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CAPITOLO XVIII

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Regola per la quale si potrá conoscere quant'oro ed argento si piglia da chi riceve danari.

Per le cose suddette è da notare che chi avrá una libra di monete di undeci leghe, se bene esse saranno di vari valori da moneta a moneta, cioè di lire 12, di 6, di 3, di 2 o di una per ciascuna, averá once undeci d'argento fino, imperoché tutte saranno d'una finezza istessa; e chi averá una libra di sesini e di quattrini, quali tutti siano di due leghe, avrá parimente once due di fino argento, e cosí si dirá dell'altre sorti di monete di vari valori, compartite e fatte sotto una medesima finezza: e ciò si saprá, perché su esse vi saranno notate ed impresse le note contenute nel capitolo XXII. E si potrá anco tutto ciò in altro modo sapere; cioè, se si riceveranno monete di varie leghe o finezze, e si conteranno cosí miste e, riducendole in lire, si partiranno col numero 6, si troverá essere l'istesso. Come, per essempio, chi riceverá di esse lire 300, e nel conteggiare le partirá col numero 6, ritroverá che in esse saranno once 50 d'argento fino; e parimente chi n'avrá ricevuto per lire 600, partendole col detto numero 6, in esse saranno once 100 di detto argento, ed in lire 1200 ne saranno once 200; e cosí riuscirá in ogni altra grande o picciola somma o quantitá di lire. La causa è perché in ogni numerata di sei lire vi sará un'oncia giusta d'argento di coppella, come nelle tariffe si vede. E similmente chi averá una libra di ducati, in essi saranno once 12 di oro puro; e chi averá una libra di scudi da lire 8 o 7 o 6 l'uno, separati a sorte per sorte overo misti, in essi saranno once undeci di dett'oro; e cosí in una libra di bisilachi vi saranno once otto del suddetto oro, e come nelle tariffe. E volendo anco ciò sapere per altro modo, si potranno detti ducati, scudi o bisilachi, separati o misti, ridurre in lire, e poi partirle col numero 72; e quante volte vi entrerá, in essi saranno tante once di puro oro. E quello che di queste si dice, il medesimo riuscirá nelle monete cosí d'oro come d'argento, che sinora sono state fatte, percioché dall'universal tassa che sará fatta dalli contisti del giusto valore di quelle, secondo la giusta quantitá del puro e del fino che in esse si troverá essere, si conoscerá quello istesso, come se fossero state nuovamente coniate secondo questi ordini. E se si vorrá anco sapere quanto di fino sia in una sola moneta d'argento, e ad una per una di quelle che di nuovo si faranno, over delle giá fatte che si tasseranno, ciò facilmente dal loro valore si potrá conoscere in questo modo, cioè: se la moneta valerá soldi cinque, in essa si troverá essere un denaro di fino argento; e se valerá soldi tre, vi saranno grani 14-2/5 di detto argento; e se valerá denari 3, in essa sará grano 1-1/5 del suddetto argento; e se valerá denaro 1-1/2, in essa saranno 3/5 di grano di esso argento; e se valerá lire tre, in essa saranno denari 12 a peso di detto argento fino; ed il simile sará delle altre monete di maggiori o minori valori. Conciosiaché dal peso del loro fino ne deriveranno anco i loro proporzionati dati valori, con i quali si potrá tutto ciò sapere, e de' quali pesi e valori minutissimamente si tratterá nelle tariffe a capitolo XXI e nel capitolo XXXIII. Egli è ben vero che il valore del rotto che sará in alcuna moneta delle tassate, cioè meno di un quattrino di esso rotto, non si nominerá in sapere il fino di essa, per esser quasi innominabile ed intassabile per le cause allegate nel capitolo XLI.

Ora, perché mi pare aver ragionato a bastanza intorno al fatto proposto, mi piace venire alla prattica e porre in aperto le seguenti tariffe, e prima quella dell'oro ed argento insieme, per mostrare la vera forma e la real proporzione d'una parte d'oro a peso per dodici d'argento, e dodici d'argento per una di oro con i loro dati valori corrispondenti, da poter fare le monete d'oro del loro debito e giusto essere. La seconda sará quella delle monete d'argento, in corrispondenza di quelle d'oro; accioché col mezo di tali ordini, cosí nel dare come nel ricevere, ciascuno in qualsivoglia sorte di monete abbia delli valori, e del puro e del fino il suo giusto confronto; e da questi ordini si conosceranno molti errori, che sogliono occorrere nel far pagamenti con le monete sotto diversitá d'ordini fatte.

Economisti del cinque e seicento

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