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Datemi una sigaretta ed una chiave inglese e vi decapiterò una motocicletta senza sbagliare!

Sayan, Citazioni pittoresche

La ragazza fu svegliata dal suo torpore da un grido.

-Guarda, Naëli, stiamo arrivando!

Era Sayan che era salita sul ponte e indicava un puntino all’orizzonte, tutta eccitata.

Naëli brontolò strappandosi al sonno.

-Ehi, Sayan, spero che non sia un invito a mostrarti le mie mutande, le disse alzando gli occhi verso la sua compagna di squadra.

Quest’ultima arrossì rendendosi conto che era proprio sopra alla giovane ragazza, che aveva una vista diretta sotto la sua gonna.

Saltò di lato farfugliando scuse assurde ed incomprensibili, prima di ripiegare il suo pareo intorno alle sue gambe per tentare di mascherare la sua vergogna con un gesto futile. Sayan era sempre vestita con un’estrema semplicità che rasentava quasi l’indecenza. Si poteva dire che il suo guardaroba fosse composto solo da gonne corte in tessuto, lunghi stivali beige e piccoli gilet di cuoio. Senza dimenticare i suoi perenni occhiali da aviatore che sembravano incollati alla sua fronte, quando non li incollava ai suoi occhi.

Allo stesso tempo, vista l’epopea nella quale si era lanciata, era meglio non essere troppo equipaggiati.

Questione di peso da trasportare.

Tuttavia, la sua tenuta leggera non faceva che mettere in risalto la sua silhouette molto attraente. Un corpo atletico dalla pelle scura e dalle curve ben disegnate, che si indovinava facilmente sotto vestiti aggiustati con cura, accompagnato da una criniera rosso fuoco che non aveva niente di naturale.

Una bella donna, sicuramente. Un pessimo carattere, ma un fisico da sogno.

Da qualche parte, Naëli nutriva un briciolo di gelosia nei suoi confronti. Sayan era più vecchia di lei di soli due anni, ma sembrava molto più matura.

Anche se in questo momento, il disagio della ragazza era più comico che altro. Joan, che passava da quelle parti, non si sbagliò.

-Mi dirai il colore della sua biancheria? Disse discretamente all’orecchio di Naëli. Mi sono sempre posto la domanda, vista la leggerezza di quello che mette sopra!

Entrambi scoppiarono a ridere e Sayan arrossì. Naëli le offrì un’ancora di salvezza:

-Cosa dicevi, prima di svegliarmi così crudelmente dal mio riposo ben meritato?

Gli occhi di Sayan si illuminarono.

-Arriviamo a Nebbia della sera, annunciò semplicemente puntando il dito verso il porto che ingrandiva all’orizzonte.

Una bandiera con i colori della Coppa sventolava davanti all’ingresso del porto, segno che nessun altro concorrente era ancora arrivato. Era tradizione mettere una bandiera alla fine di ogni tappa, affinché i primi concorrenti la strappassero sotto le ovazioni del pubblico.

Naëli gettò un’esclamazione meravigliata e corse a raggiungere Molly sul retro della barca.

-Siamo davanti, quindi?

L’anziana donna inclinò la testa masticando un filo d’erba preso non si sa bene dove.

-Ovviamente. E’ grazie a te. Joan, prendi il timone e conduci quest’entrata nel porto come se stessi facendo una carezza ad un piccolo gattino.

-Vieni, mia bella, andiamo ad ammirare la nostra rumorosa entrata da vincitori dalla prua, proseguì Molly con la sua voce rauca.

Naëli l’accompagnò fino alla prua della piccola nave, dove si appoggiarono al parapetto ammirando il sole che tramontava e che copriva lentamente gli edifici della città costiera. Si era alzato un leggero venticello, che faceva circolare una nebbia fine sull’acqua piatta che svelava ogni tanto il riflesso della città mescolato al cremisi delle nuvole. Un dipinto che si perdeva nelle sfumature di rosso arancio striato di nebbia bianca, come se l’artista avesse cancellato qualche parte del suo dipinto per ricoprirlo di mistero…

Naëli era abitualmente affascinata dal blu del mare, ma, quella sera, era sbalordita dallo charme avvolgente del panorama.

-Sai perché viene chiamata Nebbia della sera? Chiese Molly, raggiante.

La ragazza mantenne il silenzio, lo sguardo perso sulla scena fatata. La ragione era evidente per chi era dotato di occhi.

Entrarono nel porto sotto le acclamazioni degli abitanti della piccola città, strappando il nastro rosso che sbarrava l’entrata. Gli applausi riempivano il cuore di Naëli di gioia. Lei rispose con dei saluti con la mano gioiosi.

Dietro di lei, fieramente ancorato al timone, Joan gonfiava il petto. Gli Esploratori avevano appena fatto un’entrata strabiliante nei palmares della Coppa, cosa non facile per dei novellini. Molte squadre di veterani non erano ancora mai arrivati primi in una tappa. Joan aveva di che essere fiero.

Il giovane uomo virò per andare ad attraccare lo Storione stellato e accostò all’estremità del porto.

Quest’ultimo era troppo piccolo per contenere tutte le navi della corsa e , quella sera, solo i primi arrivati sarebbero stati ammessi all’interno.

-Ah, sogghignò Molly, la mano destra sulla schiena. Stare ferma attaccata al timone non fa più per me.

Naëli sollevò le braccia con fatalità.

-E’ così! Il tempo in cui navigavi per delle ore senza mai affaticarti è passato!

-Un po’ di rispetto, gioventù! Protestò Yadriel avvicinandosi. Soprattutto quando si parla ad un’anziana concorrente…

-E’ vero. Scusa Molly, disse la ragazza abbassando gli occhi.

-Non è niente. E, purtroppo, non hai torto.

Sogghignò un’ultima volta poi sorrise con pietà, prima di urlare in direzione del ponte superiore:

-Bene, Joan, Sayan, si festeggia?

Naëli sorrise a sua volta. C’erano delle cose che nessuna differenza di età poteva impedire di condividere.

La Figlia Dell’Acqua

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