Читать книгу Poesie scelte - Silvio Pellico - Страница 13

SCENA V.

Оглавление

Indice

PAOLO e LANCIOTTO si corrono incontro e restano lungamente abbracciati.

LANCIOTTO.

Ah, tu sei desso,

Fratel!

PAOLO.

Lanciotto! mio fratello!—Oh sfogo

Di dolcissime lacrime!

LANCIOTTO.

L'amico,

L'unico amico de' miei teneri anni

Da te diviso, oh, come a lungo io stetti.

PAOLO.

Qui t'abbracciai l'ultima volta... Teco

Un altr'uomo io abbracciava: ei pur piangea...

Più rivederlo io non doveva?

LANCIOTTO.

Oh padre!

PAOLO.

Tu gli chiudesti i moribondi lumi.

Nulla ti disse del suo Paolo?

LANCIOTTO.

Il suo

Figliuol lontano egli moria chiamando.

PAOLO.

Me benedisse?—Egli dal ciel ci guarda,

Ci vede uniti e ne gioisce. Uniti

Sempre saremo d'ora innanzi. Stanco

Son d'ogni vana ombra di gloria. Ho sparso

Di Bizanzio pel trono il sangue mio,

Debellando città ch'io non odiava,

E fama ebbi di grande, e d'onor colmo

Fui dal clemente imperador: dispetto

In me facean gli universali applausi.

Per chi di stragi si macchiò il mio brando?

Per lo straniero. E non ho patria forse

Cui sacro sia de' cittadini il sangue?

Per te, per te, che cittadini hai prodi,

Italia mia, combatterò; se oltraggio

Ti moverà la invidia. E il più gentile

Terren non sei di quanti scalda il sole?

D'ogni bell'arte non sei madre, o Italia?

Polve d'eroi non è la polve tua?

Agli avi miei tu valor desti e seggio,

E tutto quanto ho di più caro alberghi!

LANCIOTTO.

Vederti, udirti, e non amarti... umana

Cosa non è.—Sien grazie al cielo, odiarti

Ella, no, non potrà.

PAOLO.

Chi?

LANCIOTTO.

Tu non sai:

Manca alla mia felicità qui un altro

Tenero pegno.

PAOLO.

Ami tu forse?

LANCIOTTO.

Oh se amo!

La più angelica donna amo... e la donna

Più sventurata.

PAOLO.

Io pur amo; a vicenda

Le nostre pene confidiamci.

LANCIOTTO.

Il padre

Pria di morire un imeneo m'impose,

Onde stabile a noi pace venisse.

Il comando eseguii.

PAOLO.

Sposa t'è dunque

La donna tua? nè lieto sei? Chi è dessa?

Non t'ama?

LANCIOTTO.

Ingiusto accusator, non posso

Dir che non m'ami. Ella così te amasse!

Ma tu un fratello le uccidesti in guerra,

Orror le fai, vederti niega.

PAOLO.

Parla,

Chi è dessa? chi?

LANCIOTTO.

Tu la vedesti allora

Che alla corte di Guido...

PAOLO.

Essa...

(Reprimendo la sua orribile agitazione.)

LANCIOTTO.

La figlia

Di Guido.

PAOLO.

E t'ama! Ed è tua sposa?—È vero;

Un fratello... le uccisi...

LANCIOTTO.

Ed incessante

Duolo ne serba. Poichè udì che in patria

Tu ritornavi, desolata abborre

Questo tetto.

PAOLO.

(Reprimendosi sempre.)

Vedermi, anco vedermi

Niega?—Felice io mi credeva accanto

Al mio fratel.—Ripartirò... in eterno

Vivrò lontano dal mio patrio tetto.

LANCIOTTO.

Fausto ad ambi ugualmente il patrio tetto

Sarà. Non fia che tu mi lasci.

PAOLO.

In pace

Vivi; a una sposa l'uom tutto pospone.

Amala...—Ah, prendi questo brando, il tuo

Mi dona! rimembranza abbilo eterna

Del tuo Paolo.

(Eseguisce con dolce violenza questo cambio.)

LANCIOTTO.

Fratel...

PAOLO.

Se un giorno mai

Ci rivedrem, s'io pur vivrò... più freddo

Batterà allora il nostro cuor... il tempo

Che tutto estingue, estinto avrà... in Francesca

L'odio... e fratel mi chiamerà.

LANCIOTTO.

Tu piangi.

PAOLO.

Io pure amai! Fanciulla unica al mondo

Era quella al mio sguardo.... ah, non m'odiava,

No; non m'odiava.

LANCIOTTO.

E la perdesti?

PAOLO.

Il cielo

Me l'ha rapita!

LANCIOTTO.

D'un fratel l'amore

Ti sia conforto. Alla tua vista, a' modi

Tuoi generosi placherassi il core

Di Francesca medesma... Or vieni...

PAOLO.

Dove?...

A lei dinanzi... non fia mai ch'io venga!

Poesie scelte

Подняться наверх