Читать книгу Si Mr. Evans - Antonina Lentini - Страница 9
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Sto percorrendo la strada di ritorno verso casa con Naomi e parliamo del più e del meno, ma lâargomento principale sono i ragazzi, Cade e Alexavier. <<Quando mi sono allontanata ho visto che Cade ti ha trattenuta, che voleva?>> Chiede, non sta nella pelle dalla curiosità .
<<Niente, vuole uscire una sera di queste con me.>> Rispondo con disinvoltura. Non voglio dare troppo peso alla cosa.
<<Cosa? E tu che gli hai detto?>>
<<Semplicemente che sono impegnata con il lavoro ogni sera.>>
<<Ma questo non è vero.>> Sgrana gli occhi. <<Perché non vuoi uscirci?>>
<<Perché è così e basta.>> Certe volte diventa davvero invadente. Non la reggo quando si comporta in questo modo.
<<Dimmi la verità Noe. Lo so che ti piace.>> Borbotta. <<Finché non te lo dirò tu non la smetterai di torturarmi, vero?>> Fa cenno di âsiâ con la testa, come se la cosa fosse scontata. <<So che finirei per soffrire.>>
<<Prova, non ti costa nulla. Si vede che gli piaci. à stato così protettivo nei tuoi confronti.>> Esclama con sguardo sognante.
<<Va bene. Ma solo per ringraziarlo. Non per altro.>>
<<Questo è un inizio.>> Fa salti di gioia. Davvero? à felice perché esco con Cade? Certe volte non capisco cosa le passi per la testa.
<<Câè un problema.>> Esclamo. <<Quale?>>
<<Non ho il suo numero.>>
<<Ma questa è una tragedia.>> Sgrana gli occhi. <<Ritorniamo indietro e vi scambiate i numeri.>>
<<Cosa? No tu sei matta. A limite gli manderò un piccione viaggiatore con un messaggio, âaccetto la tua proposta. Vediamoci domani sera allo Xavierâs Barâ.>> La guardo per vedere la sua reazione.
Ha unâespressione come per dire âsei da manicomioâ. Ha gli occhi chiusi in una linea e le labbra serrate. <<Finiscila di dire simili scemenze. Ritorniamo da Cade.>> Mi prende per un braccio per trascinarmi nella direzione del Pub.
<<Non esiste. Verrà al bar, sicuramente. Non resisterà a lungo per avere una mia risposta.>>
<<E se non verrà ?>> Sottolinea.
<<Vuol dire che è stato un piacere incontrarlo e la nostra conoscenza pro finisce qui.>>
<<Ok. Come vuoi.>>
Difendere una ragazza da un bifolco non vuol dire che gli piaci. Però forse dovrei cominciare a pensare che gli piaccio e spero senza secondi fini. Però se non vuole sentir parlare di fidanzate perché ci tiene così tanto a uscire con me? Forse farei bene a non uscirci.
âNo! Devi uscirci Noe.â Una vocina mi ha appena parlato.
Sarà quella stupida vocina a cui piace rischiare. âDevi uscire con lui, devi uscire con luiâ. Faccio cenno per cacciarla via con la mano.
<<Ora cosa ti prende?>> Ecco, come al solito mi ha visto. Lei vede tutto. Forse ha pure degli occhi ai lati della testa perché prima stava guardando diritto.
<<No niente, una mosca.>> Invento una scusa allâistante altrimenti mi coprirà nuovamente di domande.
<<Una mosca, si.>> Non se la beve.
Finalmente arrivo a casa. <<Ci vediamo rompi.>> La saluto.
<<Non sono una rompi. Sono solamente lâangelo dellâamore.>>
<<Si certo e io sono il presidente degli Stati Uniti dâAmerica.>>
Naomi sporge il labbro inferiore andando via. Io salgo le scale e arrivo davanti la porta di casa mia. Entro e mi dirigo
immediatamente in bagno, devo fare una pipì assurda. Ho la pancia gonfia e contratta come se fossi incinta. Poi mi
spoglio e senza mettere il pigiama, perché mi scoccia da morire, vado a letto. Ma il mio sonno viene interrotto dalla vibrazione del cellulare.
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Da: Naomi
Ore: 3.00 a.m.
Noe, tesoro, ho il numero di Cade. Lo vuoi ora oppure domani te lo porto a lavoro?
