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L’acqua mi affascina. È bella, astuta e dolce. Ma furba. Mi incanta, mostrandosi febbrilmente davanti ai miei occhi, dedicandosi ad una danza seducente per cercare di attirarmi nella sua rete. Ogni giorno, i suoi riflessi mi tentano, sornioni. Già molta gente ha ceduto. Traditrice fluida, mi catturerai?

Mallaé Fusillaine, Autoritratto

Naëli si attaccò alla sbarra e si sporse dal parapetto, gli occhi sulle acque turbinanti che si agitavano a poppa della nave. Avevano appena lasciato il porto d’Ys, abbandonando la concorrenza ad una battaglia feroce.

Osservò la schiuma ribollire e le gocce roteare, come milioni di sfere che riflettevano il mondo tingendolo di paillette luminose, cercando di sollevarsi verso il cielo tramite le agitazioni delle onde.

Naëli era di nuovo affascinata. Che fragilità e che forza allo stesso tempo… L’acqua era il suo elemento preferito. Mutava, si scindeva, scivolava nelle asperità prima di riemergere in un rombo di tuono per schiacciare senza pietà tutto quello che ostacolava il suo passaggio.

Le gocce fini che danzavano davanti ai suoi occhi la ipnotizzavano. Si sentì cadere in avanti, la testa nelle onde indiavolate, dove si impregnò dell’elemento acquatico fino a diventare un tutt’uno con lui. Le sue braccia, le sue gambe svanivano, trasportate dall’acqua.

Accolse la sensazione ormai così familiare con diletto. Sapeva che il suo corpo era sempre lassù, piegato nel vuoto sul ponte della nave, con aria assente.

Ma lei non era più sul ponte.

Era nelle acque, sdraiata su centinaia di metri. La sua percezione ed i suoi punti di riferimento erano completamente stravolti.

Era libera!

Libera dai limiti materiali che limitavano i suoi movimenti, libera di solcare l’oceano senza preoccuparsi, libera di trasformarsi in un’onda profonda! Niente aveva più presa su di lei. Non doveva fare altro che lasciarsi trasportare…

No.

La Coppa.

Gli Esploratori.

Concentrazione.

Non doveva lasciare la presa.

La sua euforia aveva rischiato di farle perdere di vista il suo obiettivo. Era il rischio di utilizzare questo potere. Era così inebriata dalla sensazione che ogni tanto se ne dimenticava, e bisognava svegliarla a colpi di schiaffi, sennò rimaneva indefinitamente persa nell’immensità blu…

Era un’abilità pericolosa.

In quel momento, lei doveva creare una corrente potente e rapida che avrebbe portato lo Storione stellato a grande velocità verso la prossima tappa della corsa.

Si, ecco, una corrente.

Naëli si focalizzò sul movimento dell’acqua, raccogliendo ogni molecola per creare una potente turbolenza dietro all’imbarcazione. Spinse lo scafo con dolcezza, ma in modo deciso. Bisognava accompagnare senza mettere fretta, un saggio dosaggio che lei padroneggiava alla perfezione.

L’effetto fu immediato.

Lo Storione fece un balzo in avanti, facendo di nuovo cadere i suoi occupanti.

-Ehi, con calma! Brontolò Molly agitando le braccia per riprendere l’equilibrio. Avrebbero dovuto scriverti “pericolo pubblico” in fronte!

Dietro di lei, gli occhi spalancati, Naëli scoppiò a ridere.

-Ad ognuno il suo turno!

La voce ed il volto dei suoi compagni risuonavano come in un sogno, mescolati al rimbombo dell’acqua e ai sussulti della barca – o a quelli dell’oceano, non avrebbe saputo dire- ma sapeva che erano lì intorno a lei. O meglio, era lei che era là, con loro.

-Prenderemo la testa della corsa! Esclamò Joan, entusiasta. Che velocità! Anche se ti conosco da molto tempo, Naëli, mi impressioni sempre!

Naëli sentì appena il suo complimento. Era perfettamente in armonia con il mare, e si perdeva nella sua onda benevola. Durante dei lunghi minuti, si lasciò cullare, spingendo la nave sempre più pigramente a mano a mano che si perdeva nella contemplazione del fondo marino. Scivolava verso le profondità, i crostacei ed i molluschi. L’acqua diventava sempre più nera, e lei ebbe voglia di avvicinarsi al fondo per continuare la sua esplorazione tranquilla. Il silenzio che regnava sotto la superficie dell’acqua era…rassicurante.

Lei stava bene là.

Non aveva voglia di andarsene.

Andare dove, poi?

Si chiese se le immagini che sfilavano nella sua testa erano dei ricordi reali. Non si ricordava di essere mai stata altrove…

***

-Va tutto bene, figlia mia, ma non esagerare, grugnì una voce nella sua testa.

Dovette fare uno sforzo estremo di concentrazione per riconoscere la voce di Molly.

In un salto, si strappò alla sua contemplazione. Ogni volta sperimentava questa terribile sensazione di strappo, come se una parte del suo essere le fosse stata ingiustamente sottratta. Batté le palpebre una decina di volte prima che l’immagine di Joan chino su di lei si stabilizzasse.

Tremò.

Aveva l’impressione di essere sempre in fondo all’oceano, che le appariva scuro e minaccioso.

-Ehi, bella mia, va tutto bene? Era come se avessi perso conoscenza, anche se eri sveglia!

Naëli lo fissò con aria ebete, e si rese conto di essere seduta per terra contro il parafuoco. Probabilmente aveva perso l’equilibrio. Fortunatamente non era sola.

Tremò, ancora sotto l’influenza del freddo. Poi scosse la testa e offrì al suo amico il suo più bel sorriso.

-Va tutto bene, non preoccuparti!

Prese la mano che lui le tendeva e si rialzò, titubante. Molly, aggrappata fermamente al parapetto, le gettò un colpo d’occhio da sopra la spalla.

-Rimettiti in sesto, abbiamo bisogno di te fino alla fine dell’avventura! Anche se ti ringrazio per questo aiutino! E copriti!

Cosa che ornò con un “questi ragazzi, vi giuro” mormorato a mezza voce.

Naëli gettò un colpo d’occhio all’orizzonte. Effettivamente, avevano messo una buona distanza tra loro ed i concorrenti che li seguivano, che poteva distinguere a qualche centinaia di metri dietro di loro. A tribordo come a babordo, il mare era calmo. Non un vascello che turbasse il suo riposo. Gemette di entusiasmo e scese sul ponte, seguita da vicino da Joan che cercava di coprirle le spalle con un ampio mantello.

-Quanto tempo manca a Nebbia della sera? Chiese a Yadriel, sempre di guardia alla prua della nave.

-Con il nostro ritmo di crociera, direi cinque o sei ore. Ci arriveremo prima del tramonto, e, con un po’ di fortuna, per primi!

L’eccitazione dei giovani era contagiosa, perché anche lui, saggio e posato normalmente, sembrava bruciare di passione.

Naëli inclinò la testa e si sedette di nuovo, improvvisamente stremata. Il vento fresco punteggiato da spruzzi scompigliava i suoi capelli blu e scivolava sul suo volto, dolce ricordo della sua esperienza aquatica che prese il tempo di apprezzare. Assaporando l’aria pura dell’oceano che giocava con lei come fosse una bambina, Naëli si lasciò scivolare in un dolce sonno popolato da sogni incantatori e allegri.

La Figlia Dell’Acqua

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