Читать книгу Morrigan - Laura Merlin, Laura Merlin - Страница 13

7 VERITÀ NASCOSTE

Оглавление

Troppe cose erano successe in un solo giorno.

Morire.

Andare in un altro mondo.

Scoprire di essere una Dea che cerca vendetta.

Scoprire che qualcuno mi voleva morta e che ci stava provando fin da quando ero bambina.

Insomma, per me era troppo!

Indossai di nuovo il vestito del giorno precedente.

Lo trovavo splendido, e a essere sincera da sempre sognavo di poter indossare una cosa del genere.

Però scoprii che non era proprio il massimo della comodità se dovevi affrontare una lunga cavalcata a cavallo.

Volevo un paio di jeans e una maglietta!

Lo desideravo ardentemente!

Quella mattina Ares ci svegliò di soprassalto. Era entrato nella stanza dicendoci che dovevamo far presto e tornare a casa perché i messaggeri di Mefisto stavano arrivando.

Sapevano che ero lì.

Ma come avevano fatto a scoprirlo?

Da quando eravamo arrivate non avevamo incontrato nessuno, eccetto il paggio che ci aveva accompagnate al castello, Ares e il corvo che mi aveva portato il messaggio.

Nessuno di loro mi sembrava una spia.

Il paggio era troppo giovane e troppo fragile per mettersi contro qualcuno più forte di lui, il corvo era il messaggero della Dea, perciò anche lui era da scartare e Ares… no!

Ares ci aveva accolte nel suo castello, mi aveva aiutato a capire cosa mi stava succedendo, mi aveva dato il ciondolo per proteggermi e per aiutarmi a capire come usare i miei poteri.

Di certo non poteva essere lui.

Uscii dalla stanza, percorsi il corridoio e scesi le enormi scalinate di marmo bianco che portavano direttamente alla porta d’ingresso.

Le adoravo.

Decisi di prendermi un po’ di tempo per sognare di essere una principessa.

Con una mano mi appoggiai al corrimano liscio e bianco e con l’altra alzai leggermente la gonna per permettere ai piedi di scendere senza intoppi. Non volevo rischiare di pestare l’orlo e rotolare giù dalle scale.

Scesi lentamente: un gradino, poi un altro e un altro ancora.

Quando arrivai a metà scalinata, vidi Ares che mi stava osservando con un misto di curiosità e ammirazione. Sembrava un principe appena uscito da un libro di favole. Aveva raccolto i riccioli biondi in una coda, indossava un paio di pantaloni neri e una camicia bianca con le maniche arrotolate fino al gomito.

‹‹Mia principessa››, disse, facendo un inchino regale e porgendomi una mano.

Arrossii, sembrava un sogno.

Scesi qualche gradino e appoggiai la mano delicatamente sopra quella di Ares.

‹‹Che scenetta disgustosa››. Sbottò Sonia. ‹‹Ragazzi, mi sono alzata e preparata in fretta e furia… e voi state giocando a Principi e Principesse››.

Era appoggiata al muro, le braccia incrociate e i capelli fiammeggianti raccolti in una treccia di lato. Non ci eravamo accorti di lei.

‹‹Il tempo di un saluto me lo lasci?›› Il tono di Ares era simile a quello di un bimbo che chiede alla mamma se può giocare ancora un po’.

‹‹Datti una mossa, sai che stanno arrivando. Vi aspetto fuori››.

Fra le tre, Sonia era quella più autoritaria. E quell’ordine non lo avrebbe violato nessuno, nemmeno un immortale.

Ares si voltò verso di me a pochi centimetri dal mio volto. Potevo sentire il calore del suo respiro sulla pelle.

Mi accarezzò i capelli. ‹‹Non preoccuparti Sofia, non ti succederà nulla. Se Gabriel prova ancora a farti del male, io lo fermerò prima che possa fare qualsiasi mossa››.

‹‹E se chi mi volesse morta non fosse Gabriel? Come faccio ad accusarlo se come prova ho solamente un sogno? Sfocato tra l’altro. Non ho visto in faccia quell’angelo, potrebbe essere chiunque››.

‹‹Hai visto le ali nere però, solo lui può essere!››

‹‹Non lo so, io… io non…››.

Non feci in tempo a finire la frase.

Ares affondò le dita nelle mie braccia. Un lampo rosso attraversò i suoi occhi e mi si accapponò la pelle. Mi stava spaventando, e mi faceva male.

‹‹Tu non ne sei sicura? Pensaci, Sofia, solo Gabriel può volerti morta. Ha già ucciso una volta, sono sicuro che non ci penserebbe due volte prima di farlo ancora››.

Ero scioccata.

Gabriel aveva già ucciso una volta?

Perché nessuno me l’aveva detto?

Lo sapevano, almeno?

