Читать книгу Vittorio Il Barbuto - Guido Pagliarino - Страница 10
ОглавлениеI media sâerano detti convinti che vittima designata fosse stato il governatore Donald Montgomery e non la povera signora White: âCome per Bob Kennedy, ma hanno sbagliato mira!â intitolava il quotidiano che avevo comprato allâaeroporto. Avevo pensato: Una gran pubblicità politica, per lui. Lâunica domanda che i mezzi di comunicazione sâerano posta era stata: âPerché lâassassino sâè tirato il passamontagna sul viso solo dopo avere sparato, nellâiniziare a fuggire?â Già , perché?
La notizia era certamente già arrivata in Italia, data la notorietà del giovane candidato alla Presidenza, forse con la foto della signora White, e in questo caso Vittorio poteva già sapere del suo assassinio, nonostante il nuovo cognome della defunta moglie. Se sì, chi sa come aveva accolto la notizia? Con dolore? Io sospettavo che di Bimba fosse ancora innamorato, nonostante lâabbandono di lei, il quindicennio trascorso dalla separazione e una decennale relazione del mio amico con unâaltra donna, durata fino a tre anni prima. Riflettendoci durante il volo, avevo pensato che, dopotutto, la morte della moglie fosse stata per Vittorio una liberazione, in quanto gli aveva aperto la via per un nuovo, eventuale matrimonio religioso. Peraltro non mi risultava che avesse unâamica dopo il passato rapporto, durato finché lâamante aveva, inaspettatamente, sposato un altro.
Ero giunto allâaeroporto torinese di Caselle verso le 3 di notte. Mâero ficcato a letto ma, a causa del diverso fuso orario e avendo già dormito per qualche ora in aereo, avevo riposato poco. Verso le 8 e mezza ero già vestito e pronto a mettermi alla scrivania; prima però avevo telefonato a casa dellâamico vice questore per salutarlo. Inaspettatamente mâaveva risposto una voce femminile. Forse Vittorio ha assunto una domestica a ore? mâero chiesto mentre attendevo che venisse lui allâapparecchio. Quandâera stato in linea: âCiaoâ, gli avevo detto, âsono tornato da un viaggio: vuoi che ci vediamo?â.
âSìâ, mâaveva risposto il DâAiazzo nel suo forte accento napoletano e, come faceva sovente, interpolando qualche parola del suo dialetto, ânâaggio piacere assai, è âna vita che non ci vediamo. Dove sei stato di bello?â
âA New York.â
âA New⦠ma guarda tu la combinazione! Anche noi eravamo a New York! Tu quando sei ripartito?â
âIeri mattina col volo Alitalia delle 10.â
ââ¦e noi con quello notturno precedente: per poco non si pigliava lo stesso aereo, Ran. Senti qua, perché non vieni a cena da noi stasera? Puoi?â: era allegrissimo; poi, come rivolto ad altri: âHmm⦠e va bbuoâ; quindi, ancora a me: âSenti, Ran, facciamo unâaltra cosa, sei invitato al nostro solito ristorante di corso Palestro per le venti, così ti presento anche la persona che tâha risposto prima. Dâaccordo?â
Evidentemente la sua amorosa non aveva voglia di spignattare per me: âDâaccordo, ci vediamo stasera alle 8â, avevo confermato.