Читать книгу Baia Di Kismet - Dawn Brower - Страница 6

C’ERA UNA VOLTA IL NATALE
PRIMA NOVELLA
CAPITOLO TERZO

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Agrifoglio appoggiò le stelle di Natale sul bancone di Serendipity Lane. Probabilmente Edera doveva essere sul retro, perché l’ non c’era. Tuttavia, non c’erano clienti e la sorella avrebbe dovuto sentire la campanella sulla porta, e si sarebbe almeno dovuto affacciare per vedere chi era. Agrifoglio fissò nervosamente la porta: Edera non sarebbe stata molto felice di sapere che il suo ex fidanzato si trovava a Kismet Bay!

Gabriel era stato l’amore della sua vita, ma poi lui l’aveva mollata per andare in cerca di fortuna altrove. Adesso si era fatto male, e con ogni probabilità non avrebbe più giocato. Ma Agrifoglio non voleva che i due s’incontrassero: Edera aveva sofferto troppo a causa sua! Avrebbe dovuto informarsi un po’ su che intenzioni avesse, e per quanto tempo si sarebbe trattenuto in città. Ma l’amico di Gabriel…le aveva sconvolto le viscere, e lei non aveva resistito all’impulso di fuggire.

Lui invece non si era neanche degnato a chiederle come si chiamava. E lei, stupida!, che gli aveva anche buttato il caffè addosso! Cosa poteva pensare quell’uomo, di una così?

“Ah, sei tu!” esclamò Edera, apparendo dalla porta sul retro – La gara è già cominciata?”

“Sì – tagliò corto Agrifoglio – Sono quelle le tazze di Babbo Natale?”

Ogni negozio aveva un numero stabilito di tazze da poter vendere, ed erano tutte numerate. Chi ne comprava una, aveva diritto ad un assaggio illimitato di cioccolata nel negozio in cui l’aveva acquistata, e un semplice assaggio negli altri empori. In pratica, tutti potevano ingozzarsi fino a scoppiare.

“Che hai? – chiese Edera, scrutando la sorella – Sei strana.”

“Non ho niente.” rispose asciutta Agrifoglio, e si mise a riordinare le tazze sullo scaffale. Il pentolone pieno di cioccolata era già pronto sul retro, ma un bel po’ di cioccolata calda era disponibile anche sul bancone. I clienti che avevano già una tazza di Babbo Natale potevano servirsi da soli, mentre quelli che non l’avevano potevano acquistarla seduta stante e venivano registrati, prima di poter fare l’assaggio.

“Che fine avevi fatto? Sei stata via più del solito.” la incalzò la sorella, mentre sistemava le stelle di Natale in vetrina, accanto ai quadri dipinti dagli artisti della città. Anche quella era ormai una tradizione di famiglia: durante l’evento il negozio si offriva di esporre le varie opere per aiutare gli artisti a venderli, dietro compenso di una piccola percentuale. Ma anche quella finiva in beneficenza.

“Niente…ho avuto un piccolo contrattempo al Witch’s Brew. “ tagliò corto Agrifoglio. Era dichiaratamente in imbarazzo , non solo per Gabriel ma anche per l’incidente del caffè, e cercava di non incontrare lo sguardo della sorella. Non faceva che ripensare a quel maschio splendido che aveva incontrato. Aveva meravigliosi capelli neri e stupendi occhi blu che, forse perché era nervoso, le erano parsi molto più scuri. Di sicuro non era un giocatore come Gabriel. Si chiese come mai i due si frequentassero.

“E mi liquidi così?” esclamò Edera, scrutandola ancora più a fondo.

Fu la campanella del negozio a salvare Agrifoglio…o meglio, la folla di clienti che si riversò nel negozio, ognuno brandendo la propria tazza di Babbo Natale. Le sorelle li accolsero con gioia , mostrando loro dove potevano servirsi della cioccolata: Agrifoglio sperava che quell’anno l’avrebbero gradita più del solito!

“Beh, che fai?” esclamò una voce maschile alle sue spalle. Agrifoglio si sentì un colpo al cuore. Come cavolo erano riusciti a entrare, quei due, senza che lei li avesse notati? Di sicuro si erano nascosti tra la folla; molto facile, considerando il caos che c’era e lei completamente immersa nei suoi pensieri.

