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In Bronti[18] quell'Arciprete fece al solito la Cena nel Giovedì Santo. Un uomo semplice e mandraio di professione, intenerito per quella funzione, se ne andò al gregge del suo padrone, e scelse dodeci crasti[19]; indi per fare a quelli la lavanda de' piedi, ad uno ad uno li prese, e li mise nella caldaja dell'acqua bollente; d'un subito saltarono a quelli l'unghie; si resero incapaci di stare più in gamba. Intenerito poi quel semplice di quella funzione che avea fatto, tutto compunto con le lagrime agli occhi, comparve innanzi al padrone, e dimandato della cagione del suo lagrimare, rispose: Sig.ri, aju fattu la Zena[20] comu lu Patri Arcipreti: non intendendo quegli il mistero che Zena, ripigliò: Sig.ri, diceva il mandraio, lu Patri Arcipreti lavau li pedi a l'Apostuli, ed iu ficcai li pedi di dudici crasti ntra la lacciata[21] essendu iddi li mei Apostuli. S'infuriò il padrone, e se non era veloce a fuggire, quel pover uomo che avea fatto il Cristo, già averebbe ricevuto la condanna di quel Pilato, di morire anch'egli crocifisso.

Avvenimenti faceti: Raccolti da un Anonimo Siciliano del secolo XVIII

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