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CAPITOLO OTTO

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Olivia non era certa del motivo per cui la necessità di trovare Genevieve la stesse spingendo così fortemente verso sud. La logica diceva di restare con gli eserciti di suo padre, al sicuro in mezzo a migliaia di uomini, piuttosto che trovarsi in viaggio a cavallo là fuori, protetta solo da tre di loro.

Haam, Wells e William sembravano nervosi là fuori in quelle condizioni, in spazi che erano ancora sotto il controllo del re Carris, ma parte del motivo per cui Olivia aveva scelto loro per il compito di proteggerle era che non avrebbero tentato di andare contro la sua volontà, contro ciò che lei doveva fare.

Doveva trovare Genevieve. Olivia non sapeva perché, ma doveva farlo.

“Siete certa di trovarti al sicuro così distante dall’esercito di vostro padre, mia signora?” chiese Haam. Olivia sapeva che stava solo dando voce alle preoccupazioni degli altri. E certo non lo biasimava per questo. Quello dopotutto era un posto pericoloso per tutti loro.

“Ho voi a proteggermi,” rispose.

Questo li portò a mettersi subito ben dritti in sella, gonfi di orgoglio. Quelli non erano cavalieri, e la differenza era ovvia. Le loro armature erano ammaccate e probabilmente messe insieme alla meno peggio con pezzi che provenivano da decine di posti diversi. I cavalli che avevano erano più adatti ad arare i campi che alla guerra. Le loro armi erano semplici e funzionali, ed era evidente che erano nervosi, guardandosi attorno a ogni rumore che proveniva dal lato della strada mentre continuavano ad avanzare verso sud.

“Quanto manca ancora?” chiese William quando raggiunsero un crocevia. Si fermarono e cercarono di capire da che parte andare.

“Dovremmo considerare l’opzione di tornare indietro,” disse Haam.

Olivia stava in sella al suo destriero, giocherellando sovrappensiero con l’anello che Royce le aveva dato per il loro fidanzamento: il suo anello di famiglia, ma nientemeno che il simbolo del loro amore, adesso. Lo strofinò, e così facendo le venne in mente Genevieve. Pensò al modo in cui quella ragazza aveva guardato il castello e a quanto lei fosse stata ovviamente importante per Royce.

“Continuiamo per quello che serve fino a che non la troviamo,” disse Olivia. “Immagino che sia diretta verso l’accampamento del re. Dobbiamo arrivare da lei prima che lo raggiunga.”

“E se non ci riusciamo?” chiese Wells.

Olivia scrollò le spalle, ma solo perché sapeva che non poteva dire ciò che stava pensando: che se necessario, avrebbe anche abbattuto un muro, avrebbe trovato un modo di passare attraverso un esercito, per trovare Genevieve. Solo il pensiero di lei le dava un coraggio che non l’avrebbe mai abbandonata. Olivia era certa di non poter essere felice con Royce sapendo che le cose non erano sistemate con Genevieve, con quella ragazza che ancora provava quei sentimenti per lui. Doveva trovarla.

“Genevieve sarà andata da Altfor,” disse Olivia, scansando la domanda. “Altfor è con re Carris, quindi sappiamo dove lei è diretta. Questo ci dà una possibilità di raggiungerla prima che possa arrivarci.”

“Lo spero,” disse Wells, “ma dobbiamo pensare a che punto girarci per tornare indietro. Quanto in là andiamo prima di tornare a casa?”

“Andiamo fino a dove è necessario,” disse Olivia con assoluta determinazione. In quel momento sapeva che avrebbe seguito Genevieve anche nel mezzo di un incendio, se avesse dovuto. “E ora stiamo solo sprecando tempo, fermi qui come siamo. Dobbiamo proseguire. Ogni momento che passiamo fermi con i nostri cavalli è una possibilità per lei di allontanarsi ancora di più da noi.”

Olivia partì nella direzione indicatale dalle informazioni che aveva riguardo alla posizione della corte di re Carris, spronando il suo cavallo al galoppo. Non le interessava che gli altri riuscissero a starle dietro o meno. I cavalli dei tre cavalieri si affrettarono a mettersi in postazione accanto a lei, e da lontano probabilmente davano l’impressione di un gruppo con una nobildonna che si spostava con la protezione dei suoi cavalieri.

Alla fine passarono in mezzo ad alcuni gruppi di alberi, e poi risalirono il versante di una collina. Da là sopra Olivia poté vedere l’esercito di re Carris dispiegato sotto di loro, un’insegna dopo l’altra, tutte sollevate a indicare i nobili che si erano uniti a lui per mostrare il loro sostegno. C’erano migliaia di uomini, soldati ordinari e cavalieri, arcieri e fanti armati di lancia. I nobili e i cavalieri avevano le loro tende separate dagli altri, ciascuna con il suo piccolo gruppo di servitori e parassiti.

C’era una fortezza al centro di tutto, solida e imponente. D’istinto Olivia capì che Genevieve doveva trovarsi lì. Altfor sarebbe andato lì per trovare il re, e Genevieve ci sarebbe andata per trovare Altfor. Poteva aver trascorso del tempo nell’accampamento là sotto, ma Olivia immaginava solo per poco. Di certo doveva essere andata dritta verso le porte, come…

… come aveva fatto a casa di Olivia.

Forse quello era in parte il motivo per cui lei voleva così tanto trovare Genevieve. Sapeva che una persona decisa ad andare lì a quel modo, chiedendo di vedere Royce, non si sarebbe fermata davanti a nulla. Non se ne sarebbe andata via. Strofinò ancora l’anello che indossava…

“Scendo là sotto,” dichiarò, spronando il cavallo ancora una volta.

Haam le si portò subito accanto e afferrò le redini.

“Mia signora, voi non andrete laggiù,” disse.

“Non sarai tu a dirmi quello che devo e non devo fare,” rispose Olivia con tono secco, sorpresa dal tono della propria voce e anche da se stessa. “Devo fare questa cosa. Devo…”

“Dobbiamo andare a casa,” la interruppe William. “Ci siamo allontanati troppo. Siamo alle porte del campo nemico!”

“Voi potete andare a casa se volete,” disse seccamente Olivia. Smontò da cavallo e si incamminò in direzione della fortezza. “Troverò un modo per fare questa cosa.”

“No,” disse Wells. “È un suicidio.”

Lui e William smontarono da cavallo e afferrarono Olivia, trattenendola. Le ci vollero tutte le sue forze per lottare per liberarsi e correre là sotto. Doveva trovare Genevieve… doveva farlo.

Solo chi è coraggioso

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