Читать книгу Morrigan - Laura Merlin, Laura Merlin - Страница 7
3 LâARRIVO A NAOSTUR
Оглавлениеâ¹â¹Non credi che dovresti svegliarla, ora?âºâº.
â¹â¹Ã così dolce vederla dormireâºâº.
â¹â¹Sei impazzita? Non dirai sul serio, Saraâºâº.
Sentivo la voce di due ragazze.
Chi erano?
Che volevano?
Desideravo tanto che se ne andassero, che mi lasciassero dormire.
Per sempre!
Non volevo svegliarmi, stavo bene dovâero.
â¹â¹Smettetelaâºâº, ordinò una voce dolce e allo stesso tempo autoritaria. Era un ragazzo, e dal timbro vocale doveva avere la mia età o poco più. Non ci pensai troppo, il mio cervello reclamava a ogni tentativo di farlo funzionare.
â¹â¹Finalmente sei arrivatoâºâº, disse la prima ragazza, quella che sembrava più decisa e inflessibile.
â¹â¹Andatevene, lasciatemi solo con la nuova arrivataâºâº.
â¹â¹Certo, capoâºâº, risposero in coro le ragazze ridacchiando.
Sentii dei passi che si allontanavano, qualche parola bisbigliata e la porta chiudersi con un cigolio fastidioso.
Rimasi finalmente sola.
O forse mi sbagliavo?
Qualcosa di caldo si avvicinò al mio volto. Profumava come lâaria di montagna.
A un certo punto questa cosa si avvicinò alle mie labbra e vi si appoggiò.
Fu allora che capii che quello era un bacio.
Il bacio più intenso che avessi mai ricevuto. Le mie labbra si mossero con una reazione involontaria. Si aprivano e si chiudevano seguendo le sue labbra. Era come ossigeno. Cercavo avidamente quella bocca, come se da lì potessi attingere forza.
Come se potessi vivere di nuovo.
Una leggera scossa elettrica percorse ogni centimetro del mio corpo rimettendo in moto gli ingranaggi.
Le labbra misteriose si staccarono dalle mie. Spalancai gli occhi e mi misi a sedere di scatto boccheggiando.
â¹â¹E stai un poâ attenta!âºâº.
â¹â¹S-scusaâºâº balbettai. Mi ero alzata talmente di fretta che quasi andai a sbattere addosso al suo viso. Si trovava a pochi centimetri da me ed era il ragazzo più bello che avessi mai visto. I suoi occhi erano neri come la notte, i capelli ricci, scompigliati e neri, sembravano così soffici che avrei voluto provare ad accarezzarli.
Mi resi conto di essere rimasta a fissarlo a bocca aperta e cercai di mascherare lâimbarazzo meglio che potevo.
â¹â¹Ci tengo a chiarire le cose subitoâºâº, disse con serietà , â¹â¹Sei morta! Ora ti trovi nellâAltro Mondo. Ti ho risvegliata con un bacio eâ¦âºâº.
â¹â¹Frena frena frena. Unâinformazione alla voltaâºâº. Lo bloccai alzando una mano. â¹â¹Partiamo dallâinizio. Primo, non credo proprio di essere morta dato che ci stiamo guardando negli occhi e sto parlando. Secondo, chi sei tu? E cosâè questa storia del⦠beh, del bacio?âºâº.
Notò che le guance mi si erano infiammate e fece un sorriso che mi fece accapponare la pelle. Sembrava un terribile cacciatore che godeva nel vedere la sua preda in gabbia, senza alcuna via di scampo.
â¹â¹Sì, giusto, hai ragioneâºâº. Si schiarì la voce. â¹â¹Mi chiamo Gabriel e sono lâangelo della morte. Per quanto possa sembrarti assurdo, ti ho baciata perché sembra che io abbia la sfortuna di far morire la gente e, in casi rari, di farla rivivereâºâº.