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Il cuore mi sobbalza. Forse ho le allucinazioni. Strizzo gli occhi e rileggo il messaggio. Non voglio il suo numero. Che sia lui a venire da me per sapere una risposta. Decido di non risponderle. Quindi continuo a dormire.
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Da: Beverly
Ore: 3.30 a.m.
Noe perché non rispondi a Naomi? Prima o poi ti darÃ
quel numero. Lo sai vero?
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<<A quanto pare le voci girano in fretta.>> Esclamo. Ma Beverly non aveva il mal di testa? Dovrebbe essere a casa a dormire. No a rompermi le scatole.
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Da: Naomi
Ore: 3.33 a.m.
Come diamine hai avuto il suo numero?
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Da: Naomi
Ore: 3.45 a.m.
Semplice. Quando ti ho lasciata a casa, sono ritornata al Pub e mi sono fatta dare il numero da Cade.
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Da: Naomi
Ore: 3.46 a.m.
E perché te lo sei fatta dare?
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Da: Naomi
Ore: 3.49 a.m.
Non puoi aspettare tutto questo tempo per dargli una risposta. E comunque se ti può tranquillizzare non era con nessuna ragazza intorno. Era solo, nel banco dove
servivano i drink e aveva lâaria di uno che aspetta una risposta importante.
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Da: Naomi
Ore: 3.50 a.m.
O poverino! E comunque non voglio il suo numero. VerrÃ
lui a trovarmi al bar. Detto ciò, domani ho un lavoro che mi attende per tutto il giorno, quindi se mi vorrai scusare, vado a dormire per quel poco tempo che mi è rimasto a disposizione per riposare.
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Da: Naomi
Ore: 3.51 a.m.
Non ti arrabbiare. Domani ti porto ugualmente il numero. Deciderai tu cosa farci. Notte.
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Finalmente alle quattro del mattino poggio il cellulare sul comodino e vado a dormire immersa nei pensieri per Cade. Quando mi addormento sogno di essere in un incendio, non capisco dove di preciso. Sono bloccata
in una stanza. Quando allâimprovviso la porta viene buttata giù ed entra un vigile del fuoco. <<Noele, stai bene?>>
<<Come sai il mio nome?>> Chiedo confusa. Ha la faccia tutta piena di cenere. Riesco a vedere solamente gli occhi. Sono verdi.
<<Sono Cade.>> Mi prende in braccio e mi porta fuori.
Mi sveglio di soprassalto e vado in bagno per lavarmi il viso. Guardo la sveglia e sono le sette. Decido di prepararmi. Metto un paio di shorts neri e un top bianco, poi mi dirigo verso la porta, metto le infradito, prendo le chiavi di casa e mi incammino verso la spiaggia. Il sole già comincia a riscaldarsi e dopo dieci minuti sono costretta a mettere gli occhiali da sole. Quando arrivo al bar sono le otto e regna la quiete. Guardo la spiaggia e câè qualche persona qua e là , chi corre in riva, chi gioca con le racchette da tennisâ¦
<<Buon giorno Xavier.>>
<<Mattiniera oggi.>> à sorpreso di vedermi così presto la mattina. E ha ragione ad esserlo. Di solito sono in ritardo. Ma oggi sono in anticipo di ben unâora.
<<Nottataccia.>> Dico con gli occhiali da sole ancora poggiati sul naso.
<<Capisco.>> Di solito Xavier apre il bar alle sei del mattino. Ci sono sempre i mattinieri oppure qualche turista che arriva qui a quellâorario. Sta spolverando il banco e mentre sistema i bicchieri. Ã molto perfettino a riguardo.
<<Ti rubo un pezzetto di torta al cioccolato.>>
<<Va bene. Lo detrarrò dalla tua paga.>> Mi fa un sorriso.
<<Giusto.>> Affermo. Anche se ci lavoro non vuol dire che la posso mangiare senza pagare. Anche se per una volta potrebbe chiudere un occhio. Ma non sarebbe Xavier altrimenti.
Mangio lâultimo boccone e mi vado a cambiare. Metto la divisa da me tanto âadorataâ e raggiungo il mio capo.
<<Senti, ma non è che per caso potresti cambiare divisa?>> Gli propongo mentre guardo la mini gonna di raffia.
