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CAPITOLO I. Nel quale, per l'eterno amore, gli uomini rossi si trovano a mal partito.
ОглавлениеGli uomini rossi.
Disse un ispirato, una volta, che Adamo, in siriaco, significava rosso e volle da ciò dedurre la remotissima origine del partito repubblicano. La deduzione destò fra gli scienziati tedeschi interminabili dispute; si formò a mano a mano una biblioteca su l'argomento e, come avviene sempre in casi di sì alta importanza, la questione rimase allo statu quo ante.
Ora io ho pensato non occuparmi delle origini: in primo luogo perchè non sono scienziato e ciò mi sarebbe di grave impedimento; in secondo luogo perchè non intendo abbracciare (e ciò sia detto con tutta la simpatia che la parola modernamente esplica) i repubblicani di tutto l'orbe terracqueo; bensì, con maggior modestia, limitare la mia narrazione a coloro che, in terra di Romagna, si sono votati ai rossi vessilli riassumenti una fede eroica.
Dopodichè, chiamati a raccolta i sovrani spiriti della memoria, dirò di alcune gesta preliminari nelle quali ha buon partito l'amore.
Viveva un tempo nella gaia città del piano, Europa, figlia di Gian Battifiore. Ella aveva quattro sorelle, il nome delle quali corrispondeva alle altre quattro parti del mondo ne l'ordine che segue: Asia, Africa, America ed Oceania.
Gian Battifiore, ch'era uomo sapiente, aveva dato così a' suoi concittadini, un solenne esempio del suo libero pensare.
Europa, la minore fra le cinque sorelle, compiti i diciott'anni, nel fiorire della sua giovinezza, era graziosa e piacente.
Asia, incamminandosi per il mezzo secolo, scrutava il passato. Era ella semicalva e brutta come la calunnia, onde fioriva in cuor suo l'odio universo e la maldicenza.
Africa era biondastra, aveva gli occhi color del mare (velato un poco da lacrimose nubi) e la bocca di una garrula rana.
Benchè piangesse, pensavano gli anziani che qualcuno avrebbe tratto la giovinetta nave al porto dei legittimi imeni.
Seguiva America, la quinquilustre; America dalla fluente chioma. Essa era alta ed accesa dal sangue esuberante, onde piaceva agli uomini rossi che amano i vessilli vermigli.
Ed ultima era Oceania asciutta e mingherlina. Possedeva ella una vocetta aspra con la quale affliggeva l'umanità amica e nemica, dallo spuntare del sole al suo celarsi.
Ora avvenne un giorno, nella gaia città del piano, che Europa, la giovinetta, per compire la sua coltura letteraria, leggesse varii romanzi nei quali si parlava d'amore.
Sì intensa ne fu la suggestione, ch'ella, pensosa già di una passionale avventura, decise aiutare il destino.
Da lungo tempo Manso Liturgico passava e ripassava sotto alle sue finestre volgendo in alto gli occhi sentimentalmente miti; da mesi e mesi, nelle notti plenilunari (allorchè si spegnevano i fanali per le necessarie economie del Comune) una voce litaniante, saliva dalla strada intonando una salmodia amorosa; una salmodia sospirata in tono minore perchè esplicasse, con irresistibile fascino, l'inesausto desiderio di una qualsiasi corrispondenza.
Europa pensò che l'amore è cosa dolcissima.
Dicono i romanzieri, i quali si intendono di psicologia e si ripetono con sbrigliata indifferenza, che vi è un punto, un attimo, nella vita di una giovanetta, in cui il cuore le si apre d'improvviso come una melagrana matura, e accoglie il primo amore, indimenticabilmente soave.
Europa era della stessa opinione una sera, allorchè, volgendo gli occhi per la sottostante via (moriva un crepuscolo di croco dietro una fila di pioppi lontani), vide Manso Liturgico che la guardava con soavità intenzionale; era della stessa opinione e si convinse che il primo amore è un sentimento strano il quale nasce per generazione spontanea senza sapere perchè.
Assecondò così il giovinetto amatore.
Dopo qualche sera, Divina, la gigantesca camerista delle cinque parti del mondo, recava nel seno a Europa, una rosea missiva alla quale, naturalmente, la giovinetta rispose.
Passata una settimana, vi fu la primizia del bacio.
Poi, si prepararono i piani per l'immancabile fuga, dato e concesso che Manso Liturgico, detto per vezzo Didino, essendo ascritto al partito clericale militante e figlio di una vecchia nobilissima contessa, salda colonna di nostra Madre Chiesa, non poteva aver speranza d'impalmare, per le consuete formule di legge, la figlia del più fiero repubblicano che la Romagna nutrisse nel secolo rosso.
Così solo Divina fu messa a parte della cosa.
Europa tutto le confessò piangendo e la camerista disse con semplicità:
— Bambina, ci sarò io per te!
Poi, dopo un silenzio, quand'ebbe ascoltato le frasi appassionate della giovane innamorata, conchiuse:
— Quando è l'età, è giusto!... L'uomo ci vuole!...
Così, in una notte d'aprile, dopo un lungo affannarsi silenzioso di Divina, un vegliare ai minimi rumori, un andar cauti lungo le pareti, un soffermarsi agli usci origliando, l'avvenimento si compì.
Manso Liturgico, pallido e tremante, aspettava nella via, guardando, con gli occhi larghi in nuova stupefazione, le fiammelle dei fanali sdoppiarsi e raggiare in grandi aureole.
Se Europa non fosse giunta a l'ora prefissa avrebbe cercato invano l'ardito amatore, poichè il giovanetto moveva già nella mente pensieri di solitaria fuga, allorchè vide avanzare le due donne.
Fece Divina levando una mano in cenno di riconoscimento:
— Ehi!
Ed Europa con maggior timidezza:
— Sei tu?
Manso Liturgico non rispose. Guardava quasi estatico, avvolto in un grande ferraiuolo nero sicchè le due donne sostarono temendo essersi ingannate.
Trascorso qualche secondo d'incertezza, la camerista fece cuor risoluto, avanzò sola, e Didino fu tolto dallo stupore di sogno che teneva l'anima sua assente.
Ondeggiò ne l'immenso ferraiuolo, fece quattro passi, sorrise, volle parlare; ma, ad un cenno, si tacque.
Europa gli si pose a lato e, poi che Divina li ebbe benedetti, partirono verso l'ombra delle campagne; partirono per la loro destinazione primaverile, nel gran rifiorir dei mandorli e dei peschi.
E la gigantesca camerista li guardò disparire sorridendo, poi rientrò in fretta e chiuse la porta, chè, di lontano, si era levata improvvisamente una gazzarra di voci, urlanti gli inni della rivoluzione.