Читать книгу Guida per la costituzione e per l'impianto di latterie sociali cooperative - Carlo Besana - Страница 4
PROEMIO
ОглавлениеSappiate, o cortesi lettori, che, come tutte le cose di questo mondo, anche le latterie sociali si dividono in grandi, piccole e mezzane[1].
Chiamo grandi le latterie che dispongono di oltre 50 quintali di latte al giorno e vanno sino ai 200 e più quintali; i soci possedono una bergamina, o piccola o grande, e sono o proprietari di fondi, oppure fittabili. Queste grandi latterie si vedono nella bassa Lombardia, dove esistono latifondi, con coltura intensiva foraggera e dove il latte è il profitto principale dell'azienda agraria. L'ambiente in cui si svolgono offre tutte le risorse dell'odierna civiltà; esse vi trovano uomini e istituzioni, capitali e credito, strade e rapidi mezzi di trasporto, consumatori numerosi sul luogo e commercianti pronti ad esportare la produzione loro. Insomma le grandi latterie sono fortunate; la loro costituzione ed il loro impianto si fanno speditamente; l'esempio di una si propaga rapidamente da comune a comune, da provincia a provincia; la loro forma è prettamente cooperativa.
All'impianto di taluna di esse ho avuto il piacere di portare anch'io più di un granello di sabbia. Ed ora intendo che quel granello di sabbia, che è questo scritto, sia dedicato alle piccole latterie sociali e vorrei che insieme a molti altri granelli provenienti da altre parti, formasse macigno e giovasse ad istituire nuove latterie, precisamente in quelle località e fra quella classe di umili per i quali la latteria cooperativa non è soltanto industria del latte, ma è mezzo di rigenerazione morale e materiale.
Per piccole latterie intendo quelle che raccolgono da tre a cinque quintali, o poco più, di latte al giorno e constano di molti soci, che sono piccoli proprietari oppure contadini, provveduti di qualche vaccherella. Queste latterie si contano a centinaia anche in Italia ed hanno fatto un mondo di bene; si trovano nelle prealpi; ma c'è posto per molte altre ancora nelle Alpi, e poi c'è l'Appennino che è quasi tutto da coltivare in fatto di latterie sociali, e c'è la Sardegna che non ne ha affatto.
Alle latterie grandi dirò che per prosperare hanno bisogno di centinaia di mille lire e di molta concordia; alle latterie piccole dirò quello che ora sto per scrivere; in quanto alle latterie mezzane dirò nulla, perchè, siccome stanno di posto tra il molto e il poco, provvederà loro la perspicacia dell'amico lettore.