<<Non se ne parla proprio.>> Esclama. <<à così bella.>>
<<Si certo tu la fai facile. La tua divisa è un costume a pantaloncino fino alle ginocchia che sembri un figlio
dei fiori e una maglia senza maniche. Io devo stare al novanta percento nuda. Ã troppo striminzita.>>
<<Tesoro, questa divisa, come la chiami tu âstriminzitaâ, attira clienti.>>
<<Ma non potresti almeno allungare la gonna oppure farci indossare un pezzo di stoffa di sopra? Al posto di due noci di cocco?>> Mi guardo il seno, poi la mini gonna e infine Xavier.
Mi sta guardando e ride. So che non la cambierà mai. Quando gli piace una cosa è molto, molto difficile fargli cambiare idea.
<<Non la cambierai mai vero?>> Gli mostro il faccino triste facendo sporgere il labbro inferiore nella speranza di corromperlo.
<<Ehmâ¦>> Si porta lâindice al mento come per
pensare.
<<Non credo proprio.>> Questa è la risposta definitiva che mi porterà a indossare a vita questa divisa.
Mi rassegno al fatto e vado al banco aspettando che arrivi qualche cliente. Nel frattempo poggio i gomiti sul marmo e sui pugni il viso. Mentre guardo le persone che si sono moltiplicate sulla spiaggia, vedo un ammasso di capelli rossi, lisci, con gli occhi marroni che si dirige verso di me.
à Naomi. Indossa un tailleur a gonna nero, una camicetta bianca, le scarpe con i tacchi neri in mano e nellâaltra un bigliettino.
Arriva da me con un sorriso smagliante. <<Tieni.>> <<Cosâè?>> Poi penso ai messaggi di ieri notte. <<Non sarà micaâ¦>>
<<Si. Ã il suo numero.>>
<<Ti avevo detto che non lo volevo.>> Mi faccio infastidita. Non lo voglio per davvero quel numero. Anche se in cuor mio vorrei chiamarlo e vederlo. Provare tutte le sensazioni che sento quando mi sfiora. <<Dai Noele, finiscila di fare la bambina. Sei una persona adulta.>>
<<Appunto, è perché sono una persona adulta che non lo voglio.>>
<<Perché sei così ostinata?>> Ora il sorriso è scomparso. à seria, dispiaciuta. Perché ci tiene tanto che io esca con Cade?
Alzo gli occhi al cielo. <<E va bene lo prendo. Ma non ti garantisco niente.>>
<<Riflettici. Mi sembra un bravo ragazzo.>> Dopo avermi fatto la predica la vedo andare via.
Prendo il numero e vado nel camerino ma mi accorgo che ho dimenticato il cellulare a casa. Evidentemente è destino che non devo chiamarlo. Piego il bigliettino e lo metto nella tasca degli shorts.
Mentre servo aperitivi, succhi e torte, il mio sguardo analizza spesso i clienti sperando di vedere una testa ricoperta di capelli neri, un paio di occhi verdi che mi fissano e una bella tartaruga con contorno di âVâ che
attendono di essere accarezzate dalla mia mano.
<<Dovresti chiamarlo e in fretta.>> Una voce femminile parla da sopra il banco mentre sono abbassata per prendere un bicchiere.
Mi alzo e vedo Beverly con in testa una ghirlanda di fiori fuxia che circondano i suoi biondi capelli leggermente mossi. Oddio ma non mi danno pace! <<Ciao anche a te.>> Esclamo. <<Chi dovrei chiamare?>> Faccio la finta tonta.
<<Il bel ragazzone che ti ha chiesto un appuntamento ieri sera al Pub.>>
<<Chi Cade?>>
Mi guarda con i suoi occhi blu. <<Si, Cade. Devi chiamarlo.>>
<<Ho dimenticato il cellulare a casa.>>
<<Ti do il mio.>> Mi porge il suo telefono. <<Non ho ancora il suo numero.>> Mento spudoratamente.
<<Lo so che ce lâhai. Naomi te lâha portato stamattina.>> Certo che si dicono proprio tutto e allâistante.
<<Ce lâho nel camerino.>>
<<Vacci allora.>> Esclama. Non ha staccato lo sguardo dai miei occhi neanche per un attimo. Quasi mi mette a disagio. Sta diventando inquietante.
<<Ora non posso, sto lavorando.>> Questo è vero. Anzi verissimo. <<Ho un sacco di clienti che mi chiamano.>> Borbotto.
<<Ok ora vado ma entro stasera chiamalo.>> Mi ammonisce con il dito e va via. Fuori un'altra. Non mi daranno tregua finché non lo chiamerò. Le conosco fin troppo bene. Almeno che non venga lui qui prima di stasera.
