Читать книгу La Figlia Dell’Acqua - Aidan Fox - Страница 6
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ОглавлениеLa competizione favorisce l’individualismo? Perché se essa riposa su una messa in concorrenza con degli avversari, essa si appoggia anche sul sostegno degli alleati. Chi può vantarsi di avere un giorno vinto da solo? Allenatori, Compagni, quelli che contribuiscono a un successo sono eminentemente più numerosi di quelli che si oppongono. La competizione non favorisce quindi la cooperazione più che l’individualismo?
NejimPalador, La prova
La partenza fu più delicata del previsto. Joan aveva dato un grande colpo di acceleratore alla partenza, ma Naëli aveva paura che non fosse sufficiente per prendere un distacco. Contavano sulla piccola taglia del Lupo di Mare per anticipare i concorrenti più pesanti e più grossi fin dai primi istanti di corsa. Dato che, effettivamente, erano tra i più piccoli. Intorno a loro non c’erano grossi apparecchi e imponenti macchine.
Tuttavia, dato che niente andava come previsto, questi concorrenti potenti mettevano loro i bastoni tra le ruote ed essi faticavano a mettere della distanza tra loro e i più massicci. Si ritrovarono presto intrappolati tra veicoli più grandi e Joan dovette giocare d’astuzia per infilarsi tra le loro ruote. Perlomeno, la moto aveva il vantaggio di poter sgattaiolare dappertutto.
Naëli urlò più volte vedendo dei veicoli avvicinarsi pericolosamente, pronti a schiacciarli senza farsi scrupoli. Erano ad un soffio dal ritrovarsi nel bel mezzo d’ un incidente che sarebbe stato fatale per entrambi.
La polvere sollevata dai concorrenti non le lasciava più scorgere né gli spalti né il resto della città .Non aveva avuto il tempo di salutare suo padre.
Nonostante tutte le sessioni di allenamento che aveva fatto con Joan, Naëli era pietrificata… e non gli apportava alcun aiuto.
-Attenzione! Urlò vedendo all’ultimo momento una lunga macchina sbandare e piombare su di loro, a due dita dalla collisione.
Naëli chiuse gli occhi.
Joan schiacciò potentemente il freno sterzando a sinistra, in una sbandata memorabile. Il Lupo di mare rischiò di scappargli, ma lui ne recuperò il controllo in extremis.
Quando la giovane ragazza aprì gli occhi, il loro veicolo valoroso si allontanava dalla massa di partecipanti, liberato finalmente dalla pressione di quelli che venivano chiamati “mezzi pesanti”.
Sospirò impercettibilmente sotto i rombi del motore, sollevata. L’adrenalina scese, e le folli palpitazioni del suo cuore si calmarono mentre si allontanavano dagli altri.
Gettò un'occhiata indietro. I concorrenti più grossi conducevano una battaglia senza pietà per prendere la testa del plotone.
Selvaggiamente.
E senza pietà.
Poteva scorgere in fondo una nuvola di fumo che saliva in pennacchi verso il cielo chiaro del giorno.
Sicuramente uno scontro tra due concorrenti che era finito male.
La corsa si fermava lì per loro.
Di già!
Provò pietà per gli infortunati. Era triste finire così a qualche metro dalla linea di partenza. Sperava solo che le ferite riportate fossero minime. Se fossero stati perseveranti, avrebbero ancora potuto ricongiungersi al gruppo con un veicolo di ricambio. Ma ne dubitava…
Un brivido la colse immaginando quello che sarebbe potuto succedere se fossero stati schiacciati in quel modo da un mezzo pesante.
Preferì non pensarci. E inoltre, aveva fiducia nelle capacità di Joan.
Riportò il suo sguardo davanti a lei.
Intorno a loro, un certo numero di concorrenti, per la maggior parte più piccoli o più aereodinamici, si disputava la testa della corsa, ma restando ad una distanza ragionevole gli uni dagli altri. Avevano tutti capito che il loro interesse era piuttosto di differenziarsi per la velocità che di dedicarsi a una battaglia per il dominio della corsa. Anche se qualcuno descriveva delle sbandate inquietanti per destabilizzare gli altri concorrenti e spingerli a commettere un errore fatale. Un enorme due ruote con la testa di dinosauro sbarrò loro la strada per qualche secondo, spingendo Joan a sterzare verso il bordo della pista.
