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Il mondo si muove più in fretta. Gli scambi aumentano, i veicoli diventano più potenti. I cittadini si equipaggiano con il materiale più avanzato. Le automobili hanno fatto la loro apparizione. Sono destinate ad un’evoluzione rimarchevole. In mezzo a questa agitazione, le tradizioni fanno fatica a mantenere la loro posizione. La civilizzazione è in movimento.

Antoni Fergus, All’ora dell’industrializzazione

-Dove è Molly? Chiese Joan, appollaiato sul Lupo di mare.

Si teneva dritto come un picchetto sulla banchina di ormeggio dello Storione stellato, guardando ovunque alla ricerca dell’anziana signora.

Naëli alzò le spalle.

-Credo che non la vedrai dirci arrivederci, a meno che tu non aspetti qui fino a pomeriggio inoltrato.

-Ha esagerato un po’ con il bere, rincarò Yadriel. Fortunatamente si occupa solo della parte navale e non deve partire per la seconda tappa terrestre con noi!

Joan borbottò e fece segno a Naëli di salire sul veicolo.

-Incredibile. Incredibile! Ha solo questo da fare, e si permette di smaltire la sbornia. Peggio per lei, andiamo sulla linea di partenza. Yadriel, prendi l’Oncia di ebano che è ancora sullo Storione stellato. Dove diavolo è finita Sayan?

-E’ andata a recuperare il foglio del punteggio, rispose il sameda.

-Sono già andato a guardarlo, disse Joan, infastidito. Bene, ci raggiungerà sulla linea di partenza. Che è tra 10 minuti!

Naëli e Yadriel si scambiarono uno sguardo stupefatto davanti al tono del loro amico. Era così teso questa mattina. Era per caso lo stress della partenza?

Naëli scacciò ogni preoccupazione salendo sul Lupo di mare. Salutò lo Storione con la mano prima che Joan mettesse in moto. Sapeva che era stupido salutare una barca, ma era la parte infantile che conservava in fondo a se stessa. Si sarebbero rivisti la sera del giorno dopo, a Riva d’oro, un borgo a sud dell’isola, dove sarebbero partiti per Kur.

Un viaggio marittimo molto più lungo, che avrebbe richiesto una settimana buona.

Naëli era leggermente angosciata all’idea di partire così lontano nel sud. Non si era mai allontanata troppo da casa sua, dopotutto. Ed era sempre stata ansiosa per natura. L’ignoto, il viaggio,… Non era questa la sua zona di confort. Ma era circondata dai suoi amici, e questo non aveva prezzo.

Avrebbe avuto tempo di pensare a tutto questo dopo: prima, la tappa di Sarkoth. Si mise a riflettere sul pericolo che li aspettava aggrappandosi ai fianchi di Joan mentre si dirigevano verso la linea di partenza. La corsa si articolava in due tappe, divise in sezioni da un diverso numero di punti di controllo che permettevano di verificare che nessun partecipante imbrogliasse prendendo delle scorciatoie. La traversata doveva essere semplice, dato che l’isola era ritenuta uno dei Sette Principati più piacevoli e che c’era solo la parte sud da attraversare. Dotata di un clima temperato, alternava le valli boscose alle praterie verdeggianti in un ambiente incantevole. L’unica vera difficoltà consisteva nel passaggio della catena dell’Arco, vera e propria colonna vertebrale dell’isola che si elevava a diverse centinaia di metri sul livello del mare. La catena montuosa portava bene il suo nome, dato che si estendeva in un arco dalla punta del Corno a sud al Capo Ocra al nord senza discontinuità, dividendo Sarkoth in due parti disuguali.

Naëli traeva le sue conoscenza dagli insegnamenti di Molly. Il timoniere conosceva i Sette Principati come le sue tasche. Non era al suo primo rally, secondo Joan. Quando quest’ultimo le aveva presentato l’anziana signora, Naëli era rimasta impressionata dalla sua presenza, e si era trattenuta dal domandarle quale sarebbe stato il suo ruolo nell’equipaggio. Ma Joan le aveva comunque spiegato che era la regina dei mari, che navigava come nessun’altro e che sarebbe stato l’elemento chiave della squadra. Naëli non aveva replicato.

Il Lupo di mare si fermò dietro una linea di veicoli, imitato dall’Oncia di ebano che lo seguiva da vicino, e Joan mise il piede a terra. La maggior parte dei concorrenti era già allineata sulla linea di partenza in una pianura fuori dalla città. Il lungo dirigibile degli organizzatori sorvolava Nebbia della sera, esortando i partecipanti a presentarsi immediatamente in partenza.

Joan inveì vedendo Sayan che scattava nella loro direzione. La ragazza corse a perdifiato prima di immobilizzarsi davanti a loro, piegata in due per riprendere fiato.

-Uff…a rapporto, capo…uff…Ho recuperato…i risultati della tappa di ieri sera, disse lei senza fiato, tendendo a Joan un plico di fogli.

Lui li prese bruscamente.

-Grazie, ma ero già andato a consultarli. Mio Dio, avevamo previsto un briefing sulla tappa di Sarkoth questa mattina! Ma tra la tua assenza e quella di Molly non vedo come avremmo potuto farlo!

