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In Aci Catena[29] v'era mansionario di quella colleggiata il sac.te D. Ignazio Quattr'occhi, al quale toccò una mattina dire l'ultima Messa. La sua madre avea posto in ordine per il pranzo del figlio un bel piccione; mà, non sapendo come lo volesse apparecchiato, spedì un suo nipotino alla Chiesa per domandare allo zio in qual maniera gustasse il piccione. Arrivato alla Chiesa trova in sull'altare lo zio giunto al Domine non sum dignus della sua Messa; e senza abbadare il ragazzino al tremendo misterio, accostasi tutto premura all'altare dicendo: Ziu, ziu, la nonna voli sapiri comu vuliti lu picciuni: si bughiutu, o arrustutu? Il Sac.te stava dicendo la seconda o la terza volta: Domine non sum dignus, [e] rispose: Arrustutu, prosequendo: ut intres sub tectum meum. Fu tanto celebre questo successo, che quando fui la seconda volta in Aci Catena, non solo me lo raccontarono i migliori gentil'uomini di quel paese; ma lo stesso D. Ignazio mel confirmò.

Avvenimenti faceti: Raccolti da un Anonimo Siciliano del secolo XVIII

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