendere qualche striminzito vestito.

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16 Loro due sono le uniche con cui mi posso confidare. Sono state sempre al mio fianco. Anche se abbiamo qualche punto del nostro carattere che ci distingue restiamo sempre unite. Naomi la conosco sin dall’infanzia, eravamo sempre insieme, poi ci siamo allontanate per colpa del suo ex fidanzato, ma ci siamo rincontrate dopo dieci anni allo Xavier’s Bar. Beverly invece l’ho conosciuta grazie a Naomi. Ogni sera venivano a bere qualche drink e poi ballavamo sulla spiaggia. E da lì non ci siamo più separate.

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18 Beverly lavora insieme a sua madre in un negozio di fiori, il Gomez’s Flowers. Quasi tutti si forniscono da loro e lei è un’ottima ghirlandaia.

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20 <<Allora.>> Mi guarda in viso. <<Stasera farai tutto quello che ti diremo noi.>> Ordina Naomi, quasi come un obbligo.

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<<Ma…>> Mi interrompe Beverly. <<Niente ma. Da quando hai conosciuto quel tizio, come si chiama…>> Ci pensa un attimo su. <<Cade, giusto? Sei letteralmente cambiata.>>

Lancio un’occhiata infuocata a Naomi e lei mi risponde facendo spallucce mentre mi scompiglia i capelli.

<<Le hai detto tutto? Volevo informarla io.>>

<<Si e quando?>> Chiede guardandomi con il viso inclinato.

<<Prima o poi gliel’avrei detto.>> Affermo e la guardo negli occhi alzando la testa.

Mezz’ora più tardi mi ritrovo con le ragazze in un Pub, il Dark Pub, leggermente affollato, che dà sulla spiaggia.

È strano farsi servire drink da altri, di solito lo faccio io. Ci sediamo in un ampio banco pieno di gente. <<Noe tu cosa vuoi?>> Chiede Beverly. Il rumore assordante della musica la costringe a gridare al mio orecchio.

<<Un Blue Hawaiian.>> Sono impaziente di gustarlo, soprattutto se fatto da un altro barista. Semplice competizione.

<<E tu?>> Chiede a Naomi. Ha lo sguardo fisso verso una direzione. Beverly le dà una gomitata al braccio e Naomi fa un sobbalzo come se si fosse spaventata. <<Cosa vuoi da bere?>> Ripete.

<<Si un Mojito, grazie.>> Ritorna a guardare verso quella direzione.

<<Ehi ragazzo, due Blue Hawaiian e un Mojito per favore.>> Ordina Beverly.

<<Subito.>> Risponde, fa un sorriso e comincia a preparare i drink.

Sono curiosa di vedere cosa sta fissando Naomi, quindi seguo il suo sguardo e vedo che seduti in un tavolo rotondo ci sono due ragazzi circondati da ragazze, che ridono come matti.

Il ragazzo seduto a cui posso vedere il viso ha i capelli biondo cenere e sono tutti scompigliati, come se qualcuno glieli avesse strapazzati con le dita.

È affascinante e ha un portamento elegante. Il ragazzo numero due che mi dà le spalle invece ha i

capelli neri come il carbone e noto solamente che indossa una maglia azzurra a mezze maniche stropicciata.

<<Noele tieni.>> Beverly mi porge il drink e fa lo stesso con Naomi dopo averla fatta sobbalzare per l’ennesima volta.

Bevo il primo sorso, è abbastanza buono. Quando mi giro, quella a sobbalzare sono io, facendomi cadere un po’ di Blue Hawaiian sul mini vestito bianco. In questo preciso istante mi ritrovo difronte Cade che penetra i miei occhi con i suoi. <<Guarda chi si rivede.>> Mi sorride.

Come la prima volta lo analizzo dalla testa ai piedi. Con la luce posta sul banco gli occhi sono di un verde intenso, la mandibola ricoperta di un filo di barba, sempre perfetta. Indossa quella maglia a mezze maniche azzurra tutta stropicciata, quasi aderente, dove i suoi addominali, in base alla posizione che assume, giocano a nascondino.

Un paio di pantaloni bianchi e le infradito. Quasi mi metto a ridere quando le guardo.

<<Ciao anche a te Cade.>>Rimango allibita. Faccio un po’ mente locale e penso alla maglia azzurra, sposto la testa alla mia sinistra e noto che a quel tavolo il ragazzo numero due non c’è più. Poi guardo Cade e traggo la conclusione. <<Che ci fai qui?>> Chiedo.

<<Quello che ci fanno tutti, potrei farti la stessa domanda.>> Sussurra facendo assumere alle sue labbra una posizione che mi sembra sia un leggero sorriso.

<<Ho voglia di passare un po’ di tempo con le ragazze e non di farmi sputare i drink addosso.>>

Il cuore comincia a battere sempre più velocemente. Sono felice di rivederlo anche se non ci speravo. Sono contenta che non ce l’abbia con me per quelle imbarazzanti domande.

È un ragazzo che emana sensualità da qualunque parte del corpo lo guardi. È perfetto.

<<Stasera se non ti avessi incontrata qui, ti sarei venuto a trovare in spiaggia.>> Afferma, guardandomi in modo strano.

Porto la testa lateralmente e socchiudo leggermente gli occhi.

Perché mai sarebbe venuto a trovarmi? Guardo il suo viso.