Mille domande mi stavano passando per la testa e stavano facendo aumentare il dolore che pulsava nelle tempie.

‹‹Tu stai dicendo che… Gabriel è un assassino? Cos’è successo? Quando?››.

Un ronzio nelle orecchie preannunciava un possibile mancamento.

‹‹Non te ne ha parlato nessuno? Sofia, io… io non posso parlartene ora. Non c’è tempo e… sarebbe una sofferenza grande anche per me››.

Il viso dell’immortale si contorse in una smorfia di dolore che però scomparve subito.

Fu una cosa talmente veloce che credetti di essermi immaginata tutto, ma qualcosa dentro mi diceva che ci avevo visto bene, che stava soffrendo per qualcosa che era successo in passato.

Forse una vecchia ferita ancora aperta, profonda, e che non dava segno di volersi richiudere.

Annuii in silenzio, persa nei miei pensieri.

Ares avrebbe voluto parlarmene ma non era il momento.

Non c’era tempo, stavano venendo a prendermi.

O peggio, a uccidermi.

Decisi che avrei fatto un tentativo più tardi con le mie sorelle. Avrei indagato senza dare nell’occhio e se Sara e Sonia non mi fossero state di grande aiuto avrei escogitato qualcos’altro. Ero disposta a tutto pur di sapere la verità.

Di sicuro se avessi chiesto a Gabriel avrebbe lasciato il discorso a metà e se ne sarebbe andato lasciandomi più confusa di prima.

E a quel punto che avrei fatto?

Ci avrei pensato un’altra volta. Per ora dovevo sperare che il piano funzionasse al primo tentativo con le mie sorelle.

‹‹Ehi, è ora che tu vada››. Ares mi accarezzò dolcemente il viso con il dorso della mano e mi fece tornare con i piedi per terra. ‹‹Mi dispiace doverti lasciare così. Verrò io da te e risponderò a ogni tua domanda, promesso››.

Quel turbinio di pensieri e piani si volatilizzò e andò a nascondersi in qualche angolo remoto del mio cervello.

‹‹Ci conto››, risposi, e un sorriso spuntò automaticamente sulle mie labbra.

Ares si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: ‹‹Per te ci sono e ci sarò sempre. Mi concede un bacio per sigillare la promessa che le ho appena fatto, somma Dea?››.

Ebbi un tuffo al cuore.

Quella volta fui io ad abbracciarlo e a cercare le sue labbra. Fu un bacio intenso, pieno di passione e di desiderio.

Mi sembrava di volare.

Sentivo solo le sue labbra, le sue mani che mi accarezzavano dolcemente la schiena, il suo corpo caldo premuto contro il mio.

Sarei potuta stare lì ore ed ore, ma qualcosa ci interruppe.

Un secco uh-uhmm, per attirare la nostra attenzione.

Sciolsi l’abbraccio e mi girai di scatto.

Arrossii vistosamente.

Avevo il fiato corto e mi sentivo come una ladra colta con le mani nel sacco.

‹‹Spiacente di aver interrotto questo momento romantico fra di voi, ma se non ricordo male dovremmo fuggire. Miseria, Sofia, stanno venendo per ucciderti e tu stai lì a baciarti Ares››, Sonia mi guardava con le braccia incrociate e gli occhi sgranati.

‹‹Tutta invidia, tesoro. Vuoi un bacio anche tu?››, Ares tentò di sciogliere l’imbarazzo che era calato fra me e lei.

‹‹Ti piacerebbe che rispondessi di sì, ma devi metterti in fila, tesoro››.

Avevo le allucinazioni o l’innocente Sara stava ammiccando ad Ares?

In quel momento non mi sembrava per niente piccola e fragile, ma adulta e provocante.

La fissai a bocca aperta.

‹‹Che c’è? Mica posso essere sempre un angioletto. Ogni tanto mi piace graffiare››, e con una mano imitò la zampata di un gatto.

Sorrisi: era una scenetta divertente, ma era davvero giunta l’ora di andare.

Sonia ci stava aspettando fuori. Non appena ci vide ci avvisò di quello che ci aspettava.

‹‹Ragazze, dovremmo darci una mossa. Gabriel é fuori dalle mura con i cavalli. Non abbiamo molto tempo, perciò… muoversi!››, e s’incamminò.

Sara e io la seguimmo.

Ares ci guardò andare via, in silenzio.

Un pensiero fisso mi martellava in testa, oltre al dolore che non accennava a diminuire.

Gabriel ci stava aspettando.

Come avrei potuto affrontarlo?

Come avrei potuto sopportare un’altra cavalcata con lui?

No, non sarei ritornata a cavallo con chi, forse, mi voleva morta.

Sarei salita con Sonia e avrei messo in atto la prima parte del piano per scoprire la verità sull’angelo assassino.

Morrigan

Подняться наверх