Le gettò uno sguardo irritato, al quale lei rispose mostrando i denti.

-Avevi già guardato i risultati? E non hai pensato che avrebbe potuto interessarci?

Lui alzò le spalle.

-Siamo arrivati primi.

-E allora? Non è l’unica informazione data dal foglio dei risultati. Possiamo anche studiare la concorrenza. Ma può darsi che ci trovi troppo stupidi per questo.

Joan ignorò la ragazza e mise con cura i documenti sotto la sua veste nera.

-Abbiamo preso milleduecento punti, dichiarò. Cioè il massimo per una squadra, e siamo tallonati da due squadre a ottocento punti: i Guardiani Grigi e l’Ombrello di seta, la squadra alla quale appartiene la giunca che ci ha minacciati al porto d’Ys. Ecco, sapete tutto, per maggiori dettagli, potremo guardare il foglio stasera se volete. Mentre aspettiamo, non perdetevi ad ammirare i bei paesaggi, aggiunse agitando una mappa di Sarkoth sotto il loro naso. La corsa sarà dura oggi, e perderemo il nostro vantaggio. Le tappe terrestri giocano in nostro sfavore. Ci vediamo questa sera ai piedi delle montagne. Conto su di voi per conservare una posizione rispettabile in classifica.

Mise il suo foulard intorno al mento senza aspettare, consegnò la sua mappa a Naëli e diede una spinta alla moto per mettersi dietro al resto dei partecipanti, senza rimarcare lo sguardo furibondo che gli gettava Sayan. I due equipaggi avrebbero tentato di rimanere insieme, ma sarebbero stati sicuramente obbligati a separarsi da un momento all’altro, ecco il perché delle raccomandazioni di Joan.

Naëli ne approfittò per gettare uno sguardo alla mappa. Conosceva il tragitto a memoria, ma aveva bisogno di rassicurarsi.

Due giorni per raggiungere Riva d’oro.

Una parte tranquilla lungo la costa del Golfo del crepuscolo prima di girare verso le montagne, passare attraverso la foresta del Sole ed iniziare la difficile traversata della catena montagnosa il secondo giorno. Dovevano accamparsi alla base dell’Arco la sera.

Tremò mettendo il documento in tasca. A prima vista, era una grande autostrada. Ma senza contare le trappole inevitabili che gli organizzatori si divertivano a tendere loro lungo il percorso. E per una tappa così tranquilla, non avrebbero dimenticato di piazzarne…a volontà. A meno che non si dimostrassero indulgenti per l’inizio della corsa. Cosa che Naëli dubitava fortemente, avendo capito come funzionava. L’impresa incaricata dello svolgimento della Coppa, la Cijena, era stata inizialmente una compagnia che proponeva oscuri e ufficiosi servizi di manipolazione. Si era poi riconvertita in questa nuova attività sportiva più ufficiale nove anni prima, ma contava comunque nelle sue righe numerose squadre di geni dell’imboscata, dell’inganno e della truffa.

-I concorrenti si riuniscano sulla linea di partenza, pronti a partire! Gridò la voce di Yoklavin Seth sopra le loro teste. Cedo la parola a Philas Smogg, onorevole direttore generale della Cijena, che ci raggiunge in questo giorno particolare per lanciare la seconda tappa della Coppa dei Sette Principati!

Il dirigibile degli organizzatori si era fermato non lontano dai concorrenti, sparsi sulla pianura, e tutti sembravano osservare l’uomo che prese l’altoparlante.

Era molto piccolo, nonostante il lungo cilindro che portava e le grandi orecchie delle quali era provvisto. Per dirla tutta, non era un uomo. Era un gremlin. Una di quelle creature dal naso schiacciato associato ad un’epidermide compresa tra il malva e il grigio. L’opulenza si vedeva nei suoi movimenti e nel suo aspetto. Un orologio da taschino era infilato nella tasca del suo vestito, perfettamente intonato al monocolo che ornava il suo occhio sinistro. Naëli non avrebbe mai immaginato che un simile personaggio fosse all’origine della celebre Coppa dei Sette Principati.

- Un gremlin è molto cattivo, mormorò Yadriel al suo orecchio. Sono dei maestri meccanici, e sono allo stesso tempo degli eccellenti negoziatori. Il Principe commerciante Grand, di Hoz, è un gremlin.

Naëli annuì. Ecco chi confermava la sua opinione sul personaggio.

-Concorrenti, concorrenti, benvenuti, tuonò Smogg. E’ un piacere per me lanciare questa seconda tappa della nostra famosa Coppa dei Sette Principati che, spero, saprà divertirvi, stupirvi e confondervi! Perché attenzione, quest’anno, i nostri ingegneri si sono superati nel percorso…Vi lascio giudicare da soli. La nostra reputazione è, come sempre, nelle vostre mani! Vi auguro un buon rally nei paesaggi della nostra bella Sarkoth…

Soffocò una risata.

Poi alzò il braccio, lo sospese in aria, prima di abbassarlo con un gesto secco.

Joan partì a tutta birra.

La Figlia Dell’Acqua

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