La prima volta che lo vidi era teso ma adesso assume un’altra espressione, è sereno e ora che lo vedo perfettamente è ancora più bello.

<<Serata libera.>> Mormoro facendogli vedere il drink. <<Anche a te stasera il lavoro ti ha riservato, come me, una pausa. Niente salvataggi.>> Esclamo. <<E si.>>

Afferma con un tono serio.

Ora mi sento davvero in imbarazzo. Arrossisco. Il silenzio tra noi persiste. Sento il suo sguardo posato su di me e la cosa non mi fa stare meglio. Improvvisamente sento e vedo la sua mano posarsi sulla mia e la scossa si ripresenta ma ogni volta sempre più forte provando un piacere inebriante. <<Rimango fermo sulla mia idea.>>

<<Q…quale idea?>> Chiedo incuriosita.

Si avvicina di più al mio viso. <<Stai nettamente meglio con la divisa da barista.>> Mi sussurra all’orecchio.

Annuisco e arrossisco sempre di più. Fisso i suoi occhi ma distolgo immediatamente lo sguardo bevendo un altro sorso del drink che avevo dimenticato di avere tra le mie dita e cerco di cambiare discorso.

<<E con Amber?>> Porta lo sguardo immediatamente verso di me.

<<Con Amber cosa?>> Sembra nuovamente irritato.

Non ne combino una giusta.

<<Niente, lascia stare. Ora devo proprio andare>>. Mi dà

sui nervi questo lato del suo carattere. Potrebbe essere più gentile e meno irritante. Faccio cenno di andare via ma mi prende il braccio per impedirlo. <<No…scusa, non volevo essere così scontroso.>>

<<Non preoccuparti. Però cerca di essere meno irritante la prossima.>> Con lo sguardo vado alla ricerca di Naomi e vedo che è in dolce compagnia. <<Quello è Alexavier?>> Chiedo a Cade indicando il tavolo dov’è seduta Naomi, cercando di dimenticare e sorvolare sull’accaduto.

<<Si, lo conosci?>> Inclina la testa incuriosito.

<<Forse si. È l’uomo d’affari di Naomi.>> Sussurro, sperando che non mi abbia sentito.

<<Come scusa?>> Il suo viso ha assunto un’espressione confusa.

<<Oh… niente. La mia amica, Naomi. È la sua segretaria.>> Diamine ho parlato ad alta voce e mi ha sentita.

<<Wow… Così quella è la Naomi di cui mi parla in continuazione, una bella tipa.>> Esclama alzando un sopracciglio, mi sembra quasi ironico dal tono di voce. <<Scusa che intenti dire? È una brava ragazza non che brava segretaria.>>

<<Ehi Cade lei è Naomi.>> Esclama Alex. Si sono

avvicinati a noi e la mia cara amica sembra una

scolaretta che non sta nella pelle perché è insieme al

suo bel capo.

<<Piacere Naomi.>>

<<Il piacere è tutto mio.>> Cade le porge la mano. Poi mi guarda e mi sorride. Ma che vorrà mai dirmi con quel sorriso?

<<Io sono Alexavier, il capo di…>>

Lo interrompo. <<Di Naomi. È come se ti conoscessi da quando lei lavora per te.>> Naomi mi guarda imbarazzata.

<<Tu saresti Noele giusto?>> Chiede.

Faccio cenno di si con la testa.

<<Cade mi ha parlato molto di te da quando ti ha incontrata al bar dove lavori.>> Guardo Cade con lusinga.

<<Spero che non ti abbia detto nulla di negativo.>> Affermo con espressione rallegrata.

<<Nulla di cui debba preoccuparti.>> Esclama Alex con tono divertito mentre lancia un’occhiata maliziosa a Cade.

<<Dov’è Beverly?>> Chiedo a Naomi, preoccupata per non averla vista.

<<È andata a casa, aveva un po’ di mal di testa.>> <<Senti che ne dici se facciamo ritorno pure noi?>> Le sussurro.

<<Va bene bella.>>

<<Sono davvero felice di averti rivista, Noele. Che ne dici di vederci una sera di queste?>> Mi propone Cade mentre lo saluto.

<<Non penso proprio, sono sempre impegnata con il lavoro.>> Cerco una scusa plausibile e credibile.

<<Non ti credo che sei sempre impegnata con il lavoro. Dai devi pur sempre avere una sera libera e poi ricorda che ti ho salvata da quel signore quando ci siamo conosciuti, quindi mi devi un favore.>>A quanto pare è convinto del fatto suo.

<<Ci penserò.>> Taglio corto. Non potrò mai ringraziarlo come si deve per quello che ha fatto per me ma questo non vuol dire che per sdebitarmi debba uscirci.

Gli ho pure offerto il drink.

<<Aspetterò una tua risposta allora.>> È speranzoso e pensa che gli dica di si perché mi sta sorridendo. Mi sta facendo quel tipico sorriso alla “tanto ti ho convinta, il mio sorriso funziona sempre”. <<Aspetterai una mia risposta. Non ti garantisco nulla. Ciao.>>

<<Ciao e buon ritorno a casa.>> Dice Cade.

Questo ragazzo mi piace davvero. È sexy, sensuale. Ma per il mio bene sarà meglio stargli alla larga. Per i miei gusti è circondato da troppe ragazze e se si dovesse avverare quello che pensa il mio cervello e il mio cuore quando lo vedono dovrà essere solamente mio.

Si Mr. Evans

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