Si voltò per guardare l’uomo bene in faccia. “Ciao di nuovo.” esclamò.

Si guardò in giro: ma…Gabriel? Aveva lasciato da solo l’amico? E ora che ci pensava: dove si era nascosta, Edera? Non la vedeva da nessuna parte. Se avesse capito che Gabriel era in città, le sarebbe bastato un fischio di lui per gettarsi di nuovo ai suoi piedi! Quella stupida era ancora cotta di quel bellimbusto!

Agrifoglio pensò con rabbia che solo una linea invisibile separava l’odio dall’amore. Malgrado Gabriel l’avesse profondamente ferita, Edera era riuscita a perdonarlo.

L’uomo le tese la mano. “Non ci hanno presentati. Mi chiamo Nicholas Bell.” disse.

“Piacere.” farfugliò Agrifoglio, stringendogli la mano. Dio, ma perché si sentiva così in imbarazzo, davanti a quell’uomo?

“Rimarrai a lungo in città?” chiese, tanto per darsi un contegno.

“Spero proprio di no! – esclamò, ruvido, Nicholas – Gabriel doveva venire qui per un paio di giorni a riabbracciare i suoi, e poi ce ne andremo insieme in un posto molto più caldo.”

“Ah?” esclamò Agrifoglio, con occhi vacui. Cavolo, quell’uomo penserà che sta parlando con la donna più stupida del circondario! “E…vuoi fare un altro assaggio?”

Nicholas abbassò lo sguardo sulla tazza che aveva in mano, acquistata chissà dove. Si sentì come se stesse per offenderla. “No grazie! Un altro goccio e mi trasformo in una barretta di cioccolato!” esclamò.

Probabilmente avrebbe avuto un ottimo sapore, pensò Holly. Immagino golosamente come sarebbe stato dargli un bel morso. Beh, non in senso letterale, diciamo una cosa più…intima. Ma doveva toglierselo dalla mente, quell’uomo non era per lei! Nicholas odiava quella città, mentre per lei Kismet Bay era la vita.

“Peggio per te. Serendipity Lane ha la cioccolata migliore della città!” esclamò, quasi con cattiveria.

Lui le sorrise con altrettanta cattiveria. “Ne sei proprio sicura? Sei legata qui o puoi venire a fare una passeggiata con me? Dov’è il proprietario?” chiese, guardandosi in giro. “Perché non chiedi una pausa, o almeno di lasciarti libera prima’?”

Agrifoglio avrebbe voluto tuffarsi ad accettare la sua proposta, ma si trattenne: non poteva lasciare sola Edera proprio quel giorno. Aveva solo ventitré anni, ma non per questo era una ragazza irresponsabile. Lui invece sembrava avere quattro o cinque anni di più, forse l’età di Gabriel.

“Non posso. Oggi sono legata qui.” rispose, mestamente.

Il sorriso di Nicholas svanì. “E’ un vero peccato. Ma perché non mi dici dove posso trovare il proprietario? Forse riesco a incantarlo col mio fascino e ti concederà una pausa!”

“Mi dispiace, ma non posso. Se potessi, avrei già accettato.” rispose, sempre più tristemente, Agrifoglio.

Nicholas la guardò, confuso. “Davvero? Ho capito, forse questo locale è tuo.”

“Sì, mio e di mia sorella.”

Proprio in quel momento Agrifoglio scorse Edera, che non sembrava avere un’aria felice. “Edera!” la chiamò.

“Beh, allora speriamo di vederci più tardi.” concluse l’uomo. E si mise a fissare Edera.

A quello sguardo, Agrifoglio si arrabbiò. Ma come, guardava la sorella? Era così volubile, quel tizio? Ok, che andasse al diavolo, non aveva bisogno di lui!

Lo piantò in asso e raggiunse Edera dietro il bancone. Aveva cose più importanti a cui pensare, piuttosto che a un bellimbusto che comunque non sarebbe mai stato suo!

Baia Di Kismet

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