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VII. La bacchetta magica.

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Il bastone fu presso tutti i popoli un'insegna di comando; variò nelle forme e nei modi di usarlo, e quindi nella logica che gli andava unita. Pei maghi si convertiva in bacchetta: faceva parte del loro potere, perchè associava le forze occulte della stregoneria.

La bacchetta magica doveva essere fatta col ramo di un nocciuolo di un anno, reciso dalla pianta verso mezza notte in un mercoledì di luna nuova; mentre si calava il coltello a tagliarla, conveniva gridare a gran voce: — Ti scongiuro di obbedirmi per tutte le potenze celesti. — Quella bacchetta poi si rimondava dalle frondi, si rendeva appariscente, perchè anche i maghi amavano il lusso; vi si incidevano sopra in lettere greche dal lato più grosso agla, in mezzo on, e dal lato più sottile tetragmaton.

Gran potenza della bacchetta! agitarla nell'aria e tramutare le cose, era un sol punto. La bacchetta era solo di privilegio de' maghi; le streghe di consueto non giungevano a tanto da meritarla, e se vi mettevano le mani addosso, divenivano prepotenti. Una strega giunse a ghermire la bacchetta al mago di Scozia, e lo trasmutò in bestia. Pare che le donne abbiano gran tendenza a cambiare in bestia gli uomini, quando pigliano loro la bacchetta del comando: Circe ed Alcina fecero lo stesso: que' che hanno la filosofia dei simboli, forse potrebbero vederne uno assai eloquente in questa storia.

Le streghe dono del folletto alle signore

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