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CAPITOLO XXII

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L'ordine delli caratteri o note da doversi imprimere sulle monete cosí d'oro come d'argento.

Le seguenti note principalmente s'avranno da imprimere su le monete, cosí d'oro come d'argento, che di nuovo si faranno, o nel circolo, o nel mezo in colonna, o dove parerá che debbano star meglio, con caratteri o di lettere o di numeri, con i suoi punti, e con ordine e modo tale che da tutti possano esser facilmente intese. E l'ordine è questo, cioè:

La prima nota mostra il vero e real valore della moneta.

Per la nota seconda si manifesta la lega o finezza di essa moneta.

La terza dichiara quante monete di quella medesima sorte ne vadino in numero alla libra.

La quarta denota che le monete fatte sotto il precedente numero deono essere una libra giusta, e, quando non fossero, si dovrá osservare quello che nel capitolo XXVIII si dice.

Su le monete d'oro le seguenti:

Lire 9 a denari 24 numero 96 libra 1 » 8 » 22 » 99 » 1 » 7 » 22 » 113-1/7 » 1 » 6 » 22 » 132 » 1 » 4 » 16 » 144 » 1

Su le monete d'argento le seguenti:

Soldi 57-1/2 di leghe 11-1/2 numero 24 libra 1 » 60 » 11 » 22 » 1 » 20 » 10 » 60 » 1 » 20 » 8 » 48 » 1 » 15 » 6 » 48 » 1 » 2 » 4 » 240 » 1 » 6 » 2 » 480 » 1 » 3 » 2 » 960 » 1 » 1-1/2 » 2 » 1920 » 1

Ho posto in questa tavola le prime note delle cinque tariffe delle monete d'oro e quelle di mezo delle sette tariffe delle monete d'argento, accioché col mezo del detto essempio si possa cosí fare su l'altre descritte in esse tariffe, e anco su qualunque altra sorte di monete di maggiore o minor finezza, peso e valore, oltra le contenute in esse tariffe, quando però ad alcuni piacesse di farne a loro imitazione; e anco su quelle che qui sotto nel presente capitolo si contengono. E benché io abbia descritto per conto dell'oro solamente tre finezze, cioè di denari 24, 22 e 16, ciò non ho giá fatto per concludere che non se ne possano ancora fare d'altre finezze, come sarebbe da denari 16 sino a 22, cioè di 18 e di 20, proporzionalmente però, ed anco di denari 23; ma non giá, come per l'adietro si è fatto, cioè di denari 22-1/4, 22-1/2, 22-3/4 o simili, negli scudi d'alcune cittadi, e similmente nelli ducati che si sono fatti di denari 23-1/4, 23-1/2 e 23-3/4 o simili; percioché sono rotti inconvenienti e non necessari e che causerebbono disordini grandi nel conteggiare, avendo riguardo al puro di essi. E, quando si volessero fare monete d'altre finezze che delle tre descritte nelle tariffe, se ne potrebbono fare, com'è detto, di denari 23 giusti e di 18 e di 20, ma non necessariamente di queste due, cioè di 18 e di 20, imperoché non sono in uso gli scudi di simili finezze, oltreché sarebbono con difficultá conosciuti; ma si potrebbono quelli di denari 23 nominare «ducati stretti» o per altro nome. Sarebbe ben cosa necessaria che questi ducati fossero con diverse imprese segnati, a differenza degli altri, ed anco differenti di peso; come sarebbe, in compartirli, che n'andassero in numero 69 alla libra, e valerebbe ciascun di essi lire 12 imperiali, che tutti ascenderebbono alla somma di lire 828; e vi entrano in corrispondenza once 138 d'argento fino, che, a lire 6 per oncia, fanno l'istessa somma di lire 828. Si potran bene ragionevolmente fare monete o doble d'oro di varie sorti, come da ducati o da scudi due, da cinque e da dieci l'una, ed anco di maggiore e di minor valore, come da mezo ducato, da mezo scudo e da un quarto per ciascuna; purché su esse vi siano impresse le giá dette note del valore, della finezza o lega, ed il numero di quante ne vadino alla libra: avvertendo che le note di tali doble dovranno esser segnate o impresse con l'ordine qui sotto annotato; come, per essempio, se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire 6 per scudo, le loro note saranno queste, cioè 30, 22, 26-12/30, overo con questo rotto 2/5, che significherá due quinti di una dobla, come sarebbe a dire due scudi. Se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire 7 per scudo, le note saranno queste, cioè 35, 22, 22-22/35, il qual rotto denoterá le 22 parti di 35 di una simil dobla, come sarebbe a dire tre scudi ed un settimo di scudo. Se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire otto per scudo, le note saranno queste, cioè 40, 22, 19-32/40, overo 4/5, il qual rotto significherá quattro quinti di una di queste doble, come sarebbe a dire scudi quattro. Se le doble saranno da ducati cinque l'una, di valore di lire nove per ducato, le loro note saranno queste, cioè 45, 24, 19-9/45, overo l/5, il qual rotto denoterá un quinto di dobla, come sarebbe a dire un ducato. E a similitudine dei detti essempi si dovrá cosí fare ed osservare in qualunque altra sorte di doble o monete d'oro, di maggiori o minori pesi e valori.