â¹â¹Angelo della morte? Questa sì che è bellaâºâº. Scoppiai a ridere. â¹â¹Sto ancora sognando, devo assolutamente svegliarmiâºâº.
Cominciai a pizzicarmi il braccio ma lâeffetto che ottenni non fu quello sperato. Non mi svegliai nel mio letto come quando avevo fatto quel bruttissimo incubo la sera prima.
Quindi quello che mi aveva appena detto era vero?
Quello era lâaldilà ?
Se ero morta, perché il pizzicotto mi aveva fatto male?
Mi guardai attorno, spaesata. La stanza mansardata era tutta rivestita di legno. Una finestrella era ricoperta da delle tende azzurre, in tinta con le lenzuola e con i tappeti.
Inarcai un sopracciglio e pensai che in fatto di arredamento gli mancava decisamente molta fantasia.
Accanto al letto, alla mia sinistra, câera un enorme specchio e fu in quel momento che vidi il mio riflesso. Il viso pallido, i capelli più lunghi e più neri. Indossavo ancora la canotta bianca con la farfalla rosa e i pantaloncini corti neri.
E le mie All Star.
â¹â¹Mi dispiace, lo so che è dura da accettare, ma sei morta davveroâºâº, e con un gesto automatico, di circostanza, mi posò una mano sul braccio come se volesse consolarmi. Sentii un brivido lungo la schiena, un misto di paura, orrore e attrazione.
Era come se potessi avere delle informazioni in forma di sensazioni sulla sua vita. Avrei potuto giurare che sentì anche lui quella specie di scossa perché mi guardò sgranando per una frazione di secondo gli occhi neri, quasi irritati, e ritrasse subito la mano.
â¹â¹Okay, sentiâºâº, disse lui ritornando al discorso di prima, â¹â¹Ti trovi in un posto chiamato Naostur. Dovrai comportarti in una certa maniera dâora in avanti. Questo non è il mondo in cui sei abituata a vivere, anche se ci assomiglia moltoâºâº.
â¹â¹Sono in paradiso?âºâº.
Gabriel si mise a ridere â¹â¹Sofia, che stai dicendo? Sei solamente in unâaltra dimensione. Naostur è una sorta di mondo parallelo. Lâunica differenza è che qui il sole illumina solo una parte delle terre, il Regno di Elos. Dallâaltra parte, il Regno di Tenot, è sempre notteâºâº.
Bene, avrei dovuto imparare a convivere con un sole che non sarebbe mai tramontato. Lâidea non mi piaceva un granché.
I pensieri cambiarono rotta allâimprovviso e un campanello dâallarme si fece sentire nello stomaco. â¹â¹Aspetta! Come fai a sapere il mio nome? Non ti ho mai detto come mi chiamoâºâº.
â¹â¹Tutti sanno chi sei, Sofia. O preferisci che ti chiami Neman?âºâº
Neman? Mi stava prendendo in giro?
Non era affatto una cosa divertente!
Ero appena ritornata da un viaggio negli inferi e non avevo la minima voglia di scherzare.
â¹â¹Solo Sofia, grazieâºâº, dissi nel tono più acido possibile.
â¹â¹Va bene, Sofiaâºâº, disse Gabriel rivolgendomi un sorriso alquanto misterioso, â¹â¹ora ascoltami, queste sono le regole. Potrai uscire di qui solo accompagnata da me o dalle tue sorelle: potresti perderti facilmente e non devi andare nella zona dâombra per nessun motivo. Né da sola né accompagnata, ci andrai quando sarai pronta. Hai capito?âºâº concluse puntandomi un dito addosso.
Trattenni una risata dopo aver ascoltato quella serie di raccomandazioni assurde. Ma capii che non stava scherzando. Anzi, era fin troppo serio.
â¹â¹Ã tutto chiaro. Solo che forse ti stai sbagliando: io non ho sorelleâºâº.
