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Scuola e alfabetismo nella Bassa Valle d’Aosta tra Sette e Ottocento Maurizio Piseri Premessa

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Chiusa dagli alti massicci delle Alpi Graie e delle Alpi Pennine, la Valle d’Aosta, fino alla costruzione delle moderne infrastrutture stradali del secondo Novecento, si offriva al viaggiatore come un vero e proprio cul-de-sac, noto che i passi alpini verso la Savoia e il Vallese erano collocati ad altezze superiori ai 2000 metri e permettevano i transiti per non più di tre o quattro mesi all’anno. Per quanto la regione condivida le tipiche istituzioni sociali ed economiche delle realtà alpine, la peculiare morfologia del territorio conferisce ad essa caratteristiche riconducibili entro una dimensione di chiusura. A differenza delle altre valli alpine, la Valle d’Aosta non è un’importante linea di valico, inoltre anche le comunicazioni verso il Piemonte sono agevoli solo scendendo da Montjovet, dove la Dora attraversa la gola che separa la Bassa dall’Alta Valle. Per quanto, soprattutto nelle convalli, artigianato ed emigrazione abbiano una importanza pari alle altre aree alpine (unite all’allevamento), la scarsità dei traffici non ha favorito quelle forme di specializzazione delle maestranze diffusa nel mondo alpino. Se escludiamo, come avremo modo di analizzare più avanti, la Valle di Gressoney, si può affermare che la Valle d’Aosta è esclusa, come dimostreranno le caratteristiche della sua evoluzione economica novecentesca, da quel “capitalismo di montagna” analizzato da Raul Merzario, fondato sulla emigrazione e sulla connessa specializzazione di attività artigianali o terziarie.1

L’isolamento della regione si riflette anche negli aspetti culturali e linguistici. Aosta, città con poco più di 4000 abitanti nel periodo esaminato, è un piccolo centro incapace di esercitare un reale controllo politico ed amministrativo sul territorio, ancor più dopo il sostanziale esautoramento, nel 1773, delle prerogative del Conseil des Commis2 nell’ambito delle riforme amministrative attutate da Vittorio Amedeo III nel Regno di Sardegna.3 Centrale era invece il ruolo della Chiesa sul territorio, circostanza che, come vedremo, avrà un importante impatto sul sistema educativo. Tuttavia, non meno centrale era il suo ruolo culturale, soprattutto legato ai significati assunti dalla lingua francese. La diocesi di Aosta, al pari di altre valli dell’estremità occidentale delle odierne Alpi italiane, dipendeva dall’arcidiocesi di Tarantasia, che, per concessione papale, utilizzava il francese come lingua liturgica. Il francese, pertanto, si afferma in Valle d’Aosta come lingua liturgica, spesso non parlata dalla popolazione dialettofona, e usata abitualmente nelle scuole fino alla legge Casati, che segna la fine del primato ecclesiastico nel sistema d’istruzione valdostano.

Obiettivo di questo contributo è offrire un quadro del sistema scolastico valdostano preunitario per proiettarsi in un approfondimento volto ad analizzare l’evoluzione del sistema scolastico e della competenza alfabetica in due realtà specifiche e contigue della Bassa Valle: l’odierna Comunità montana Evançon (Valle d’Ayas e fondo valle di Verrès) e la Valle di Gressoney, caratterizzata dalla presenza della comunità walser.

Geschichte und Region/Storia e regione 29/1 (2020)

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