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I Volontarii Italiani
PARTE SECONDA
Il Dovere
III
ОглавлениеÈ ben vero che in sulle prime – all'improvviso bagliore delle nuove fortune – il popolo mormora e qualche volta calunnia. – Ma il signor De Mauro, co' suoi milioni, oppose una barriera alle dicerie di quell'infima classe donde era uscito. Un'altra società, un altro mondo si apriva per lui. – Egli sapeva che questa società doppiamente maligna, ma frivola altrettanto, che questo mondo avverso ai nuovi arricchiti, ma altrettanto facile alle transazioni, si poteva agevolmente conquistare e dominare colla servilità e coi favori. Stese la mano timidamente ai più prossimi – strisciò nelle anticamere, fu prodigo di inchini ai potenti. Qualche persona di rango cominciò a restituirgli le visite entrando nel suo palazzo per la porticina – più tardi il portone si aperse per tutti. – Ecco un uomo riabilitato, un uomo influente, un uomo di considerazione – Era egli felice? – Una stolta domanda – e voi che la proponete, osereste asserire di esser felici? – Quella porzione di male che si aggrava su ciascun individuo della specie umana, pel signor De Mauro era la coscienza del suo passato, era il non esser capace di dimenticare egli stesso ciò che la società, per lo meno in apparenza, aveva potuto dimenticare. Da ciò una inquietudine vaga, una perpetua diffidenza. Non osava persuadersi che qualcuno gli fosse amico. Un'occhiata meno franca lo metteva in sospetto – un freddo saluto lo irritava come un insulto. Odiava senza ragione. Delle voci sinistre giungevano qualche volta al suo orecchio, lo assalivano di fianco come pugnali. – Dopo la riscossa del 1859 passò dei giorni affannosi – il suo contegno divenne più umile, tentò sulle prime di eclissarsi. Nel fondo del cuore egli deplorò come propria sventura la cacciata degli austriaci – e nondimeno fu tra i primi a inalberare la bandiera nazionale sul terrazzo della sua casa, e a versare delle somme cospicue a pro della patria. – Erano le elargizioni della paura – ma il contante produceva un benefizio reale – il nuovo governo e il buon popolo accettarono quei tributi generosi come prove di patriottismo. – Nullameno – ci duole il dirlo – il signor De Mauro non cessò mai di rimpiangere segretamente i tedeschi. Le trepidazioni della sua coscienza erano meno sensibili prima del 1859 – ed ora, la libertà della stampa, ciò che egli chiamava la sfrenatezza del popolo, costituivano per lui una minaccia perenne. Senza questa minaccia, egli poco o nulla si sarebbe preoccupato delle nuove condizioni politiche del paese, fors'anche avrebbe diviso sinceramente le gioie della patria redenta nel solo senso che per lui era possibile: «governo nuovo, risorse nuove!»