Читать книгу Il Sorriso Perfetto - Блейк Пирс - Страница 11
CAPITOLO CINQUE
ОглавлениеQualsiasi cosa facesse nella vita il partner di Gabrielle, Carter Harrington, certo era ben pagato. La cartella che Jessie aveva letto mentre si recavano lì lo identificava solo come ‘investitore commerciale’, il che poteva significare praticamente ogni cosa. La sua villa contornata da mura sulla Briar Summit Drive, subito fuori dalla Mulholland Drive, era una casa di tre piani con veduta sia sulla San Fernando Valley che sul lato ovest di Los Angeles. Dopo aver suonato e aver ottenuto l’accesso dal grande cancello d’ingresso, l’auto con Jessie, Dolan, Murph e Toomey percorse il viale fino al posteggio di fronte all’abitazione. Gli altri agenti rimasero fuori dalla proprietà all’interno del loro veicolo.
Carter Harrington uscì per accoglierli. Un uomo tra i quaranta e cinquant’anni, con i capelli sale e pepe e il fisico atletico che suggeriva avesse tempo a volontà per allenarsi, Harrington indossava un outfit casual, con una maglietta polo, pantaloncini da spiaggia e sandali. Sorrise, ma dai suoi occhi arrossati e annebbiati era chiaro che era stato sveglio tutta la notte.
“Carter Harrington,” disse porgendo la mano a Jessie prima e poi a Dolan. “Spiacente di fare la vostra conoscenza in circostanze simili.”
“Certo,” disse Jessie. “Io sono Jessie Hunt del Dipartimento di Polizia di Los Angeles e questo è Jack Dolan dell’FBI. Grazie per aver acconsentito a riceverci così rapidamente.”
“L’FBI?” chiese Harrington, chiaramente sorpreso. “E i detective con cui ho parlato alla casa?”
“Oh, loro sono ancora la squadra primaria in questa indagine,” disse Dolan con disinvoltura. “Ma stiamo trattando questo caso come un affare multi-giurisdizionale. Non è cosa insolita.”
Harrington parve accettare la risposta, anche se a parere di Jessie era completamente priva di significato, il che era probabilmente il motivo per cui Dolan l’aveva data.
“Dove si trova la signorina Cantu?” chiese Jessie.
“Oh, giusto,” disse l’uomo, come se avesse ricordato in quel momento il motivo della loro visita. “Gabby è in salotto a guardare la TV. Ha preso una dose di Zoloft per calmarsi, ma è sveglia. Credo siate capitati nel momento giusto. È cosciente, ma non agitata.”
“Ottimo,” disse Dolan. “Magari potrebbe darci la sua versione degli eventi mentre ci dirigiamo verso di lei.”
“Certo,” disse Harrington, prima di notare che solo Murph si univa a loro, mentre Toomey restava in auto.”
“Ehm, che succede al vostro amico lì?” chiese.
“Oh, è qui per supporto morale,” disse Dolan senza mezzi termini. “Non presti attenzione a lui o a quest’altro tizio. Siamo io e la Hunt a gestire i dettagli del caso.”
“Ok,” rispose Harrington, facendo loro strada in casa senza aggiungere altro anche se era ovviamente perplesso dall’intera faccenda.
“Allora,” disse Jessie, cercando di spostare l’attenzione altrove. “Cosa stavate facendo in casa ieri notte?”
“Giusto. Quello,” disse, improvvisamente a disagio mentre percorrevano un corridoio con le pareti rivestite di legno. “Io e Gabby eravamo stati fuori la sera. Era il nostro primo appuntamento e siamo andati a ballare in un paio di locali. Lei mi ha invitata a casa sua e io ho accettato. Mi stavo… accomodando in camera sua mentre lei andava un attimo in bagno. Di colpo l’ho sentita gridare e sono corso dentro. Ho trovato quello che hanno visto poi i vostri colleghi. La sua coinquilina era distesa nella vasca. Ho chiamato subito il nove-uno-uno. Ci siamo messi in salotto e siamo rimasti lì fino a che non sono arrivati gli aiuti.”
“Non aveva mai incontrato Claire prima?” chiese Dolan.
Harrington si fermò davanti all’ingresso di una grande stanza che Jessie ipotizzò essere il salotto. Poteva sentire il rumore della TV di sottofondo.
“No. Non sapevo neanche che Gabby aveva una coinquilina. Come ho detto, era il nostro primo appuntamento. Avevamo solo parlato al telefono e ci eravamo scambiati dei messaggi.”
