Читать книгу Tre racconti: Il cane del cieco - Un genio sconosciuto - Galatea - Bersezio Vittorio - Страница 12

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— Azor! — chiamò con voce amorevole; e il cane venne strascinandosi colla pancia a terra, tutto umile, al suo cenno.

Atanasio lo prese fra le braccia e lo baciò.

— Chi sa se ti rivedrò ancora! — disse. — Sta' costì mio buon Azor, e Dio te la mandi buona. —

Lo pose sul letto e poi uscì correndo.

Trovò Lucietta, a cui disse voler parlare da solo a solo: aveva gli occhi stralunati, le mani e le labbra che tremavano; si vedeva chiaramente che l'infelice era fuori di sè.

“O mio Dio! che cosa è avvenuto!” domandò ansiosamente la moglie di Pietro, spaventata a quella vista. “Qualche grande disgrazia?”

Atanasio, come aveva sognato tante volte di fare, le si buttò in ginocchio ai piedi. Che cosa disse, non seppe mai egli stesso. Parlò come in delirio; e Lucietta, credutolo proprio assalito dalla follia, ebbe paura. Aveva essa fra le braccia il suo piccino e lo strinse al seno più forte e fece per fuggire. Il dissennato le impedì il passo.

“No, no,” esclamò egli, “ora il dado è tratto. Voi non mi potete lasciar più che dandomi la vita o la morte.... Voglio che sia così.... O mia, o di nessuno mai più!”

“Guardate quello che fate!” disse Lucietta. “Calmatevi; pensate al vostro amico, al vostro benefattore, a Pietro...”

“Ah! non parlatemi di lui:” esclamò Atanasio digrignando i denti.

In quella s'udì una voce chiamare dal cortile con allegra premura:

“Lucietta! Lucietta!”

Era Pietro, il quale, impaziente di rivedere la sua famiglia, arrivava col treno di due ore prima, per fare una sorpresa a sua moglie.

Atanasio si gettò indietro quasi spaventato; quell'omaccione forte e robusto come un Sansone, si pose a tremare come un fanciullo. Che cosa avrebb'egli detto a Pietro? che cosa fatto ora in presenza di lui? Pensò un momento scannare Lucietta, poi gettarsi sul marito che accorreva, e sul cadavere di lui uccidere sè stesso. Ebbe paura egli medesimo de' feroci impulsi della sua anima. Corse alla finestra e la spalancò, non si era che al piano terreno e all'altezza del terrazzo; si slanciò nella strada e corse via, per l'oscurità della notte già piena, come un forsennato.

Che cosa gli restava da fare? Agitò seco stesso la questione lungo tempo, senza decidersi a nulla. Quando suonarono le dieci, egli, come tratto da una forza fatale, si trovò al suo posto nella fonderia a capo degli altri operai.

— Lucietta gli avrà detto tutto, — pensava: — fra Pietro e me che cosa sta per succedere? —

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