Ma visto la penultima chiacchierata mi sa che non verrà a causa del lavoro. âLui salva le personeâ già .
<<Ciao. Mi puoi dare un succo alla pesca per favore?>> à Amber. In questo momento Arizona è libera, perché è venuta proprio da me? <<Subito.>>
<<Allora, come hai conosciuto Cade?>> Chiede in un colpo secco senza giri di parole. Sembra quasi infastidita dallâaverci visti insieme quella sera in riva.
<<Come scusa?>>
<<Si hai capito bene. Come lo conosci?>>
<<Mi ha aiutata a difendermi da un signore mentre lavoravo.>>
<<Che romantico. Ti avviso. Sta in guardia. Fa così con tutte, soprattutto quando vuole raggiungere un determinato obiettivo.>> Confessa. à abbastanza seria e non so se crederle o meno. Può essere solamente gelosa.
<<Cosa intendi dire scusa?>> Cerco chiarimenti.
<<Ti ha già chiesto di uscire una sera di questa vero?>>
<<A te cosa importa?>>Chiedo. Ora quella infastidita sono io.
<<Stammi bene a sentire, Cade non è il ragazzo che tu pensi. Non è dolce ne romantico. Cerca solamente occasioni di una notte. Non gli piacciono, o meglio, le storie a lungo termine non fanno per lui.
Certe volte ha comportamenti strani che non mi so spiegare. Lascialo in pace.>>
Tutti la stanno guardando. Ha alzato il tono della voce più del dovuto e questo ha attirato lâattenzione. Il vocio che si sentiva in precedenza delle persone che parlavano tra di loro, ora non câè più. Stanno in silenzio a guardare Amber che mi strilla contro per dirmi chi sia veramente Cade. <<à terribilmenteâ¦>> La interrompo. Non si è accorta che la stanno fissando tutti, Xavier compreso.
<<Senti non mi importa chi sia o chi non sia veramente
Cade. Dovrei lavorare e ora se non ti spiaceâ¦>> Le faccio
cenno con la mano di andare via. Amber rimane in silenzio.
Posa il bicchiere sul banco in marmo, ancora pieno e
per lâennesima volta, questa è la terza ragazza che vedo andare via in una sola mattina. Non voglio pensare al pomeriggio.
Tutto è ritornato alla normalità . Xavier mi guarda di tanto in tanto. Ha una faccia confusa. Sicuramente ancora non ha ben capito cosa sia successo veramente. Io invece continuo con il mio lavoro.
A pranzo mangio un panino al volo, con prosciutto e provola poi ritorno a lavorare.
Arrivata alle quattro del pomeriggio la vocina mi assilla. âChiamalo, chiamaloâ e sembra pure infuriata. <<Arizona, mi presteresti il cellulare un attimo? Dovrei fare una chiamata.>>
<<Si certo.>> La seguo nel camerino. Prende il suo telefono dalla tasca posteriore dei jeans poggiato sulla sedia e me lo porge. Aspetto che va via per comporre il numero.
Uno squillo, due squilli. Comincio a tremare. Tre squilli, mi sento in ansia. <<Ciao Cade, sono io, Noele.>> Ho la voce tremante. Non so perché ma ho paura.
<<Noele, sono felice di sentirti.>> Ha un tono sereno e sorpreso. Forse aveva perso le speranze. Ma comunque sia gli sto
parlando a telefono e mi piace sentire la sua voce.
<<Ieri sera eravamo rimasti che dovevo darti una risposta.>> Mi fermo. Lo sento respirare. <<Si.>>
<<Si che accetti la mia proposta di uscire?>>
<<Si mi piacerebbe uscire con te una di queste sere.>>
Sono sicura che a questâora sta facendo salti di gioia dentro di sé.
<<Va bene per domani alle ventuno? Vengo a prenderti al bar dove lavori.>>
<<Per me va benissimo. A domani allora.>> So che forse me ne pentirò ma Amber mi ha suscitato un enorme curiosità . Voglio conoscerlo meglio e capire chi sia veramente.
<<Sono contento che mi hai chiamato. La tua amica ha insistito perché io le dessi il numero di telefono.>> Sento qualcuno che lo chiama. Una voce femminile. <<Devo andare. A domani allora. Noele.>> Chi era quella ragazza che lo chiamava? Perché sto provando un senso di gelosia? Ci penso su e restituisco il telefono ad Arizona.
