Читать книгу Robert Johnson Figlio Del Diavolo - Patrizia Barrera - Страница 13

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La storia di questa foto è estremamente singolare: scoperta per caso su Ebay nel 2007 da un collezionista, pubblicata sulla rivista Vanity Fair nel novembre 2008, fu infine autenticata nel gennaio 2013 dopo lunghe e attente dissertazioni sulla sua originalità. Ciò che faceva dubitare, a parte l’espressione del giovane Robert che qui non sembra avere proprio NULLA di demoniaco, è che i bottoni della giacca di Shines sembrano essere al ” femminile”. A meno che il giovane Shines non usasse indossare la giacca della sorella è dunque ipotizzabile che la foto originale fosse ” girata ” e che quindi il musicista individuato come Johnson fosse in realtà mancino, altro punto a favore riguardo la sua natura.. Luciferina !


Ecco la foto di prima girata nel verso giusto

Fino a quel momento, infatti, le uniche due foto “confermate ” erano quelle in possesso della sorellastra di lui Carrie, che sono poi quelle che ben conosciamo; in entrambe Johnson NON appare affatto mancino. Allora come stanno realmente i fatti?

Abbiamo varie testimonianze di Johnny Shines in merito. Sappiamo che quest’ ultimo si accompagnò a Johnson per un paio d’anni, dal 1933 al 1935 c.a. e che entrambi girarono in lungo e in largo per il Delta secondo le migliori tradizioni dei Ramblers. Shines non parla mai del presunto mancinismo dell’ amico ma narra minuziosamente di come Johnny amasse suonare il Blues di schiena rispetto agli altri musicisti , mentre si girava tranquillamente di faccia se si trattava di suonare musica d’altro genere, quella che gli avventori spesso chiedevano, come le ballate del vecchio Sud.

Questa sua mania di girarsi di schiena è ben confermata an‐ che da Son House che, come al solito, la colora di voodoo . ” Egli non voleva che gli altri musicisti lo guardassero negli occhi mentre suonava e si voltava di schiena, probabilmente perchè nessuno potesse strappargli il segreto della velocità delle sue esi‐ bizioni. Si sa che al diavolo non piace essere guardato in faccia! ”

Ecco, bastano frasi come queste per alimentare una leggenda! Molto più semplice ipotizzare un mancinismo contrastato, un’ipotesi questa che spiegherebbe in parte anche i mal di testa infantili di Johnson, le sue difficoltà di concentrazione, l’ irritabilità e il non voler frequentare la scuola.

Il mancinismo è stato per secoli considerato un ” segno demoniaco” e non pochi individui finirono sul rogo durante il periodo dell’Inquisizione per questo motivo!

Perfino in epoca moderna ( e sto parlando della metà degli anni ’70) si tendeva a correggere questa diversità fasciando la mano del bambino e stimolandolo a scrivere con la destra!

Se quindi rapportiamo l’ essere mancini agli inizi del ‘900 in America, sul Delta, presso una comunità nera e in un bambino ” bastardo” ( quindi figlio della colpa, marchiato già di suo) che per giunta una volta cresciuto ” va a fare il blues”…beh, possiamo comprendere l’ enormità del carico psicologico ed emotivo che ha accompagnato il giovane Johnson per tutta la sua breve vita. In questa ottica è facile supporre che le improvvise capacità imputate al patto col diavolo fossero semplicemente un riappropriarsi del mancinismo perduto, forse proprio su stimolo del suo maestro Zimmerman, che aveva saputo leggere nell’ animo tormentato del ragazzo.


Un anziano Ike Zimmermann nel 1974, due mesi prima della sua morte.

Quindi, musicalmente parlando, assistiamo ad un vero e proprio sdoppiamento di Robert Johnson: da un lato un artista in grado di suonare qualsiasi cosa gli si chiedesse in qualunque stile, una capacità tipica dei ramblers che dovevano adattarsi ai variegati gusti degli avventori dei bar; dall’ altro un artista che faceva volare le dita sulla chitarra suonando il blues ..di schiena..

Nel primo caso c’è sicuramente l’ acquisizione di un ” metodo” che, se per Son House e altri musicisti di razza era innato, in Johnson era frutto di un impegno costante e disciplinato; nel secondo c’è invece il senso di liberazione del Blues, che viene quindi eseguito secondo la propria natura mancina e che viene mantenuto nascosto agli altri, per i motivi che abbiamo detto.

D’ altra parte, che Johnson fosse un dissociato e un alienato è ampiamente documentato: Shines riferisce di quanto l’amico fosse affabile e gentile col pubblico e violento e manesco in privato, soprattutto con le donne che maltratta, malmena e abbandona.

“Spesso scompariva proprio mentre stavamo suonando e mi lasciava solo – narra Shine – stava fuori dei giorni interi senza dare sue notizie, poi tornava come se nulla fosse. Io sapevo che amava mettersi nei guai, circuire le donne sposate e più di una volta ha fatto a botte con i loro mariti. Qualche volta è stato sbattuto in prigione per un paio di notti per ubriachezza molesta e risse. All’inizio era bello viaggiare con lui, fare su e giù per i treni, suonare dovunque avessimo voglia. Johnson era amato dalla gente, poiché sapeva soddisfarla in tutto e per tutto. Ma quando ha cominciato a darci dentro con le donne è cambiato. Sfogava la sua rabbia su qualsiasi donna gli arrivasse a tiro, la picchiava a morte e poi veniva a suonare con me.