â¹â¹Nel mondo reale sei figlia unica, qui ne hai due. Sono Sara, la custode dei poteri di Badb, e Sonia, la custode dei poteri di Machaâºâº.
Mi grattai la testa confusa. â¹â¹Okay, câè altro che devo sapere?âºâº.
Era di sicuro una situazione surreale. Troppe cose nuove, troppe regole, troppa confusione, troppi cambiamenti.
Le carte avevano ragione.
Avevano maledettamente ragione!
â¹â¹Sì, câè altroâºâº disse in tono serio. E vedendo che i miei pensieri erano altrove, mi prese con delicatezza il mento e mi fece voltare verso di lui.
Il cuore cominciò a battere allâimpazzata, tanto mi colse di sorpresa quel gesto.
Sul suo volto passarono una serie di emozioni: stupore, tormento e rabbia. Tolse la mano e puntò lo sguardo fisso davanti a sé, in direzione dello specchio.
â¹â¹Câè una cosa che non devi fare, una regola che non potrai infrangereâºâº. Il suo tono mi spaventò. â¹â¹Non devi cercarmi e non devi fare affidamento su di me. Non sono il tuo baby sitter. Non ti seguirò passo passo nella tua transizione. Sono lâAngelo della Morte, ho un bel poâ di anime di cui nutrirmi, e devo portare a termine una missione, quindi non voglio problemi. E poiâ¦âºâº si fermò. Unâombra calò nei suoi occhi e serrò la mascella. â¹â¹E poi standomi accanto ti procurerai solo guai. Io faccio del male alle persone che mi sono vicineâºâº. Strinse i pugni e si alzò di scatto per andare ad aprire la porta.
Non riuscii a dire nulla. Quelle ultime parole mi rimbalzarono in testa, non riuscivo a dar loro il giusto significato.
La voce di Gabriel mi fece ritornare con i piedi per terra. Stava chiamando qualcuno che era fuori della stanza. â¹â¹Sara, Sonia. Potete entrare ora, è svegliaâºâº.
La prima ragazza che entrò aveva i capelli rosso fuoco, lunghi fino alla vita. I suoi occhi neri sembravano quelli di un corvo.
Mi ricordava qualcuno⦠Lâavevo già vista, ma non riuscivo a ricordare dove.
Guardai la seconda ragazza. Aveva i capelli lunghi fino alla vita anche lei, però i suoi erano di un biondo chiaro, così chiaro da sembrare bianchi. Più di tutto, però, colpivano lo sguardo i suoi occhi: due occhi come il ghiaccio, limpidi e sinceri. Sembravano tristi e anche lei mi ricordava qualcuno. E come con lâaltra non ricordavo chi.
La ragazza dai capelli bianchi superò quella dai capelli rossi che si era fermata a metà stanza e mi osservava con le braccia incrociate. Si fiondò sul letto e mi abbracciò come una bimba quando vede la sua mamma. â¹â¹Neman! Sei quiâºâº, gridò.
â¹â¹Forse ti stai sbagliando, io mi chiamo Sofiaâºâº, dissi, tentando di sciogliere lâabbraccio con gentilezza.
â¹â¹Certo, Neman, lo so che gli umani ti chiamano Sofia. Il mio nome umano è Sara, ma quando si rivolgono a me come Dea mi chiamano Badb. Sono la guardiana del pozzo sacro, custode della conoscenza infinitaâºâº. I suoi occhi si intristirono di colpo. â¹â¹Sappi che mi dispiace tanto. Ho dovuto mostrarmi a te come Dea, dovevi morire per raggiungerci, ma ora sei qui, sana e salva. Non mi detesti, vero?âºâº Me lo stava chiedendo con il labbro inferiore sporgente e gli occhioni spalancati, talmente chiari da sembrare quasi bianchi.
Mi faceva tenerezza. Poi capii: era lei la vecchina che avevo visto al parco!
I suoi occhi di ghiaccio mi guardarono in lacrime.
Fui colta da un attimo di rabbia e decisi di respirare a fondo per calmarmi.
