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SCENA V.

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TINTORETTO e i due COMMESSARI.

TINT. (stringendosi alla figlia). Chi siete?

PRIMO. (accennando la morta). È questa sola? (al secondo). Togli su, e fa presto.

TINT. (con feroce lamento). Voi non me la toccherete!

SECONDO. Tutti matti così questi pittori! (gli fanno forza).

PRIMO. Guarda, se c'è qualcosa…. (dà un piede nella cesta di fiori e la rovescia).

TINT. Indietro, villano barattiero!

PRIMO. È il mestier nostro così!

TINT. Tu vuoi rubare? Ruba, dà fuoco, saccheggia, ma lasciami la figlia! (ruggendo, s'accinge alla disperata difesa dell'amatissimo corpo).

SECONDO. Noi siamo ai servigi della Repubblica. Mettete senno, o vi chiamiamo due alabardieri (s'avvia all'uscio).

TINT. La violenza a me?

PRIMO. È tempo sprecato (cinicamente)…. Ci chiamerete voi, quando vi accorgerete che vostra figlia ell'è come tutte le creature di carne ed ossa, destinate alla terra. Adesso le fate mille baci, ma domani….

TINT. (come chi scopre una terribile verità). Domani?… Ah!

PRIMO. E non so se avremo tempo.

TINT. Fermatevi!… (va al letto di Maria, e la guarda e la tocca con ansia paurosa)…. Quel pallore è tremendo!…. (imprecando e supplicando). Natura tristissima, che crei questi angioli per disfarli nel modo il più sozzo! Una figlia farà ribrezzo al padre? (ai Commessari)…. Voglio tenere il mio tesoro, finchè potrò (baciandola sicuramente)…. Ora posso ancora baciarla.

PRIMO. Ripasseremo ancora.

TINT. Quando?

PRIMO. Domani.

TINT. No!… (Anche la lupa, che vegliò il lupicino trafitto, abbandona la tana ai corvi! Io fuggirò'?…) (combattendo fiera battaglia, facendosi per crudelissima necessità mansueto). Io stesso la recherò sulle mie braccia, le farò posto nella gondola, l'adagerò tranquilla…. Le conserverete i fiori e il drappo bianco?… Io l'accompagnerò fin dove andrete: poi quando il commessario mi scaccerà… apparecchiate due fosse vicine….

PRIMO. Messere (gli tende la mano….)

TINT. (si china, cieco dal dolore, toglie dal cofanetto una collana, fa per darla al commessario)…. No!… È la collana di mia figlia! Ed io non sono degno di baciarla!… (va ad una cassa, con subito pensiero toglie una borsa). Prendete: è l'oro di re Filippo. Regnate nella taverna e sulle donne vostre!… (i Commessari soddisfatti, escono sul terrazzo, e discendono al mare).

Storia di un'anima

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