<<A quanto pare ho fatto unâopera di bene. Hai unâespressione abbastanza felice.>> Mi guarda maliziosamente. Cerco di nascondere il più possibile quello che provo in questo momento.
<<Non esagerare. à stata una chiamata piuttosto soddisfacente.>> Esclamo. Non voglio farle capire più di tanto.
<<Chi è lui?>> Sgrana gli occhi. <<Non sarà mica quel ragazzo che ti ha difesa?>> Ora mi sta facendo unâespressione sorpresa. Credo che oggi darò un titolo alla giornata. âIl giorno delle ragazze invadenti e rompi.â
<<Sarà meglio che ritorno a lavorare.>> Oggi Arizona e tutte le mie amiche non le sopporto proprio. Si sono alzate e si sono messe in modalità ârompiamo lâanima a Noeleâ.
Il resto della giornata passa in fretta e finalmente è sera quindi posso fare ritorno nel mio piccolo rifugio.
à la sera dellâappuntamento e in mio aiuto sono venute
Naomi e Beverly nel camerino del bar.
Sono le otto e trenta di sera, quindi ho solo mezzâora per
potermi preparare al meglio.
<<Noele cara, i capelli te li lascio sciolti o te li raccolgo in una coda?>> Chiede Naomi.
<<Lasciali sciolti.>> Li preferisco così. Qui di sera la
temperatura si abbassa di qualche grado e visto il vestito che mi ha preparato Beverly direi che sciolti vanno più che bene. à un abito di cotone tutto bianco lungo fino a sopra il ginocchio. Ha una scollatura a O-Collo. Senza maniche e una striscia di pizzo a livello dellâombelico.
Lo indosso e Naomi come tocco finale mi ci poggia una corona di fiori bianchi di piccola taglia fatta da Beverly che risalta sui miei capelli castani.
<<Ragazze grazie di tutto.>> Sorrido. <<Per avermi aiutata.>> Non vedo lâora di rivederlo.
<<Figurati è solo un piacere per noi renderti più bella possibile.>> Afferma Naomi.
Qualche minuto dopo esco dal camerino e mi dirigo verso lâuscita.
Cade è poggiato sotto una palma. Indossa un pantalone bianco e una camicia azzurra con diversi fiori bianchi a mezze maniche, un colletto senza solino e due spacchetti laterali, ma la cosa più bella è che la tiene tutta aperta lasciando intravedere gli addominali. Resto senza parole quando lo vedo. à tremendamente sexy.
<<Finalmente.>> Sussurra. <<Temevo che non venissi più.>> Piega le labbra in un sorriso. Mi prende il braccio per avvicinarmi a lui e la scossa ritorna facendomi diventare rossa in volto.
<<Scusa per il ritardo, ho avuto un contrattempo nel camerino.>> Ogni scusa è sempre buona.
<<Spero nulla di grave.>> Mi fa un sorriso e mi guarda dritto agli occhi.
<<No, no, tranquillo.>> Incrocio le braccia per sentirmi più
a mio agio. Vorrei tanto domandargli chi era quella ragazza che ho sentito mentre parlavamo per telefono.
<<Sono felice di rivederti, Noele.>> Dice. Ora ha poggiato la mano sulla palma portando il peso del corpo contro di essa.
<<Anchâio.>> Arrossisco in una maniera sconsiderata. Mi inquieta e spero che non lo farà per tutta la durata dellâappuntamento. <<Dove andiamo?>>
<<Tu dove vorresti andare?>> Chiede con voce armonica poggiando il suo sguardo sul mio viso. <<Non so, sei stato tu ad invitarmi non io. Quindi ti lascio il libero arbitrio.>> Gli lancio un celere sguardo. Sta pensando. Alza gli occhi al cielo, porta il peso sulle sue gambe e mi rivolge un seducente, sontuoso e armonico sorriso.
âPerché proprio a me?â Naomi e Beverly mi stanno guardando dal bar e mi sorridono. Chissà cosa staranno pensando in questo momento.
<<Che ne pensi se intanto andiamo a prendere qualcosa da bere?>>
<<Oâ¦ok andiamo allora.>> Esclamo. Mi poggia una mano sulla spalla opposta alla sua posizione ma con un rapido gesto mi scosto scrollandomi di dosso il suo braccio. Meglio mantenere le distanze. Di fronte a questo gesto Cade rimane in silenzio. Percorriamo la strada in tutta quiete tanto da imbarazzarmi in modo sconfinato.