“Come ha conosciuto Gabby?” chiese Jessie, cercando di assumere un tono il più indifferente possibile.
“Tramite un sito per appuntamenti,” le rispose lui.
E tua moglie lo sa?
Jessie era tentata di fare la domanda, ma decise di trattenersi per più tardi, se ce ne fosse stato bisogno. Il cerchio di pelle chiara sul dito altrimenti abbronzato di Harrington suggeriva che fosse un neo-divorziato o che si fosse tolto la fede per l’occasione.
“Le spiace presentarci?” chiese Dolan. “Non vogliamo spaventarla entrando così.”
“Certamente,” disse Harrington, conducendoli nell’ampio salotto, con il soffitto a volta e le finestre a vetri che andavano da pavimento a soffitto.
“Gabby,” disse l’uomo con voce decisa ma gentile. “C’è qui della gente che vorrebbe vederti.”
Una donna sdraiata su una chaise lounge alzò la testa. Anche se sembrava esausta e aveva gli occhi rossi, probabilmente per aver pianto per ore, era comunque bellissima. Più esotica e sensuale dell’amica Claire, che aveva un look da perfetta americana, Gabrielle aveva lunghi capelli scuri che le cadevano a cascata oltre le spalle. Mentre si tirava su sedendosi, Jessie vide che aveva quel genere di corpo voluttuoso capace di convincere uno come Carter Harrington a nascondere la propria fede nuziale.
“Chi sono?” chiese la ragazza, in parte spaventata e in parte sulla difensiva.
“Mi chiamo Jessie, Gabby,” rispose Jessie con tono gentile, prendendo l’iniziativa. “Questo è Jack. facciamo parte della squadra che indaga su ciò che è successo la scorsa notte. Sappiamo che hai già risposto ad alcune domande, ma ne abbiamo delle altre per te. Pensi di potercela fare?”
“Immagino di sì,” rispose Gabby con riluttanza.
“Grazie,” disse Jessie, avvicinandosi e sedendosi sul divano più vicino alla poltroncina. “Cercheremo di fare veloci. So che sarai distrutta.”
Gabby annuì, poi guardò verso l’angolo della stanza.
“Quello chi è?” chiese, indicando l’agente federale che si era posizionato tra l’ingresso al salotto e il corridoio che avevano appena attraversato.
“Quello è Murph,” disse Jessie. “Non è un gran chiacchierone. Ma è davvero intelligente. Per lo più lui ascolta. Saremo io e Jack a fare le domande. Perché non ti siedi, Jack?”
Lanciò a Jack la sua migliore occhiata da ‘siediti che la stai terrorizzando’. L’agente parve capire e prese posto.
“Allora, iniziamo con questo, Gabby,” cominciò Jessie. “Sai se qualcuno avesse minacciato Claire recentemente? Magari un ex o un collega con cui aveva bisticciato?”
Gabby rimase seduta un momento, rovistando nella propria memoria.
“Niente che mi venga in mente,” disse alla fine. “Era uno zuccherino. Era difficile che qualcuno si potesse davvero arrabbiare con lei.”
“Davvero?” insistette Jessie. “Una bella ragazza come lei… mi verrebbe da immaginare che probabilmente dovesse avere a che fare con pretendenti delusi.”
“Forse. Può darsi. Ma era davvero brava a mollare con facilità i tipi con cui usciva. Proprio come ieri: l’ho sentita al telefono che diceva a qualcuno che non poteva più vederlo. È stata davvero gentile.”
“Quindi ha avuto effettivamente una discussione recentemente,” sottolineò Dolan.
“Oh sì, direi di sì,” disse Gabby, sembrando accorgersi solo ora che la chiamata corrispondeva a ciò che Jessie aveva appena descritto.
“Con chi stava parlando?” chiese Jessie rapidamente, non volendo che l’atmosfera si facesse troppo accusatoria.
“Non lo so. L’altra voce sulla linea era forte. Ma io ero in un’altra stanza. Non volevo che Claire si accorgesse che stavo ascoltando. Voi non potete rintracciare questo tipo di cose?”
“Sì, Gabby, possiamo farlo,” la rassicurò Jessie. “Cos’altro ci puoi dire della scorsa notte?”
“Ho già raccontato agli altri detective dell’appuntamento che aveva quella sera. Di solito teneva tutti i dettagli nel telefono.”
“È possibile che abbia portato il tipo a casa, come hai fatto tu con Carter?” chiese Jessie.
