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I. Della magìa.

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Che cosa è magìa? chi sono i maghi e le streghe? uh! quante voci — una follìa, tanti impostori o pazzi. — Maravigliate: è popolo che risponde, son donne, fanciulli, uomini; ma non rispondevano così, appena ha un secolo; era allora una credenza, adesso è dissipata: aveano torto allora od adesso? Ci soccorra la storia.

La magìa era la scienza e l'arte di operar cose superiori all'umana natura col sussidio degli spiriti malefici. Però questa definizione è un po' vaga: i sapienti che ridussero la stregoneria a' principj, e Agrippa che fu il Condillac della scienza cabalistica, dice che la magìa era una facoltà fornita d'un gran potere, cui sieguono alti misteri, i quali racchiudono una profonda cognizione delle cose più secrete, la loro natura, potere, qualità, sostanza, effetti e rapporti; con questi misteri essa produce quanto v'ha di più maraviglioso, ove le sia in grado ed ove operi l'unione e l'applicazione delle differenti virtù degli esseri superiori cogli inferiori. La magìa infine è, giusta la sua sentenza, la sola e vera scienza, la filosofia più elevata e più misteriosa, in fine la perfezione di tutte le scienze naturali.

La magìa, come tutte le scienze, ha le proprie divisioni, e diverse specie tutte importanti, come quelle onde divise Buffon la storia naturale. Vi è dunque la vera magìa, ossia la divina, o la cognizione degli attributi della divinità che Dio rivela ad alcuni pochi, compartendo loro ad un tempo di poter predire il futuro, operare dei prodigj e penetrare nella mente dei mortali. La seconda è la magìa naturale, ossia lo studio dei secreti della natura, e si occupa dell'astrologia, della fisica, e in ispecie dell'alchimia e dell'astronomia giudiziaria. Finalmente l'ultima è la magìa nera, quella che rende sì potenti i negromanti, e dividesi in celestiale e in cerimoniale; la prima attribuisce agli spiriti un dominio sui pianeti, e a questi sugli uomini, sicchè si partono da essi o benigni o malevoli influssi che governano le loro azioni o virtù. La cerimoniale poi è riposta nell'invocazione dei demoni, nella podestà di comandare agli spiriti aerei od infernali, podestà che solo si consegue con un patto o tacito od espresso colle potenze dell'averno, sicchè sono sempre pronte a prestare l'opera loro ai desiderj del mago.

Quest'ultima possente magìa poi prendeva diverse denominazioni, secondo le cure a cui si rivolgeva, siccome la cabala, l'evocazione, la divinazione, la profezìa, il sortilegio, ed altre che vi davano a capriccio l'astuzia dei negromanti per abbagliare la credulità della moltitudine.

Le streghe dono del folletto alle signore

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