Si schiarisce la voce con un colpo di tosse, facendomi sobbalzare.
<<Allora, da quando lavori in quel bar?>> Finalmente qualcuno che parla.
<<Da circa un anno>> Prendo una pausa. <<E tu? Da quando fai il vigile del fuoco? Non ti ho mai visto da queste parti.>>
<<Da quando avevo ventidue anni. Mi hanno trasferito
da Honolulu circa un mese fa.>>
Improvvisamente un bambino mi lancia la palla tra le
gambe facendomi perdere lâequilibrio ma la tenuta salda delle braccia di Cade sotto le mie, impediscono di farmi fare una figuraccia che avrei ricordato per anni. <<Ehi, stai più attento la prossima.>>
Grida infuriato Cade contro il bambino.
<<Mi scusi signore, non lâho fatto apposta.>>Dice dispiaciuto il ragazzino.
<<Ora vai prima che te la rompo quella palla.>> Per tutta la durata della ramanzina, Cade mi tiene stretta a sé. Come se avesse salvato un oggetto prezioso dal rompersi.
Poi si gira verso di me e mi guarda fisso con occhi agitati.
<<Tutto bene?>> Chiede preoccupato. Mi sta tenendo ancora stretta, contro il suo fisico marmoreo. Il cuore comincia a battere più forte del solito. Sento il viso arrossire sempre di più e il respiro di Cade che mi riscalda il viso a pochi centimetri dal suo.
Poi si allontana guardando per terra e circonda il suo mento con indice e pollice.
<<Credo che dovremmo andare ora.>>
Mi guarda. <<Seguimi, abbiamo una splendida serata che ci attende.>> Ora è ritornato tutto alla normalità .
Ma la mia mente è ancora ferma a quando si è avvicinato col suo viso al mio e il cuore sta ancora battendo forte, per non parlare della piacevole scossa che mi percorre lungo la schiena.
Camminiamo per altri cinque minuti, immersi nel silenzio più totale, prima di entrare nel Pub dove mi ha proposto di uscire con lui, il Dark Pub.
<<Un Margarita per favore.>> Ordina al barista, poi si volta a guardarmi. <<Tu cosa desideri?>>
<<Un Blue Hawaiian grazie.>> Mi rivolgo al ragazzo che prepara i drink.
Ci sediamo in un tavolo, quello stesso dove Naomi si era
ipnotizzata quando ha visto Alexavier.
<<Alloraâ¦>> Sorride. <<Stavamo parlando di te, prima che ti salvassi da quel moccioso.>>
<<Che io ricordi, è di te che stavamo parlando.>>
<<Che memoria>> Esclama. <<Cosa mi avevi chiesto?>>
<<Ecco a voi i drink.>> Ci interrompe il barista, ci serve le ordinazioni, in più ci porta le noccioline.
<<Adoro le noccioline.>>Ringrazio il ragazzo e ne prendo una. <<Mi stavi raccontando che ti avevano trasferito da Honolulu.>>Riprendo il discorso.
<<Si, ricordo.>>
<<Perché?>> Chiedo curiosa.
<<Ho chiesto il trasferimento.>>
<<Per quale motivo? Se non sono troppo indiscreta.>> Inclino la testa, mentre divoro le noccioline.
<<Incompatibilità caratteriale con alcune persone.>> Si passa le dita tra i capelli. Ha un che di misterioso. <<Hmâ¦>> Queste noccioline sono davvero buone e la risposta di Cade non mi convince. <<Colleghi?>>
<<Si.>>Taglia corto. Ma anche questa volta la risposta non mi sembra sincera.
<<Perché quella sera, quando eravamo in riva al mare non hai voluto rispondere alla domanda se sei fidanzato?>>
Mi fulmina con lo sguardo dopo che ha bevuto un sorso del suo drink quasi andato di traverso dopo la mia domanda.
<<Perché non mi piace parlarne, e anche ora ti dirò di cambiare discorso.>>
<<Ma perché? Ho accettato il tuo appuntamento, devi una risposta alla mia domanda.>>Affermo. La pazienza sta per finire a riguardo. Voglio sapere perché non vuole parlarne ne vale della mia incolumità .
<<Noele, per favoreâ¦>>
<<Di me ti puoi fidare, puoi dirmi tutto.>>
<<Si vede che non mi conosci.>> Esclama con un filo di malizia.