“Ne dubito,” disse Gabby, mettendosi più comoda sulla poltrona. Sembrava che la mente le si stesse un po’ annebbiando.
“Perché no?” chiese Jessie.
“Non le piaceva portare gli uomini a casa nostra. Se si sentiva… in vena, di solito andava lei a casa loro. Non le piaceva che la gente sapesse dove viveva. Aveva avuto alcune brutte esperienze, sapete?”
“A dire il vero,” intervenne Dolan con tono scocciato, “no, non lo sappiamo. Ma sembra esattamente il genere di cosa che ci piacerebbe seguire. Puoi darci dei nomi?”
“Non me ne viene in mente nessuno,” disse Gabby,” ignara del fatto che si stava ripetutamente contraddicendo. “Non tenevo le fila di quelli con cui usciva, a meno che lei non dicesse il nome un po’ di volte. Immaginavo che se non era abbastanza importante per lei, non serviva che me lo fissassi nella memoria neppure io.”
Jessie aveva l’impressione che tra tutte e due avessero tanti di quegli appuntamenti che tenere traccia dei nomi era davvero una sfida. Guardò verso Carter Harrington, che stava spostando il peso da un piede all’altro, evidentemente a disagio, come se la conversazione si stesse addentrando in un territorio che avrebbe preferito evitare. Lei era dibattuta se questo fosse il momento di entrare proprio in quei luoghi, ma Dolan la anticipò tuffandocisi a capofitto.
“Signorina Cantu,” disse, il tono che perdeva ogni pretesa di calore. “È piuttosto evidente che lei ci sta nascondendo alcune cose. Non so se lei ne sia consapevole, ma mentire a un agente federale è un crimine.”
Jessie si sentì sprofondare il cuore nel petto. La ragazza era già fragile, e minacciarla sembrava controproducente.
“Non sto ment…” iniziò a dire Gabby.
Dolan la interruppe.
“Anche dire che non sta mentendo potrebbe essere interpretato come menzogna,” le fece notare. “C’è sicuramente qualcosa nei suoi partner e in quelli della signorina Claire che lei sta evitando di condividere con noi. Capisco. Non vuole incriminarsi. Ma il fatto è che alla fine scopriremo tutto comunque. Le uniche domande sono: sarà prima o dopo, e lei sarà di aiuto o no? Se sarà prima e lei ci sarà di aiuto, possiamo essere molto disponibili. Se sarà più tardi e lei non ci aiuta, potremmo rivelarci molto duri.”
Gabby sembrava terrorizzata. Jessie tentò di tamponare un poco le cose senza pestare troppo i piedi a Dolan. Cercò di non fare né la poliziotta buona, né tantomeno quella cattiva.
“Gabby, il tuo aiuto in questo momento potrebbe fare la differenza nel permetterci o meno di catturare chiunque abbia fatto questa cosa a Claire. Ogni secondo che ci troviamo al buio è un altro secondo in cui il killer può nascondere il suo coinvolgimento e coprire le tracce. Non vuoi essere responsabile di questo, vero?”
La ragazza scosse la testa.
“E non vuoi neanche affrontare accuse di ostruzione in un’indagine federale,” aggiunse Dolan con forza.
“No,” sussurrò Gabby.
“E allora sentiamo,” aggiunse l’agente.
“Non abbiamo infranto nessuna legge,” insistette lei con voce lamentosa. “Solo… uscivamo con un sacco di tipi. Più che altro più grandi, a volte sposati.”
“Siete delle escort?” chiese Dolan, rifiutandosi di ammansirsi.
“No!” rispose lei con fermezza. “Lasciavamo solo che ci comprassero delle cose. Ogni tanto facevamo bingo, e uno di loro diventava un… sì, insomma, uno che ci poteva mantenere.”
“Capisco,” disse Dolan, sforzandosi ammirevolmente di mantenere una voce neutra e priva di giudizio questa volta.
“Beh, è questo che cerchiamo,” disse lei prima di voltarsi verso Harrington e aggiungere: “Senza offesa.”
“Credimi,” disse Jessie, “niente di tutto questo è uno shock per lui. Sapeva in cosa si metteva. Vai avanti.”
“Quindi, quando una di noi trovava uno di questi ricconi, lui di solito acconsentiva a pagarci l’affitto o altre cose del genere. A volte poteva durare qualche settimana. A volte andava avanti per mesi. Di solito avevamo una rotazione di uomini. Ma a volte si trasformava in qualcosa di più. Una di noi magari diventava una specie di amante professionista per un po’ di tempo. Alla fine rompevamo quando la cosa si faceva noiosa. A volte era l’uomo a finirla, soprattutto quando sospettava che la moglie potesse scoprirlo.”