Che si avvicinò pericolosamente.
-Euh Joan? Si preoccupò Naëli. Ci schiantiamo contro i gradoni così!
Non rispose. La potente moto davanti a loro accentuò ancora il suo movimento. Il limite della strada era ormai a qualche metro. Se non avessero rallentato subito, si sarebbero schiantati contro i maestosi edifici d’ Ys. Scosse il vestito del suo amico con un gesto di paura.
E di colpo, la pista scomparve da sotto le loro ruote.
Il Lupo di mare scomparve.
Naëli ebbe un conato e si attaccò talmente forte al suo amico che per poco non gli frantumò le ossa. Ma lui non batté ciglio. Invece, si piegò per prendere velocità.
Il bolide si era infilato in una piccola depressione che portava ad un livello inferiore – così piccola che Naëli non l’aveva neanche vista. Ma Joan si. Si buttò a tutta velocità verso un pendio che rimontava sulla strada non troppo lontana da loro. Divorò la salita in pochi secondi, prima di riemergere giusto a fianco della moto che li aveva spinti fuori strada pochi secondi prima.
Le ruote del Lupo di mare si staccarono dal suolo.
Durante pochi istanti, Naëli si sentì volare. Osservò il loro avversario aggressivo passare sotto ai loro piedi lentamente, come se il tempo avesse rallentato l’attimo del loro salto. Uno dei suoi occupanti gettò loro uno sguardo stupefatto.
Poi le leggi della gravità ripresero il sopravvento. Il Lupo di mare si abbatté con rumore sui ciottoli, mettendo a dura prova le sospensioni e togliendo il fiato ai due amici. Delle stelle danzarono davanti agli occhi di Naëli.
Quando riprese i sensi, sentì un urlo soffocato dietro di lei. Era il veicolo-dinosauro che aveva dovuto girare per schivarli e non aveva potuto evitare di scontrarsi contro un grande edificio in vetro. Quest’ultimo si sfracellò al suo passaggio. Naëli osservò poi con stupore un cerchione rimbalzare, una placca della carrozzeria staccarsi prima che il veicolo sfuggisse di mano e andasse a incastrarsi in una torre vacillante.
Alzò le spalle.
Peggio per loro.
Avevano ricevuto quello che meritavano, giocando con il fuoco.
Era stupefatta dal proprio distacco. Normalmente, era una persona molto emotiva. Ma non poteva preoccuparsi per ogni partecipante. Era una competizione dopo tutto.
E ci dovevano per forza essere dei perdenti
. . .
Il grande viale si allargava ancora. Naëli aveva appreso da suo padre che si chiamava Via Reale, perché era percorsa da tutti i dignitari in visita a Ys affinché scoprissero la città. Una facciata per riempirsi gli occhi prima di entrare nel vivo delle negoziazioni. Portava direttamente al porto d’Ys, dall’altra parte dell’isola, decorato con quel tappeto rosso che non finiva più.
Un altro due ruote li seguiva da vicino e prese un po’ di velocità per portarsi alla loro altezza. Assomigliava in tutto e per tutto al Lupo di mare, ma era un po’ più grosso, e con un’effigie di una pantera sul davanti.
Era l’Oncia di Ebano che completava la squadra di Joan e Naëli.
-E’ andato tutto bene, gridò loro Joan cercando di coprire i rumori dei motori.
I due personaggi seduti sul bolide inclinarono la testa. La ragazza seduta davanti sorrise attraverso le sue mèches rosso fuoco e sollevò il pollice.
-Senza problemi!
Poi scoppiò a ridere e spinse sull’acceleratore, evitando per poco di ribaltare il suo povero compagno.
Naëli credette di sentire Joan lamentarsi e si mise a ridere, liberata dalla pressione dell’inizio della prova. Il sole brillava alto nel cielo, tutto andava bene.
Ora la corsa poteva veramente cominciare!