Mi diceva ” Ah, picchiare una donna mi fa stare meglio!” e in realtà quasi tutte le canzoni che scriveva parlavano di donne. A un certo punto la convivenza con lui diventò impossibile e ci separammo. ”


Un maturo Johnny Shine, anni dopo la morte di Johnson… che suona le canzoni dell’amico.

Nel 1936 Johnson era tormentato dal desiderio di incidere le sue canzoni e di entrare nel mercato discografico. Si dette molto da fare , quindi, per farsi ricevere da HC Speir, un talent - scout bianco che gestiva un negozio di dischi sul Mississippi e che aveva già scoperto grandi talenti come Charlie Patton, Skip James, Tommy Johnson e Son House. A quanto si dice, Speir riconobbe al volo le capacità di Johnson ma, per una antipatia d’impatto, preferì passarlo a Ernie Oertle, un altro TC che si offrì di portarlo a S. Antonio nel novembre ’36 per fare una sessione di prova.

Ciò avvenne nella stanza 414 del Gunter Hotel , dove la Brunswick Record aveva impiantato uno studio di registrazione ” volante “, come si usava all’ epoca.

Insieme a Johnson, infatti, c’erano uno stuolo di musicisti raccattati qua e là sul Delta, Messicani soprattutto , e perfino la Wagon Gang Chuck , un gruppo musicale molto gettonato in quel periodo nei locali del Delta. Qui Johnson, come riferisce Oertle, “registrò accucciato e di schiena, tanto che faticai non poco a posizionare i microfoni “

Tuttavia Oertle non si meraviglia più di tanto: era abituato alle manie dei Bluesman e ai loro rituali e pensò che Johnson stesse semplicemente cercando ” l’angolo di carico”, cioè il modo migliore per tirare fuori il suono.

In questa prima sessione furono registrate, tra le altre,, l’ COME ON INTO MY KITCHEN, KINDHEARTHED WOMAN, CROSSROAD BLUES e TERRAPLANE BLUES, l' unica di cui Johnson ascoltò la registrazione e che divenne un grande successo, vendendo nella prima settimana ben 5000 copie, un vero record per l’epoca!

In questa prima esperienza di prova troviamo un ciclo di canzoni sicuramente legate al Sud rurale, viscerali e d’ impatto, considerate da sempre ” la più vera espressione del malinconico Johnson”. Tra queste si distingue Kindhearted Woman per la sua complessità e per una maggiore ricerca del suono; il testo è sicuramente molto più articolato delle altre e non a caso per anni, unitamente a Crossroads blues, divenne quasi il vessillo distintivo dell’artista.

Una seconda sessione fu poi fatta nel 1937 direttamente a Dallas nel Vitagraph Building sito in 508 Park Avenue, dove la Brunswick Record aveva il suo Quartier Generale.

In tutto 29 canzoni, più alcune prove incompiute e delle registrazioni scartate, per un totale complessivo di 41 incisioni. Un numero esiguo di brani che tuttavia costituiscono un prezioso patrimonio per la musica mondiale.

Comunque, quello di Robert Johnson fu un successo POSTUMO. Benché apprezzato come musicista, le sue capacità di innovazione non furono ben comprese all’ epoca e non fu certo la sua prematura morte a relegarlo in un immediato oblio che lo nasconderà alla critica per circa trent’ anni. Nel 1938, periodo del suo massimo successo, se chiedevate a qualcuno per strada Chi è Robert Johnson? non avrebbe saputo rispondervi; però avrebbe saputo descrivervi quanti capelli in testa aveva Son House. Tuttavia il suo nome cominciava a farsi strada tra gli esperti del settore visto che proprio quell’ anno il famigerato John Hammond , produttore della Columbia Records, lo aveva messo sotto contratto per la prima edizione del poi famosissimo ” Da Spiritual a Swing ” alla Carnegie Hall di New York, come dire la consacrazione ufficiale del giovane Johnson! Pensate che, quando si seppe della sua morte, con Big Bill Broonzy che lo sostituiva sul palco, vennero osservati due minuti di silenzio e fatte suonare due delle sue ultime registrazioni, tra una folla attonita e in lacrime.

Se solo avesse resistito a non farsi uccidere per soli altri due mesi, quella sera Johnson si sarebbe goduto il suo meritato successo!


Ecco la copertina del disco del famoso evento a cui Johnson non potè partecipare.. Notate l' elenco incredibile di nomi illustri.

Come si spiega allora questa sua scarsa popolarità tra la gente comune?

Robert Johnson in realtà NON FU MAI famoso in vita, e la sua produzione appare irrisoria rispetto a quella degli altri Bluesman dell’epoca. Ma rientrò in auge , e si può dire fu riscoperto, negli anni ’60 con la nuova generazione degli artisti Rock, in particolare grazie a una raccolta edita dalla Paramount chiamata KING of the Delta Blues Singer, che andò letteralmente a ruba, tanto che fu ristampata nel 1969 e infine nel 1970.