“Come poteva fare la moglie a scoprirlo?” chiese Jessie. “E ricorda quello che ha detto l’agente Dolan sul mentire all’FBI.”
“È possibile che io o Claire dicessimo al tizio che la moglie poteva venire a sapere la verità. Di solito questo li spaventa. A volte ci davano anche un piccolo extra per assicurarsi che mantenessimo il silenzio.”
“Questa si chiama estorsione,” sottolineò Dolan.
“Cosa?” chiese Gabby, sinceramente ignara.
“Non volevate potare avanti le relazioni?” chiese Jessie rapidamente, non volendo inciampare su questioni secondarie. “Magari sperando che il tizio lasciasse sua moglie per voi?”
“Ma scherza?” chiese Gabby, mostrandosi quasi insultata. “Ho ventitré anni. Non sono pronta a mettere su famiglia. In questo modo posso avere tutti i benefici, ma continuare a fare festa senza trovarmi il collare al collo. Il senso di tutto questo sistema è di divertirsi senza dover lavorare troppo per farlo. Cioè, magari quando sarò più grande farò famiglia, tipo a ventisei anni o giù di lì. Ma adesso voglio solo spassarmela.”
Ci fu un lungo silenzio nella stanza. Nessuno sembrava come reagire a quella bomba di verità. Jessie cercò di convincersi che nella mente di Gabby lei doveva essere decisamente una ‘vecchia’, essendo ormai vicina ai trent’anni.
“Come trovavate questi tizi?” riuscì a chiedere alla fine.
“C’è un sito. Si chiama “Look of Love” o ‘LOL’ in breve. Aiuta i tipi benestanti di una certa età a conoscere e fissare appuntamenti con ragazze giovani e amichevoli. Quello che succede dopo sta a loro.”
“Si registra un profilo sul sito?” insistette Jessie.
“Sì, così i tizi possono trovare le ragazze che sono il loro tipo. E allo stesso tempo il sito può fare un controllo sulla sicurezza dell’uomo in questione.”
Jessie e Dolan guardarono verso Harrington, che si era ritirato nell’angolo del salotto e stava guardando fuori da una delle enormi finestre che si affacciava su Santa Monica.
“Lei si è sottoposto a uno di questi controlli?” gli chiese Dolan.
Harrington si girò verso di lui, sospirò profondamente e si avvicinò.
“Sì,” ammise.
“Non era preoccupato che questo sito la classificasse come cliente?” chiese Jessie curiosa.
“Ne ho sentito parlare tramite un amico che ha garantito per esso. Conosce il tipo che gestisce il sito, quindi c’è una certa responsabilità. E poi è un circolo piuttosto esclusivo. Ci sono tra i quindici e venti clienti e meno di cento ragazze. È nell’interesse di tutti tenere le cose ben protette.”
“Avremo bisogno del nome del gestore del sito,” gli disse Jessie.
Harrington parve sbiancare.
“Ma come ha detto Gabby,” tentennò, “non c’è niente di illegale. È solo un servizio di appuntamenti molto esclusivo.”
“Non abbiamo intenzione di farlo chiudere,” gli assicurò Jessie, anche se l’idea era allettante. “Dobbiamo solo accedere al profilo di Claire e allo storico dei suoi appuntamenti.”
“Direte che avete avuto le informazioni da me?” piagnucolò lui.
“Solo se sarà necessario,” disse Dolan, mostrando quella che Jessie considerò essere una maggiore deferenza nei suoi confronti che verso Gabby.
“Non si preoccupi,” disse lei aspramente. “Credo che riuscirà a tenere la cosa nascosta a sua moglie, almeno fino al processo.”
“Cosa?” chiese lui, sinceramente inorridito.
“Signor Harrington,” disse Jessie, sapendo che si stava divertendo più di quanto avrebbe probabilmente dovuto. “Quando prenderemo questo assassino, lui andrà a processo. Lei dovrà testimoniare in pubblica udienza. Quindi farà bene a escogitare un piano per spiegare alla signora Harrington della sua qui presente partner. Forse farebbe bene a chiamarla prima che torni da qualsiasi genere di viaggio stia attualmente facendo, quello che l’ha portata ad adagiarsi comodamente in compagnia di Gabrielle. Le auguro buona fortuna.”