Poi, con un falso sorriso ben riuscito, dissi: â¹â¹No, Sara, non sono arrabbiata con te. Stai tranquillaâºâº.
Le posai una mano sui capelli per calmarla: era disperata sul serio.
La guardai meglio e mi chiesi quanti anni avesse. Ne dimostrava quindici per via del suo viso dolce da bambina.
Fui richiamata allâattenzione dallâaltra ragazza che si schiarì la voce e disse: â¹â¹Il mio nome umano è Sonia, ma in realtà sono la reincarnazione di Macha, regina degli incubi. Io sono quella che ti ha avvisato. Ho rischiato parecchio per venire da te: quelli del Regno di Tenot, il lato oscuro, ci stanno tenendo sotto controllo. Sanno chi sei, ormai, e soprattutto sanno che sei quiâºâº. Non si era mossa di un centimetro. Era rimasta ferma a metà stanza con le braccia incrociate.
â¹â¹Oh, sei tu quella che ho visto nel sogno. Una metà di me, giusto? Solo che⦠non mi assomigli molto. Perché eravamo così uguali?âºâº chiesi, confusa.
A dire il vero un poâ potevamo assomigliarci, solo che i miei occhi color oliva non avevano niente a che fare con le sue due sfere nere e il suo portamento non era di certo come il mio. Lei, a differenza di Sara che sembrava una bambina, era una donna fatta e finita. Lâavrei vista bene come una leader o a capo di qualche gruppo. Si vedeva benissimo che le piaceva comandare e controllare la situazione. Comunicava con Sara solo guardandola e, infatti, con uno sguardo la fece alzare e uscire dalla stanza per andare chissà dove.
Ritornò dopo poco con un mucchietto di carte e me le porse. Solo allora Sonia si sedette accanto a me e a Sara. Cominciò a sfogliare le carte e tirò fuori un foglio di pergamena ingiallito con su scritto dei nomi. Sfogliai in velocità la lista con lo sguardo.
Alla fine vidi il mio nome accanto a quello di Sara e Sonia.
Alzai lo sguardo stupita. â¹â¹E questo cosâè?âºâº.
â¹â¹Una lista di nomi. Sono tutte le reincarnazioni di Macha, Badb e Neman, nonché della magia chiamata Morrigan. Le nostre tre anime, se lavorano insieme, prendono il potere della Grande Regina, la Dea della guerra e del cambiamentoâºâº.
Gabriel, che fino a quel momento era rimasto in silenzio appoggiato alla parete della stanza, si mise a ridere e disse: â¹â¹Ragazze, quanti anni sono che avvengono queste reincarnazioni? Cinquecento? Di più? Ecco, se non ricordo male, Morrigan ha giurato di tornareâºâº. Puntò un dito accusatorio verso di me. â¹â¹Lei è la reincarnazione della Dea! La stanno cercando tutti, dovrebbe bastarvi come provaâºâº.
â¹â¹Staâ zitto, angelo dannato! à impossibileâºâº, disse Sonia scattando come un leone addosso a Gabriel. â¹â¹Se davvero le cose stessero come hai detto tu, perché non si è reincarnata prima? Se esiste e non è solo il nome del nostro potere, perché non si è mai fatta vedere?âºâº.
Gabriel non si mosse, si limitò a scuotere la testa e a fare un mezzo sorriso beffardo.
Cominciò a recitare quella che sembrava essere una poesia.
â¹â¹La luce della luna abbraccia la bambina,
così impaurita, così piccolina.
Quellâuomo cattivo vuole farle del male,
ma la Grande Madre la vuole salvare.
Il destino ha in serbo per lei grandi cose,
ma solo il suo cuore le dirà da che parte stareâºâº.
â¹â¹Con questa bella poesia che vorresti dire?âºâº chiesi, irritata.
Il suo sguardo mi trafisse.
