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LIBRERIA DI EDUCAZIONE E D'ISTRUZIONE DI PAOLO CARRARA EDITORE. L'EDITORE AI LETTORI

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Nel 1834 l'autore di questo libro trovavasi nelle prigioni di Stato dell'Austria. Il suo processante, Paride Zajotti, trentino, era letterato, e però conscio del tormento che maggiore dar si può ad un letterato, quel di privarlo di ogni mezzo di leggere e di scrivere. Brutalità tanto peggiore in quanto, al fine dell'inquisizione, si dovette dichiarare che non reggevano alla prova neppure gli indizj e i sospetti, pei quali era stato sì lungamente carcerato; e in quanto agli altri detenuti non letterati si permetteva perfino di abbonarsi a gabinetti di lettura.

In quella atroce solitudine, il Cantù trovò modo di farsi dell'inchiostro col fumo della candela, penna cogli steccadenti; e su carte straccie, dategli per altri usi, scrisse il presente romanzo. Egli si ricordava del fatto in di grosso e dei tempi: gli mancavano i nomi proprj e le date sicure, talchè i personaggi nacquero con nomi suppositizj, siccome variarono alcune circostanze di fatto allorchè, sprigionato, potè limare il suo lavoro, e dopo lunga quarantena alla censura di Vienna, perchè la censura milanese non credette poterlo ammettere, il diede alla stampa.

Questi fatti non importano al pubblico, eppure sono tutt'altro che indifferenti per intendere molte parti del lavoro, nel quale l'autore volle ritrarre, o forse non volendo, ritrasse i proprj patimenti e le proprie consolazioni sotto figura altrui, mentre Silvio Pellico aveva in persona dipinto i suoi.

Bensì è noto con quanto favore fu questo romanzo accolto in Italia, e tradotto in tutte le culte lingue. Ciò non recherebbe meraviglia, giacchè è fortuna comune a quasi tutti i libri di tal genere. Ben importa l'accertare che il successo della Margherita Pusterla si sostenne dopo il primo bollore; e da quarant'anni va ristampandosi continuamente in edizioni numerose; prova di meriti intrinseci e letterarj e politici e morali, indipendenti dalla moda e dalla novità.

Testè uno di quei critici, a cui pute ciò che sa di italiano, lagnavasi che, in tanti romanzi e drammi nostri, non apparisse un tipo di donna. Al tempo stesso il barone Niccola Taccone Gallucci, lodato autore del Saggio d'Estetica, in un lavoro sull'Arte cristiana asseriva che «poeti ed interpreti del perfetto pensiero dell'epoca moderna e della fede viva, profondi scrutatori degli affetti romantici, sono il Manzoni, il Cantù ed il Grossi.»

E soggiungeva:

«Il Cantù, che insieme al Manzoni e al Grossi formano il triumvirato, direi quasi, dell'epoca più prospera della moderna poesia italiana, si fa a sublimare la beltà del patire con la squisita pittura dell'amore, della sofferenza, della rassegnazione, della morte della sua Margherita Pusterla. L'affanno dell'affetto terreno negli ultimi istanti della sua vita è patetico in quelle parole, che suonano angosciose in ogni cuore: Morire! morire così giovane…. e morire innocente! Ma nello estremo quadro del dolore terribile e divinamente malinconico, risalta una morale leggiadria ed una purità di colorito, che seduce nel martirio anche sul palco.

«La nobile figura di frate Buonvicino, l'immagine più perfetta dell'ideale ascetico e cavalleresco, che, collocato accanto alla bella Margherita, guarda il cielo, e mormora quelle sublimi parole: Lassù, sono le speranze che non falliscono mai, manifesta il generoso carattere, la fede, l'invincibile fiducia, l'ineffabile amore del Cantù, che arriva fino all'apogeo dell'ideale doloroso e malinconico, allorchè la faccia di Margherita, fatta più pallida, si volge anch'ella cogli occhi lagrimosi al cielo, e si fa santa nel Dio, padre degli infelici, esclamando: Signore, la volontà vostra e non la mia.»[1]

Noi dunque facendo questa 42ª edizione, sotto gli occhi dell'autore, pensiamo ben meritare della moralità e della letteratura diffondendo un libro che crediamo rinvigorisca il sentimento del nobile e del giusto, mediante l'amore pei buoni e l'indignazione pei ribaldi.

Milano, maggio 1880.

—Lettor mio, hai tu spasimato?

—No.

—Questo libro non è per te.

1833.

Margherita Pusterla: Racconto storico

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