Decido di andare in bagno. Questa conversazione sta prendendo una brutta piega. Dopo alcuni minuti ritorno. Ma prima di sedermi sto a guardarlo per alcuni secondi. Ã bello e dannato. Ã seduto e con le dita fa girare il bicchiere, sembra pensieroso. Poi lo raggiungo dalle spalle.
<<Io sono originaria di Honolulu.>>
<<Davvero?>> Lo guardo, è sorpreso dalla mia affermazione. Come se la conversazione precedente non fosse mai avvenuta. Ma non posso fare altro che notare la sua bellezza. I suoi occhi verdi e le spalle possenti, vorrei tanto toccarle per vedere quando sono muscolose.
Poi guardo il suo collo, bello e sexy da morire e comincio a
fantasticare a cosa potrei fargli se fosse tutto mio.
<<Ehi Noele?>> Mi passa la mano davanti gli occhi, per portarmi sulla terra ferma.
<<Si scusaâ¦>> Mi schiarisco la voce. <<Fino a un anno fa abitavo a Honolulu con i miei.>>
<<Perché hai deciso di venire qui?>>
<<Per essere indipendente e poi volevo avverare il mio sogno.>>Affermo, mentre bevo un sorso del mio drink.
<<Quale?>>
<<Cosa?>>
<<Il tuo sogno.>> Cade mi fa distrarre in continuazione, facendomi perdere il filo del discorso. Meglio se non lo guardo più e mi concentro sulle noccioline.
<<Quello di diventare barista.>> Mormoro, dandolo per scontato.
<<E con Naomi, da quando vi conoscete?>>
<<Sin da piccole. Ci facemmo una promessa.>> Sorrido al ricordo. Eravamo sedute sul giardino di casa mia e fantasticavamo sul nostro futuro e in mano avevamo due bicchieri di champagne con dentro del succo alla pesca per brindare, e a un certo punto diventammo entrambe serie. <<Ci siamo promesse che comunque sarebbero andate le cose, dovevamo avverare i nostri sogni, io di lavorare in un
bar e Naomi di fare la segretaria ad un uomo dâaffari affascinante e sexy.>>
<<Alexavier.>>
<<Si e a quanto pare ci è riuscita in pieno nel tentativo di avverare il suo sogno.>>
<<Che intendi dire?>> Chiede, ha contorto la mandibola. Ha unâespressione tesa e seria.
<<Che Alexavier è un bel uomo dâaffari, affascinante e sexy.>>
Alla mia affermazione digrigna i denti e mi guarda fissa negli occhi. Ã teso. Sembra quasi geloso del suo amico.
<<Credo che sia lâora di andare via.>>
<<Dove?>>
<<Nelle nostre rispettive case.>>
<<Come? Perché?>>
<<Quante domande? Andiamo e basta.>> Si dirige verso il banco per andare a saldare il conto poi mi raggiunge. Sembra infuriato. Lo noto dagli occhi, sono scuri e privi di luce.
<<Mi spieghi almeno il motivo di questo comportamento?>>
<<Quale comportamento?>> Mi prende il braccio e mi trascina fuori dal Pub.
<<Questo.>>Affermo infastidita.
<<Non hai idea di quello che dici.>>
<<Credo che ti dà fastidio il fatto che io reputi Alexavier un uomo affascinante e sexy.>> Affermo senza pietà .
<<Io invece credo che dovresti cominciare a stare in silenzio.>>
Ora capisco le parole di Amber al bar. Ã tremendamente strano.
<<Mia madre e mio padre mi hanno fatto una lingua per parlare e quindi la utilizzo.>>
<<Per i miei gusti è una lingua troppo lunga.>>
<<Perché non accetti la realtà dei fatti? E poi perché fai così? Non siamo mica fidanzati.>> A questa frase Cade mi sbatte contro il muro, con una mano sul mio fianco e con lâaltra affonda le dita dentro i miei capelli e con il pollice sulla guancia. Mi guarda dentro gli occhi. Io rimango immobile, sono incastrata tra il muro e il suo possente corpo, sento il suo profumo e il respiro affannoso.
<<Odio la parola fidanzata.>> à calmo allâapparenza ma dentro di sé non credo proprio.
<<Perché?>>
<<Non posso.>>Scuote la testa.
Gli guardo le labbra, sono carnose ed emanano un enorme desiderio di essere baciate.