â¹â¹Voglio direâºâº, cominciò con un tono così duro che mi fece venire un groppo in gola, â¹â¹che tu sei appena arrivata e di queste cose non puoi saperne niente. Vedi di cambiarti, adesso. Dobbiamo uscireâºâº.
Girò i tacchi e uscì. Rimasi a fissargli la schiena con le lacrime che mi stavano riempiendo gli occhi. Chi era lui per potermi trattare così? Va bene, ero morta e ritornata in vita in un mondo che non conoscevo grazie a lui, a un suo bacio.
Un suo maledettissimo bacio.
Voleva farsi odiare? Era questo il significato del discorsetto di prima?
Beh, câera riuscito.
Câera qualcosa di nascosto in lui. Qualcosa che non avrei dovuto scoprire e che volevo ugualmente conoscere, a ogni costo.
Sentivo il bisogno di saperne di più, anche se mi era stato ordinato di non farlo. Le lacrime cominciarono a scendere, silenziose.
Sara se ne accorse subito. â¹â¹Piangi, tesoro, ne hai bisogno. La tua vita è stata sconvolta troppo in frettaâºâº. Posai la testa sulla sua spalla e cominciai a piangere a dirotto.
Dopo qualche minuto mi tranquillizzai.
Nel frattempo Sonia era andata a prendere dei vestiti per uscire e ritornò con tre splendidi abiti che sembravano appena usciti da un castello medievale. Erano di taffetà . Il corpetto tempestato di diamanti piccoli e lucenti creava un arcobaleno di riflessi ogni volta che la luce li colpiva. I bordi erano orlati dâoro con degli arabeschi dâargento e la gonna ricadeva giù, morbida e leggera, per permettere la facilità dei movimenti. Le spalle erano lasciate scoperte ma la temperatura in quella dimensione era mite.
Dato che il sole illuminava sempre quei luoghi, lâaria era sempre primaverile, tiepida e piacevole al contatto con la pelle.
Il vestito di Sara era azzurro come i suoi occhi, quello di Sonia era rosso fuoco come i suoi capelli e il mio era viola scuro, il mio colore preferito.
Lo indossai e mi guardai allo specchio. Dietro di me erano arrivate Sara e Sonia. Sembravamo tre dame di unâaltra epoca.
La cosa mi fece sorridere e mi tornò il buonumore.
Ero curiosa di sapere una cosa, però.
â¹â¹Ragazze, dove stiamo andando?âºâº.
Sonia si avvicinò e mi sussurrò allâorecchio: â¹â¹Stiamo andando dallâunica persona che può esserti dâaiutoâºâº.
â¹â¹Ci si può fidare?âºâº.
â¹â¹Di Ares? Certo!âºâº esclamò Sara.
â¹â¹Come mai ne sei così sicura?âºâº.
Qualcosa dentro me stava cercando di mettermi in guardia.
â¹â¹Ã un immortale. Gli immortali sono la razza che ci sta dominando, per essere precisi, ma loro vivono nel Regno di Tenot e vengono qui una volta al mese per riscuotere i tributi e infliggere qualche punizione. O meglio, mandano i loro scagnozzi⦠questo però ora non câentraâºâº, mi spiegò Sonia. â¹â¹Ares è cresciuto qui, nel Regno di Elos. Suo padre è morto combattendo contro il Re che ci perseguita e così ha deciso di non tornare mai più. Vuole vendetta e si è alleato con noiâºâº.
â¹â¹Okay, andiamo da questo Aresâºâº, non mi restava che dargli una possibilità .
Sonia mi sorrise per la prima volta. Un sorriso sincero, di incoraggiamento.
Erano tutti convinti che Ares mi avrebbe salvata. Io, invece, ero convinta che qualcosa sarebbe andato storto.
Ma chi ero io per dirlo?
Forse avrei dovuto rilassarmi un poâ. Il troppo stress mi stava facendo venire il mal di testa.
Che poi, si può avere mal di testa anche da morti.