E per facilitare a tutti l'ordine proposto, ho posto qui in disegno due sorti di monete, una d'oro e l'altra d'argento, con le note inscritte nei luoghi ove, a mio giudicio, poste esser dovrebbono.

[Illustrazione: Moneta d'oro.]

[Illustrazione: Moneta d'argento.]

Quella di oro valerá lire 7 imperiali: a denari 22, ne anderanno in numero 113-1/7 alla libra. Quella di argento valerá soldi 35 imperiali: di leghe 10-1/2, ne anderanno in numero 36 alla libra.

Ora, per mostrare di quanta importanza sia il porre o imprimere su le monete di qualunque sorte tutte le dette quattro note, o almeno le tre con l'ordine suddetto, dico ch'essendo dai nostri antichi giá stata fatta elezione dell'oro e dell'argento, come cosa piú al proposito per fare i danari, i quali fossero come mezani per poter fare molte sorti di contratti tra tutte le genti in tutto il mondo, fu anco avuta l'intelligenza, si può dire da Dio, di usare i numeri e la ragione dei conti aritmetici; accioché, col mezo loro, si potessero e dovessero fare i partimenti di essi preciosi metalli, con giusta e real corrispondenza e concordanza e delli pesi e delli valori, nel ridurli ad uso di essi danari, onde poi il «compendio» ed il «dispendio» (cosí dagli antichi con tali vocaboli chiamati e nominati) fossero fatti con ogni sorte di perfezione. Ma, perché quasi sempre sopra questo cosí alto maneggio sono stati diversi i pareri degli uomini, e fatti gli ordini diversi e non conformi, cioè da un paese all'altro, perciò le cose di essi danari sono sempre andate con disproporzione quanto sia in universale, sí come di tempo in tempo si è veduto ed anco ora si vede. E perché il porre le dette tre note su le monete sará una delle cause principali per far perpetuare gli ordini universali sopra il fatto di esse monete in tutti i luoghi, però quelle dovranno esser cosí poste ed impresse col dett'ordine. E se ad alcuni forse paresse d'imprimervi solamente le note della lega e del peso, dico che non sarebbe per ciò conosciuto il manifesto delle monete, che è il valore; e chi volesse anco ponervi solo la nota del valore, non venirebbe conosciuto il loro intrinsico, che è la quantitá in peso del puro e del fino, ed il peso di quante ne vadino alla libra, sotto il qual peso vien compreso il fino ed il brutto di esse monete. E per queste ragioni le suddette tre note dovranno esser impresse su le monete nuove, nelle quali però vi sia tanto di campo o spacio che vi si possano far capire, e con tal ordine che da tutti siano conosciute ed intese, come cosí vuol il dovere. E quanto per le monete minute, si potrebbe osservar l'ordine che nel seguente capitolo è descritto.

Ed ancorché l'oro e l'argento ed i valori siano tre cose differenti, nondimeno hanno da essere un corpo solo, ed in questo corpo, quanto sia in valutare le monete, non vi si possono con ragione alcuna far entrare le fatture di esse, nelle quali fatture si deono però comprendere il rimedio ed il rame, il quale vien accompagnato con l'argento ed alle volte con l'oro, in voler fare le leghe variate, per poter poi fare varie sorti di monete: imperoché esse fatture non potrebbono con la ragione aritmetica compatire la proporzionata divisione che fosse corrispondente nelli valori delle monete di diverse sorti, ed in particolare nelle monete di minori leghe e valori, sí come tutto ciò può vedersi nella tavola al capitolo XXXVII e nel capitolo XLII. E tutto quello che si dice doversi osservare sopra il fare le monete nuove, cioè il non comprendervi nei loro valori le fatture, il simile intendere si debba per le dette ragioni nel fare la tassa universale di tutte le monete finora fatte, avendosi in ciò ad osservar l'ordine che nel capitolo XLI è dimostrato.

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