Artisti come Eric Clapton e i Cream contribuirono nettamente alla rinascita della sua stella, incidendo una nuova versione di Crossoroads Blues, per non parlare dei Rolling Stones che uscirono di senno con la loro versione di Love in Vain e Stop Breakin Down Blues.

Ma già tempo prima artisti meno noti avevano cercato di tirar fuori Johnson dalla sua tomba.

Nel 1951 Elmore James aveva registrato una sua (particolarissima) versione di I Believe I dust my broom, che non ebbe il meritato successo, mentre la ormai celeberrima Sweet Home Chicago era diventata il vessillo di moltissimi Bluesman d’ eccezione, primo tra tutti Muddy Waters, che a sua volta avrebbe influenzato i Beatles.

In realtà, Johnson incarnava una realtà attualissima per i primi anni ’ 60 Americani: l’immagine di un anti-eroe dannato, maledetto e ossessionato dal demonio che canta il Blues frantumandolo dal di dentro ben si sposava con la natura rivoluzionaria della nuova generazione Americana. Egli nelle sue canzoni ” grida ” letteralmente il dolore esistenziale di una società che non trova più dentro se stessa efficaci punti di riferimento e che, con spasmodica angoscia, si lancia verso un futuro oscuro e denso di incognite.

Se vogliamo, la produzione di Johnson è piena di donne, alcool e violenza, esattamente come nella più pura tradizione blues. Eppure nei suoi testi si percepisce il suo forte disgusto verso ciò che egli stesso narra e di cui non è affatto fiero. Il suo ritmo ossessivo da boogie neonato, la sua voce stridula e nasale, le pause tra le parole, l’utilizzo delle micro-tonalità e i testi articolati in, cui spicca la sua devastazione morale, il suo sentirsi un ” bastardo senza patria” inseguito dai ” diavoli del rimorso ”, operarono un transfert di grande impatto sui musicisti dell’ epoca, ammalati della sua stessa malattia.

Usciti fuori da un decennio di benessere e di sani principi familiari, i ragazzi del ’60 si sentono stritolati da una società in cui la tradizione ha il sapore di uniformità e in cui il concetto di Patria va troppo a braccetto con la parola GUERRA. Sarà poi la campagna del Vietnam e la spaccatura che ne consegue a dare loro la giusta voce; nel frattempo il mondo esige un cambiamento e ciò avviene, come di regola, attraverso la musica. Nasce quindi la generazione ROCK.


Fortemente influenzati dal blues, i Rolling Stones sono poi divenuti l'icona vivente del vivere Rock. I loro concerti tra gli anni 60/70 erano infarciti di droga, alcool e rituali oscuri. Non di rado furono protagonisti di rituali pseudo-satanici e si dice che furono spettatori impassibili anche di veri omicidi compiuti nei loro spettacoli da gruppi di esagitati.

Essere Rock, nell’America del tempo, equivale a “rompere con gli schemi, confutare la tradizione, mettere in discussione le convenzioni e anelare ad una società di vera aggregazione, in cui i concetti di Umanità e Progresso non siano parole scritte su carta. E’ indicativo quindi, e anche naturale, che Johnson con la sua musica maledetta e le sue innovazioni stilistiche, che tendevano a fare della chitarra la ” vera voce dell’ anima ”, venissero utilizzate come punto di partenza per la costruzione di questo nuovo mondo. Inoltre il Satanico Artista, con i suoi brani deliranti ed evocativi, i testi in cui si auto-definisce ” dannato”, il suo evidente disprezzo per le donne e la descrizione fin troppo particolareggiata di un stile di vita degradato e dedito al vizio, NON PUO’ non essere un’ icona ideale per una generazione che fa del suo atteggiamento di rottura uno stile di vita. E poi, la famosa triade ” droga sesso e rock’ n roll” su cui si è poggiata tutta una generazione di giovani Americani tra gli anni ’60 e ’70 non prende ampio spunto dalla Johnsoniana condotta ” alcool donne e Blues”?

Malignamente, posso suggerire che forse non è tutto oro quello che luce. Una delle caratteristiche che resero celebre Johnson e gli dettero sempiterna memoria fu il suo ritmo esuberante ed eclettico, molto diverso da quello dei Bluesman del Delta degli anni ’30.

Per darvi l’idea , quando Keith Richards ascoltò per la prima volta una delle sue incisioni, si chiese: ” Ma chi è l’altro chitarrista che suona con lui?” in quanto non si era accorto che Johnson era da solo. Ciò perché l'intero brano manteneva dall'inizio alla fine un ritmo articolato e veloce, e la voce dissonante e nasale di Johnson aveva il sapore di un vero ” grido”.

Tuttavia esistono dichiarazioni autentiche del Direttore Esecutivo della Sony, Berhil Cohen Porter, che vinse un Grammy nel 1991 per la ristampa delle opere di Johnson, riguardo la possibilità che le

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